Il bacio dei fidanzati nel fango: non è in Romagna, ma ci credo

Il bacio dei fidanzati nel fango: non è in Romagna, ma ci credo

di Lorenzo Sconocchini
3 Minuti di Lettura
Martedì 23 Maggio 2023, 05:55

E poco importa, tutto sommato, se l’immagine di quei due ragazzi abbracciati con vestiti e stivali di gomma imbrattati di melma adesso è accompagnata da didascalie o sovrimpressioni che rimandano alla Romagna colpita dal ciclone, come se fosse stata scattata in questi giorni nei territori alluvionati, mentre com’è noto risale al settembre scorso e lo scenario reale è la città di Senigallia.

La popolarità di quel bacio, che già otto mesi fa era divenuto virale sui social, s’è di nuovo amplificata giovedì scorso, quando il cantante Biagio Antonacci l’ha postata in una storia su Facebook, scrivendoci sopra - sicuramente in buona fede - Forza Romagna. Altri personaggi dello spettacolo l’hanno condivisa e così la fotografia ha ripreso a rimbalzare ai quattro angoli del mondo virtuale. Da Senigallia qualcuno ha alzato il dito - ma è roba nostra! - ma in realtà nessuno s’è davvero sentito defraudato del copyright, perché la forza evocativa di quell’abbraccio è di tutti e non ha una sola cittadinanza. Se i due fidanzatini di Senigallia sono diventati l’icona di un’Italia resiliente nel post-calamità, dove tanti ragazzi si mettono a disposizione per spalare fango da volontari, allora prestiamola senz’altro alle popolazioni alluvionate della vicina Emilia Romagna.

Se quella coppia che si stringe per un bacio di struggente bellezza è diventata testimonial di solidarietà, facciamola circolare ovunque serva - da Ischia a Cesena, dalle pianure inondate ai borghi terremotati - affinché renda più forte la catena di solidarietà e stimoli ognuno di noi a rendersi utile, sia con un turno di volontariato o con una donazione.

E se qualcuno ci scrive sopra “Forza Emilia” o “Resisti Forlì”, per favore, non accusiamolo di diffondere fake news, ma tutt’al più una di quelle bugie a fin di bene che ci raccontavano le nonne di una volta. Ben altre sono le bufale che girano sul web, puntuali dopo ogni calamità naturale. Dai negazionisti del climate change, che disegnano improbabili trattorie di scie chimiche, ai meteo-catastrofisti dei blog acchiappa-clic.

Se un’immagine è riproposta fuori contesto, come i fidanzatini di Senigallia teletrasportati nella vicina Romagna, non saremo proprio noi marchigiani a scandalizzarci, visto che abbiamo vissuto con otto mesi d’anticipo - con i 13 morti dell’alluvione nella Valle del Misa - come ci si senta nel lutto e nel fango. Prestiamo pure quell’immagine ai disastrati di tutt’Italia, noi che dopo il terremoto del 2016 abbiamo ricevuto aiuti da tutt’Italia - con l’Emilia-Romagna in prima fila - nei borghi distrutti dell’Appennino.

E a pensarci bene, visto che i fidanzatini di Senigallia hanno preferito finora restare nell’anonimato, magari ci piace immaginarli lassù, a spalare fango tra Conselice e Faenza, insieme a tanti angeli del fango arrivati nei territori nei territori sommersi dalle piene dei fiumi. Quell’immagine non ha tempo e non ha luogo, bisogna solo guardarla bene e tenersela nel cuore. «Non è vero... ma ci credo», direbbe Peppino De Filippo. Non è in Romagna, quel bacio, ma potrebbe esserlo.

* Caporedattore delCorriere Adriatico

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