Il ballottaggio ad Ancona: in atto le grandi manovre

Il ballottaggio ad Ancona: in atto le grandi manovre

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 19 Maggio 2023, 05:45

Non mi è dispiaciuta affatto la prima parte della campagna elettorale anconetana. È stata aspra, del resto la politica non è terreno da salamelecchi, ma non sguaiata, scomposta. Le frasi a effetto, gli slogan pomposi vuoti, e le polemiche personale sterili vi hanno avuto spazio limitato, fisiologico, e quanto alle promesse inverosimili, «volete il paradiso in terra? Votatemi e vi sarà dato», quelle non le ho sentite. È stata una sfida seria, i candidati concentrati nell’illustrare i punti programmatici.

I giovani hanno trovato spazio non marginale nel dibattito (anche in una bella pagina del nostro giornale). I giovani che una città universitaria non può non mettere al centro dell’azione politica. I giovani che viceversa da anni la politica (nazionale) trascura, al più tratta come problema. Ho assistito a incontri partecipati e appassionati. Mi auguro che il secondo tempo sia all’altezza del primo. Che i duellanti Silvetti e Simonella non si scompongano. Volino pure botte da orbi ma cavalleresche, niente colpi bassi, please, e non buttatela in caciara non avendolo fatto sino a oggi. Quattro punti li separano. Quattro punti non facili da conservare per Silvetti, non facili da rimontare per Simonella. Sfida apertissima. Sono in atto le grandi manovre. Lungo due direttrici. La corte serrata ai leader delle liste tagliate fuori dal ballottaggio e la caccia grossa alla figura mitologica della politica nazionale, l’Astenuto, il Disaffezionato, chiamatelo come vi pare.

A ogni tornata elettorale, ogni partito si ripromette di convincere a tornare al seggio chi dal seggio si ostina a tenersi alla larga. A ogni tornata elettorale il numero degli votanti diminuisce. E anche questa volta, su scala nazionale. Ad Ancona no, c’è stata una ripresa rispetto alle Amministrative 2018. Ma lievissima. Posso definire il dato dell’affluenza deludente? Ora, non votare è una scelta perfettamente legittima e del tutto rispettabile. Non è una aberrazione come mettere la panna nella carbonara (o la carbonara nella panna, a disgustoso piacere), rivangare quella sera in cui ti trascinai a vedere un film di Ed Wood senza specificare trattarsi del peggior regista della storia del cinema (carissima, son passati oltre 20 anni, dai, c’è la prescrizione anche per le peggio carognate), ostinarsi a perpetuare la tradizione del trenino di Capodanno Pepè Pepè-Pepè o fare lo stesso regalo di Natale a ogni parente a ogni amico, ed è il Greatest Hits dei Jalisse.

Niente di tutto questo. Chi non vuol votare, liberissimo. Solo, sommessamente: è una decisione saggia? È ragionevole rinunciare a esercitare un diritto fondamentale? Sensato ritenere di poter sbarrare la porta di casa alla politica? Quella rientra sempre dalla finestra.

Alcune scelte della prossima amministrazione comunale potranno anche non toccarci minimamente. Altre inevitabilmente sì. Perché non contribuire a orientarle? La butto lì, cari lettori lontani dalla politica, disgustati dalla politica, nonvotanti cronici. Date un’occhiata ai programmi di Silvetti e Simonella: scoprirete che no, non sono uguali. («Non voto, tanto sono tutti uguali» è luogo comune che indispettisce). Andate a sentirli parlare, ponete loro domande. Pressateli. Mal che vada avrete fatto una passeggiata e qualcosa di diverso. Ma potrebbe anche darsi che uno dei due contendenti vi convinca. Almeno in parte, e d’altro canto se per meritare il mio voto un candidato dovesse persuadermi al 100% non voterei manco per me stesso: capita che mi accapigli da solo.

Quando entro al seggio elettorale, l’umore volge puntualmente al bello. Perché vado a esercitare il mio diritto, perché mi assumo una responsabilità invece di lasciare siano gli altri a scegliere per me, e perché tracciando quella croce su quella scheda, me ne prendo un altro, di diritto. Quello di contestare il sindaco (anche) da me eletto, in caso non si riveli all’altezza, o di lamentarmi dei concittadini, in caso di risultato sfavorevole. Questo diritto, voi liberamente nonvotanti, questo diritto voi non ce l’avete. A Silvetti e Simonella, un augurio sincero: che vi regga il fisico una settimana ancora. Chi prevarrà, veda di fare il meglio che può per Ancona. E un po’ di più.

* Opinionista e critico cinematografico

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