Incontrarsi nei luoghi dove si trovano le radici della civiltà e della storia cristiana, tra Occidente e Oriente, nella costante ricerca degli ideali di fraternità e unità. Sono questi alcuni dei propositi con cui si realizza il 35esimo viaggio apostolico di Papa Francesco verso il Mare Nostrum, a Cipro e in Grecia, che si concluderà domani. Il primo orizzonte di riferimento della visita del Pontefice è il dialogo ecumenico e la comunione tra le Chiese. Venerdì, infatti, ha celebrato una preghiera ecumenica con i migranti a Cipro e oggi si reca nell’isola di Lesbo - con sua beatitudine Ieronymos II, arcivescovo di Atene - nella quale era stato già nel 2016 anche con il patriarca Bartolomeo I. Attraverso tali segni si vuole ribadire come l’aiuto per i migranti e per i rifugiati sia una grande sfida che necessita di una comune collaborazione tra i credenti in Cristo.
Il Papa ha esortato i fratelli cristiani a lavorare fianco a fianco, in diversi settori, come ad esempio nella carità e nell’educazione, dialogando e cercando occasioni di confronto, nonostante le difficoltà. È l’impegno che trae la linfa dall’unione con Gesù e dalla forza che viene da Lui, in maniera tanto misteriosa quanto vera e concreta. In tante occasioni il Pontefice aveva espresso il desiderio che un giorno si potesse raggiungere la piena comunione tra cristiani di diverse confessioni, indicando le tre dimensioni che intanto possono accompagnare il cammino verso questo fondamentale traguardo: “l’ecumenismo del sangue” (il martirio subito dai cristiani di tutte le confessioni), “l’ecumenismo del povero” (l’auspicabile collaborazione in campo caritativo) e “l’ecumenismo della missione” (la priorità di trasmettere la fede, in particolare alle nuove generazioni). L’azione dello Spirito Santo nella Chiesa ispira molteplici carismi creando un’unità feconda e armoniosa, pur nelle differenze.
Secondo il Papa la fraternità matura e si realizza percorrendo due strade: «La prima è l’effettivo riconoscimento della dignità di ogni persona umana: questo è il fondamento etico, un fondamento universale che è anche al centro della dottrina sociale cristiana.
«Essa - ha evidenziato - richiede la partecipazione e il coinvolgimento di tutti e dunque domanda fatica e pazienza. È complessa, mentre l’autoritarismo è sbrigativo e le facili rassicurazioni proposte dai populismi appaiono allettanti. In diverse società, preoccupate della sicurezza e anestetizzate dal consumismo, stanchezza e malcontento portano a una sorta di scetticismo democratico». La democrazia in Europa ha prodotto e deve continuare ad assicurare benessere per tutti, combattendo ogni forma di esclusione sociale, perché ognuno detiene il bene dell’altro e nel bene di tutti c’è anche quello individuale. Secondo una visione veramente inclusiva dello Stato il lavoro, l’economia e l’organizzazione sociale sono al servizio e tutelano l’uomo nella sua interezza non lasciando indietro nessuno e prendendosi cura del creato, delle sofferenze degli esclusi, di ogni vita soprattutto quando è indifesa, fragile e debole.
* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII