Quelle inutili celebrazioni e i veri problemi insoluti

Quelle inutili celebrazioni e i veri problemi insoluti

di Roberto Danovaro
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Giovedì 2 Settembre 2021, 10:35

Sapete quante e quali sono le giornate mondiali dedicate a qualcosa? La risposta arriva dall’Onu, che ha pubblicato il calendario completo degli eventi programmati tra l’1 gennaio e il 31 dicembre di ogni anno. In tutto sono 182. Praticamente un giorno ogni due celebriamo qualcosa. L’agenda dei nostri giorni diventa sempre più impegnativa. In alcune giornate vengono celebrati addirittura due o tre eventi. Ci sono molte giornate dedicate a problemi veramente importanti. Basti pensare al primo gennaio, giornata mondiale della pace, o al 27 gennaio, la giornata in Memoria dell’Olocausto, o all’8 marzo, la giornata internazionale della donna o il primo maggio, la festa del lavoro, che sono celebrate con attenzione e forte partecipazione. Altre ci spingono a riflettere di più su problemi ancora irrisolti, come il 17 maggio, la giornata internazionale contro l’omofobia o il 10 ottobre, la giornata europea contro la pena di morte o il 31 maggio, giornata mondiale per la lotta al fumo.

Altre giornate ci spingono a migliorare le nostre abitudini, come il 12 settembre, la giornata internazionale senza sacchetti di plastica o il 13 novembre, la giornata mondiale della gentilezza o la giornata in cui spegniamo la luce per consumare meno. Ma esistono giornate la cui celebrazione appare sinceramente difficile da comprendere come il 5 febbraio, giornata mondiale della Nutella o il 6 giugno, giornata mondiale del naturismo o il 22 dicembre che è la giornata mondiale dell’orgasmo. L’ho scoperto studiando tutte le giornate e sinceramente che ci sia da dedicare una giornata anche a questi temi mi sorprende parecchio. Ma da ecologo volevo fare il punto sulle giornate dedicate alla natura e all’ambiente.

Esistono oltre 30 giornate dedicate a problemi ambientali o alla biodiversità del pianeta ogni anno, in media quasi 3 giornate ogni mese. Tra queste giornate includo anche il 12 febbraio, il Darwin day, dedicato alla nascita di Charles Darwin che può essere definito il primo ecologo oltre ad essere il più noto promotore della teoria dell’evoluzione biologica. Per quanto riguarda le specie a rischio di estinzione abbiamo giornate dedicate all’orso polare, alla fauna selvatica, alla migrazione dei pesci. Abbiamo anche la giornata mondiale dei pinguini, del tapiro, la giornata internazionale per la salvaguardia delle rane, delle api, degli uccelli migratori, delle tartarughe, della tigre, dell’elefante, delle giraffe, del rinoceronte e degli animali per finire con la giornata della diversità biologica.

A queste si aggiungono giornate dedicate agli habitat, all’acqua, alla Terra, la giornata mondiale dell’ambiente e quella degli oceani. Esiste anche una giornata internazionale del Mar Mediterraneo e una giornata per combattere la desertificazione, o la fascia di ozono.

Abbiamo anche una giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti e una per la prevenzione dello sfruttamento ambientale. Insomma, ambiente, diritti e salute dominano l’elenco degli eventi mondiali più importanti. Tuttavia, mentre in diversi ambiti, anche se a stento e in modo limitato si stanno osservando dei progressi, basti pensare alla pena di morte, alla schiavitù o alle lotte a numerose malattie, a partire dalla lotta al cancro, in ambito ambientale stiamo registrando per la maggior parte degli eventi una debacle. Il Living Planet Report pubblicato dal WWF internazionale ha mostrato come sono crollati in abbondanza oltre due terzi di tutte le principali specie di mammiferi, uccelli, rettili e pesci del pianeta negli ultimi 50 anni. Rinoceronti, tigri, elefanti e giraffe sono confinati ad aree minuscole, pari a meno del 10% del loro habitat naturale e soggetti a bracconaggio spietato.

La salute del pianeta è messa in crisi a causa dell’impatto dell’uomo e ai cambiamenti climatici. Recenti pubblicazioni riportano evidenza di un nuovo ampliamento del buco di ozono, di cui ci eravamo quasi dimenticati dopo gli allarmi partiti negli anni ’80 e il rischio di esposizione a raggi ultravioletti. Le api sono in estinzione a causa dell’uso di pesticidi, della progressiva perdita dell’habitat dovuta alla cementificazione e del riscaldamento globale. Da recenti analisi è emerso che un quarto delle oltre 20.000 specie di api conosciute non si trova più. Senza api perdiamo capacità di impollinazione e con essa circa il 75% della produzione agricola necessaria per l’alimentazione di una umanità in crescita continua.

Appare evidente che abbiamo troppe giornate da celebrare, molte delle quali su temi di scarsa rilevanza. Un conto è festeggiare la giornata delle torte (esiste davvero il 17 marzo!) un altro è rivolgere con serietà, tramite queste giornate mondiali, la nostra attenzione ai problemi dell’ambiente, della società e della salute da cui tutti dipendiamo. 


* Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine

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