La civiltà dei consumi tende a emarginare la genitorialità

La civiltà dei consumi tende a emarginare la genitorialità

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 5 Giugno 2022, 16:50

«La famiglia è il luogo in cui impariamo a convivere: convivere con i più giovani e con i più anziani. E nello stare insieme, giovani, anziani, adulti, bambini, nel restare uniti nelle differenze, evangelizziamo con il nostro esempio di vita». Le parole di Papa Francesco, pronunciate nell’intenzione di giugno diffusa dalla Rete mondiale di preghiera, permettono di proiettare lo sguardo all’Incontro delle famiglie in programma dal 22 al 26 giugno a Roma. Quello che si realizzerà nella capitale è l’evento conclusivo di un anno dedicato alla riflessione sulla famiglia, in occasione del quinto anniversario dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia.

Le considerazioni sviluppate in questi giorni, anche grazie alla Giornata mondiale dei genitori che è stata appena celebrata, lasciano aperti alcuni interrogativi che possono aiutare a focalizzare una funzione da cui dipende il futuro dell’umanità. Quanto è davvero diffusa nell’opinione pubblica e nelle classi dirigenti la consapevolezza del ruolo sociale della famiglia? Quali strumenti pubblici vengono realmente messi in campo per affrontare la crisi educativa che riverbera una pluralità di effetti negativi sugli individui e sulla collettività? In che modo si intende procedere per valorizzare il bene comune della genitorialità? Quale comunità è mai possibile senza tutelare e supportare la catena di trasmissione valoriale da genitore a figlio? Papa Francesco si è fatto carico di un epocale cambiamento di paradigma, sollecitando, nel suo storico intervento al Parlamento Europeo di Strasburgo, un patto tra le generazioni. Si tratta di una svolta culturale per sensibilizzare giovani e adulti a riconoscere la centralità della “chiesa domestica”. La testimonianza quotidiana del Pontefice è che «l’indebolimento della famiglia, causato anche dal processo di secolarizzazione, richiede l’impegno a perseverare nei programmi di formazione». Intensificando il «lavoro indispensabile con le nuove generazioni».

E invece la “civiltà dei consumi” tende a marginalizzare la rilevanza della genitorialità, confondendo stagioni della vita e ruoli. C’è bisogno di cristiani coerenti e consapevoli della loro missione che si pongono dinanzi alla collettività con uno spirito di autentico servizio, mai distanti e sempre attenti alle esigenze della gente, specialmente delle persone più deboli.

In tale contesto la famiglia si dimostra un soggetto attivo, capace di offrire un’educazione cristiana più testimoniata che insegnata, attraverso uno stile semplice, umile e compassionevole. Francesco oppone alla chiusura dell’egoismo l’apertura della misericordia. E ribadisce la paternità di Dio. «Misericordiosi come il Padre» è il motto del Giubileo della Misericordia. Dio non si stanca di perdonare e amare tutti gli uomini e le donne proprio come fa un genitore con i figli. Il tema della misericordia paterna è talmente caro a Francesco da averlo scelto come motto episcopale, “Miserando atque eligendo”.

Sulle orme dell’enciclica Dives in misericordia di Giovanni Paolo II, conferma come programma dell’Ecclesia l’urgenza di stringere l’umanità nell’abbraccio del genitore alla prole, annunciando carità e verità con invincibile tenerezza. «Là dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la bontà del Padre». La famiglia come oasi nelle bufere contemporanee e scuole di valori. La missione dei genitori come vocazione all’ascolto e alla condivisione: non giudicare e non condannare, ma perdonare e donare, cogliendo il buono che c’è in ciascuno, diventando strumenti del perdono. È questa la lezione da apprendere in casa per spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana e si ammanta di ipocrisia. Come dice san Giovanni della Croce: «Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore».

E l’unico modo per insegnare è essere educatori credibili. I giovani hanno bisogno di adulti credibili, di modelli che non scambiano l’autoritarismo per autorevolezza. Il Servo di Dio don Oreste Benzi amava ripetere che ogni essere umano ha diritto a una famiglia. E che «per donare la luce agli uomini devi vivere ciò che dici di essere, perché ciò che sei grida molto più forte di quello che dici».

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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