«Dobbiamo sempre imparare da Maria a seguire Gesù, a lasciare che il suo Spirito plasmi i nostri sentimenti, i nostri desideri, i nostri progetti e le nostre azioni secondo il cuore di Dio». È l’esortazione espressa da Papa Francesco in aula Paolo VI incontrando tremila fedeli della comunità pastorale del santuario della Madonna delle lacrime a Treviglio. Per i cristiani maggio è il “mese mariano” per eccellenza, un tempo dedicato all’incontro con la Madre di Dio attraverso suppliche, atti di venerazione alla Vergine e la recita del Santo Rosario. Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Per la Chiesa questo avvenimento è diventato verità di fede con la definizione di Pio IX che, nel 1854, ha sancito il dogma dell’Immacolata Concezione.
Paolo VI nel 1964, a conclusione della terza sessione del Concilio Vaticano II, ha dichiarato la Vergine “Madre della Chiesa”; poi, nell’enciclica Mense Maio del 1965, ha indicato maggio come “il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera”. Questo percorso “mariano”, giunto fino ai nostri giorni, era presente da centinaia di anni nel sentire ecclesiale, a partire dagli insegnamenti di Sant’Agostino e San Leone Magno. E molto prima dei riconoscimenti formali della Chiesa cattolica, l’amore verso la madre del Salvatore era già radicata nella pietà popolare.
Ne abbiamo conferma con le innumerevoli opere dedicate alla Vergine da artisti e da semplici credenti: preghiere, canti, poesie, lodi, raffigurazioni, pietismi… Papa Francesco vive una notevole dedizione per Maria. Negli anni ’80, durante un viaggio in Germania, rimase profondamente colpito dalla “Vergine che scioglie i nodi”, un dipinto che si trova in una chiesa di Augusta. Jorge Mario Bergoglio restò impressionato dall’allegoria del ruolo di mediatrice operato dalla madre di Gesù. Ai piedi della croce la Madonna ha accolto tutti gli uomini come figli da rigenerare alla vita divina accettando il testamento di amore di Cristo che, davanti a lei e al discepolo Giovanni, ha detto: “Donna, ecco tuo figlio”, “Ecco tua madre”.
È un esempio per testimoniare quelle virtù essenziali percepibili con gli occhi del cuore: l’ascolto, l’attenzione, la docilità, la pace e l’accoglienza verso tutti. In questo modo è possibile comprendere l’immenso valore del dono di sé, dell’amore che si fa servizio e condivisione. Abbiamo davvero bisogno di pregare la Madonna affinché si interrompa la guerra in Ucraina e gli altri odiosi conflitti che ci sono nel mondo! Da cristiani, possiamo compiere atti di venerazione andando in pellegrinaggio nei santuari mariani, come la Santa Casa di Loreto, e raccogliere l’invito di Papa Francesco all’inizio del suo pontificato: “Chiediamo alla Vergine Maria che ci insegni a vivere la nostra fede nelle azioni di ogni giorno, e a dare più spazio al Signore. Sarebbe bello, nel mese di maggio, recitare assieme in famiglia il Santo Rosario. La preghiera rende ancora più salda la vita familiare”. E allora affidiamoci gioiosi alla Madonna per diventare umili strumenti della misericordia e della tenerezza di Dio.
* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII