La transizione ecologica non è pervenuta a scuola

La transizione ecologica non è pervenuta a scuola

di Roberto Danovaro
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Giovedì 23 Settembre 2021, 01:30

Sono iniziate le scuole, attese dai grandi e temute dai piccini, ed i primi segnali che si colgono non sono particolarmente incoraggianti. Insegnanti che non si trovano e classi con orario a uscita anticipata. La situazione, almeno nelle Marche, sembra tutt’altro che entusiasmante in termini organizzativi e la colpa sicuramente non è degli insegnanti. So che lo sport nazionale è quello di lamentarsi e quindi non aggiungerò altro rispetto all’avvio dell’anno scolastico, ma stiamo affrontando insieme all’Europa una svolta epocale, quella del New Green Deal ovvero di una transizione ecologica, che deve accompagnare una trasformazione del sistema industriale, del lavoro, e ovviamente anche della formazione dei nostri studenti.

Ed ecco le prime note dolenti perché con la ripresa della scuola emergono elementi in contrasto stridente con questa sfida. Il primo è rappresentato dal fatto che i nostri studenti vengono sommersi da tonnellate di libri di carta. La quantità di alberi che dobbiamo abbattere per i libri che gli studenti di oggi devono comprare è molto superiore a quella necessaria e straordinariamente più grande di quella che accompagnava gli studi delle precedenti generazioni, come la mia. Uno spreco, perché la maggior parte dei testi non può essere studiata nel corso di un singolo anno o di un triennio, e un ritorno al passato perché avevamo cominciato ad imparare, obbligati dal COVID, che era possibile un utilizzo più ampio di materiale digitale.

Questo, proprio mentre il governo sta investendo miliardi di euro nella digitalizzazione. Il business dei libri di carta per la scuola dell’obbligo è uno spreco e non dà i risultati che potrebbe dare, sia perché molti testi vengono cambiati troppo spesso, anche di anno in anno, con nuove edizioni che sembrano fatte più per vendere che per aggiornare i testi, sia perché sono inadeguati a capire la transizione ecologica dato che di ambiente ed ecologia ne parlano in modo approssimativo. Così siamo obbligati a spendere centinaia di euro ogni anno per i libri della scuola dell’obbligo, senza parlare dei testi aggiuntivi richiesti dai docenti durante l’anno. Per uno Stato come il nostro che crede nell’istruzione, questo è sbagliato e in contrasto anche con i principi costituzionali di diritto allo studio, poiché molte famiglie possono trovarsi in difficoltà economiche e vedere lo studio come un problema invece che come un’opportunità per i loro figli.

Dovrebbe essere fatto qualcosa di più per rendere i libri scolastici gratuiti almeno fino all’età di 16 anni.

Inoltre, per limitare gli sprechi di carta, i libri dovrebbero essere in tutto o in parte digitalizzati. Sicuramente, il supporto di immagini potrebbe essere benissimo fornito online. Questo non vuol dire rinnegare l’importanza del rapporto con la pagina scritta ma sicuramente permetterebbe di ridurre gli sprechi di carta. Il Ministero dell’Istruzione potrebbe anche lavorare alla produzione di testi per la scuola dell’obbligo completamente gratuiti, rendendoli disponibili open access in formato digitale. Spero che il Ministro Bianchi possa trovare queste proposte utili ad avviare un processo di robusto potenziamento del diritto allo studio. Potrei anche aggiungere che sarebbe utile se il Ministro della transizione ecologica Cingolani fornisse alle scuole dei distributori di acqua potabile per offrirla gratuitamente e contribuire alla lotta contro l’invasione di bottigliette d’acqua di plastica che continuano ad essere utilizzate in tutte le scuole dell’obbligo. Potrebbero essere facilmente promosse anche altre soluzioni eco-sostenibili come un piano straordinario per dotare i tetti delle scuole di pannelli fotovoltaici, rendendole autonome energeticamente e aiutandole a risparmiare sui costi di gestione.

E le nostre Marche? Sembra che tutti questi cambiamenti siano completamente fuori dal radar di chi dirige la nostra regione. Spiace constatare che la lettera di auguri di inizio anno agli studenti inviata dal dottor Filisetti, Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, al di là del tono enfatico e generico, non proponga nessun tema di attualità o di indirizzo utile ad incoraggiare la scuola in questa difficile trasformazione del nostro Paese. Sappiamo tutti che il futuro dell’Italia dipende dalle nuove generazioni, dalla loro capacità di studiare, capire, innovare e trovare soluzioni utili anche a rimediare ai danni fatti in passato. Auguri (tardivi ma ecologici) quindi a tutti gli studenti e ai docenti chiamati a questo compito veramente arduo.

* Docente all’Università Politecnica  delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine

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