Papa Francesco

La tratta delle schiave del sesso, mai legalizzare un’ingiustizia

di don Aldo Buonaiuto
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Domenica 12 Marzo 2023, 06:00

Ci sono orrori ai quali rischiamo di assuefarci. Papa Francesco esorta incessantemente il mondo a non abituarsi al male di cui la tratta di esseri umani è un atroce esempio. Un’emergenza sociale così grave e diffusa da unire come un doloroso “fil rouge” tutte le urgenze collettive che si susseguono e si sommano nel tempo. Il racket della prostituzione coatta, infatti, non si è mai interrotto neppure durante le limitazioni socio-sanitarie nel triennio della pandemia. Allo stesso modo l’immane tragedia delle guerre in Ucraina, in Africa e in Asia alimenta lo spietato sfruttamento delle moderne schiave. I mercanti di morte, poi, mettono a rischio per denaro la vita dei migranti abbandonati al largo delle coste europee rifornendo anche il racket più turpe e orrendo. Quello della sopraffazione e dell’umiliazione della dignità delle creature più fragili e indifese.

La Giornata mondiale della donna ha offerto l’occasione di rilanciare l’appello per la liberazione delle vittime della tratta. Come insegnava il Servo di Dio don Oreste Benzi quella che si consuma ogni notte sulle strade del meretricio è “l’ingiustizia più antica e odiosa del mondo” perché “nessuna donna nasce prostituta, ma c’è sempre qualcuno che ce la fa diventare”. Per il mondo della prostituzione in Italia l’arrivo sulla scena di don Oreste Benzi è stato un Big Bang. L’incessante, testarda azione di persuasione sulle istituzioni e sulle Forze dell’Ordine, lo scandalo in senso etimologico ed evangelico di una tonaca che di notte scende in strada in mezzo alle donne schiavizzate dal racket del sesso ebbero un effetto dirompente sulla società e la mentalità corrente.

Da quel momento in poi nessuno poteva fingere di ignorare o voltare la testa dall’altra parte anche se il tentativo strisciante di screditare don Oreste, di sbeffeggiarlo, di ritrarlo come un esagerato fu violentissimo. Regolamentare la prostituzione è la più insopportabile e indegna delle menzogne che l’uomo si racconta da millenni. Codificare il mercimonio coatto equivale a negarne l’irriducibile iniquità. La soluzione alla prostituzione coatta non potrà mai essere legalizzare un’ingiustizia.

I cosiddetti “clienti” sono corresponsabili di un abominio, perciò solo disincentivando e sanzionando la domanda si può abbattere l’offerta di questo ignobile mercato e liberare le persone costrette a prostituirsi. Con la Comunità Papa Giovanni XXIII in trent’anni di attività abbiamo liberato dalla strada e accolto tante ragazze schiavizzate e ridotte a “bancomat” della criminalità organizzata, le soccorriamo in strada e le accogliamo nella casa “Tra Le Nuvole” ora dedicata a Papa Francesco che di loro non ha mai smesso di prendersi cura. Il Pontefice ha ascoltato il grido di queste figlie venendo personalmente ad incontrarle, aprendoci il suo cuore di Pastore universale ed insegnandoci l’importanza della misericordia, come racconta nella prefazione al mio libro “Donne Crocifisse”.

Ai giovani si presentano due modelli di vita: da una parte quello indicato dal Papa che soffre con le donne violate e che incita le nuove generazioni ad avere il coraggio di compromettersi e di sapersi battere a favore del bene; dall’altro quello di un sistema “antipersona”, ovvero di una costruzione ben studiata per ridurre l’essere umano a una cosa senza anima. La visione alla quale destinare la propria vita, invece, trae fondamento dall’intera storia cristiana che proietta l’individuo nell’avvenire, prescindendo da ogni vincolo temporale.

Nell’antropologia cristiana, infatti, il tempo e l’uomo coincidono. La nostra società ha indubbiamente bisogno di prospettive lungimiranti, quindi non a scadenza ravvicinata come gli alimenti. Considerando che la dignità umana è espressamente citata nella Carta dei diritti fondamentali, il Parlamento europeo ha il dovere di riferire in merito alla prostituzione nell’UE e di esplorare soluzioni che consentano di rafforzare la parità di genere e i diritti umani a tale riguardo. Quindi è impensabile poter legittimare il desiderio perverso e disumano rivolto a giovanissime ragazze usate come carne da macello per soddisfare chi pensa di avere il diritto di comprare il corpo altrui.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XIII

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