Il caldo e gli epiteti irripetibili all’uscita dal supermercato

Il caldo e gli epiteti irripetibili all’uscita dal supermercato

di Roberto Danovaro
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Giovedì 19 Agosto 2021, 01:35

Luglio 2021 è stato il mese più caldo da quando si registra il dato globale sulla temperatura, ovvero negli ultimi 142 anni e a fine mese scopriremo se questo triste primato si estenderà anche al mese di agosto. Siamo tutti sempre più consapevoli del fatto che i cambiamenti climatici sono una realtà. Questi giorni di gran caldo stimolano pensieri di mezza estate e ci strappano epiteti all’uscita dal supermercato quando ci avvolge una botta di caldo da 40°C. In questi frangenti pensiamo che sarebbe il caso di fare qualcosa, ma poi ce ne dimentichiamo o diamo la colpa al governo. Nell’attesa che i grandi della terra facciano qualcosa di serio per contrastare i cambiamenti climatici (o semplicemente rispettino gli impegni presi, come nel caso dell’Italia), ci sono delle cose che possiamo fare anche noi. La prima cosa in assoluto è capire cosa bisogna affrontare.

I cambiamenti climatici sono dovuti all’aumento di anidride carbonica emessa nell’atmosfera dall’Uomo a causa del consumo di fonti fossili, come carbone, gas e petrolio che sono tuttora indispensabili a produrre l’energia necessaria per riscaldarci di inverno e a raffrescarci d’estate o semplicemente per spostarsi con dei mezzi. L’eccesso di anidride carbonica genera l’effetto serra che riscalda in modo forte tutto il Pianeta causando anche siccità, erosione degli ecosistemi, perdita di ossigeno, diffusione di carestie e zoonosi. Oltre a un aumento della frequenza e intensità di eventi estremi come tempeste, uragani e alluvioni. Per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici dobbiamo ridurre le emissioni di CO2 e recuperare gli ecosistemi naturali.

Se vogliamo diminuire l’uso di combustibili fossili abbiamo due strade: la prima è quella di consumare di meno energia, la seconda è quella di produrre l’energia in modo rinnovabile (solare o eolico ad esempio) per rimpiazzare quella basata su gas e petrolio. Attualmente le energie rinnovabili coprono circa un terzo del fabbisogno nazionale, ma possiamo e dobbiamo fare di più. In Italia abbiamo un fabbisogno di energia elettrica di 321,4TWh che viene coperto per circa l’86% dalla produzione nazionale. Il resto è importato. Basterebbe pochissimo a rendere il nostro Paese autonomo dal punto divista energetico: operare un risparmio del 14% dei consumi.

La buona notizia è che le nostre scelte individuali possono incidere su entrambe le soluzioni, ovvero possiamo tutti consumare di meno energia e promuovere la produzione di energie rinnovabili. Una soluzione banale ma che può dare grandi risultati se applicata da tutti è la sostituzione delle classiche lampadine con lampade a led. Oggi si può illuminare tutta la casa con 150W, un consumo che in passato bastava per una o due lampadine, possiamo risparmiare in questo modo il 60% dei consumi.

Si possono comprare elettrodomestici a basso consumo energetico (da A a A+++ e così via), usare auto ibride o elettriche (non lasciando le auto ferme col motore acceso!), possiamo cercare di utilizzare di più i mezzi pubblici che sono più sostenibili, diminuire le temperature di riscaldamento in casa d’inverno e regolare meglio la temperatura del condizionatore d’estate. Sono tutte scelte che dipendono da noi. Poi possiamo anche cambiare il gestore di energia elettrica e scegliendone uno che fornisce energia interamente da fonti rinnovabili, che tra l’altro ha lo stesso costo di quella non rinnovabile, dando quindi un segnale anche in termini di richiesta e di preferenze di consumo. Possiamo anche fare delle scelte orientate verso alimenti che determinano un minor consumo di acqua ed energia e siano quindi più sostenibili. Tra pochi giorni questa canicola passerà e, spero, avremo un autunno meno caldo ma probabilmente segnato da alluvioni.

Gli eventi meteorologici estremi sono le due facce di una stessa medaglia: quella di un clima segnato dai cambiamenti climatici. Sarà sempre peggio, quindi sarebbe meglio adattarci. L’Italia sta sviluppando un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici in cui le scelte da fare non riguardano soltanto i consumi energetici, ma anche i consumi di acqua, di suolo, la riduzione degli ecosistemi naturali, il dissesto idrogeologico, il prelievo di risorse e così via. Le scelte che possiamo fare per contrastare gli impatti dei cambiamenti sono semplici e dipendono da noi. Non si tratta di un grande sacrificio, ma se poi non vogliamo fare neanche questo, non potremo lamentarci delle ondate di calore e delle altre conseguenze negative dei cambiamenti climatici.

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