Datemi un innovation manager e vi solleverò il mondo (digitale)

Datemi un innovation manager e vi solleverò il mondo (digitale)

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 6 Ottobre 2021, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 10:19

Nell’ambito delle attività del Punto Impresa Digitale (PID) della Camera di Commercio delle Marche la scorsa settimana si è svolto un interessante incontro sulla figura dell’innovation manager. È una figura poco nota e poco utilizzata dalle nostre imprese ma che è destinata ad avere sempre maggiore rilevanza nei prossimi anni. È noto che il sistema produttivo del nostro paese è in ritardo nell’adozione delle tecnologie digitali.

Fra i fattori che spiegano la difficoltà del sistema produttivo ad assorbire queste tecnologie vi è la ridotta dimensione delle imprese. Le rilevazioni Istat sul grado di digitalizzazione delle imprese italiane evidenziano che la percentuale di imprese con un livello di digitalizzazione basso o molto basso cresce al diminuire della dimensione.

Sono oltre l’80% nel caso delle imprese fra i 10 e i 49 addetti e la quasi totalità delle micro-imprese (quelle con meno di 10 addetti). Il gap di digitalizzazione delle piccole imprese non è scontato poiché le piccole imprese (soprattutto quelle manifatturiere) sono sempre state pronte nell’acquisizione di nuova tecnologia, soprattutto quella associata alle innovazioni di processo. Inoltre, le tecnologie informatiche sono in generale poco costose e presentano un alto grado di modularità; non sembra quindi che la loro adozione sia scoraggiata da vincoli finanziari o dalla presenza di soglie minime di investimento.

L’attività di analisi svolta nell’ambito del Pid consente di capire meglio le cause del ritardo. L’utilizzo delle tecnologie digitali non è solo una questione di tecnologia. Esso comporta la necessità di aggiornare le competenze esistenti e introdurre nuove figure professionali; soprattutto, comporta cambiamenti nei processi aziendali, negli assetti organizzativi e qualche volta anche un totale ripensamento del modello di business. Quasi sempre occorre riconfigurare la rete delle relazioni con le altre imprese.

A titolo di esempio si può considerare la recente tendenza all’utilizzo dell’e-commerce in risposta alle restrizioni alla mobilità indotte dalla pandemia.

Costruire o utilizzare un’applicazione per la vendita on line è relativamente semplice e poco costoso. Nel farlo ci si rende però conto che l’e-commerce non si esaurisce nella semplice aggiunta di un canale di vendita: cambia il rapporto con il cliente; vi sono nuove informazioni da acquisire e da veicolare; nuovi servizi che l’utente si attende accanto al prodotto; a volte occorre ripensare il prodotto stesso (dal packaging alle funzionalità).

Tutto questo comporta non solo l’inserimento di nuove figure, ma anche la ridefinizione dei processi commerciali e produttivi, fino alla progettazione del prodotto e dei servizi associati. Altre tecnologie, come l’internet of things, comportano impatti organizzativi e gestionali anche maggiori. Sono questi cambiamenti ad ostacolare i processi di digitalizzazione nelle imprese; in particolare quelle di più piccola dimensione nelle quali vi è carenza di risorse organizzative e imprenditoriali capaci di progettare e gestire i processi di innovazione. È in relazione a queste esigenze che assume rilevanza la figura dell’innovation manager.

Che è persona competente non tanto in specifici ambiti tecnologici ma piuttosto nella capacità di valutare i trend tecnologici in funzione del contesto aziendale e nel guidare l’adozione delle nuove tecnologie valutandone l’impatto organizzativo e le necessità in termini di nuove figure professionali e di nuove relazioni. Le piccole imprese non saranno in grado di inserire al proprio interno queste figure ma potranno servirsi di professionalità esterne: a questo rispondono le iniziative come il Pid sopra menzionato o la rete dei Digitali Innovation Hub. Nei prossimi anni crescerà anche l’offerta di servizi di consulenza in questo ambito.

È recentissima l’approvazione di una norma UNI-ISO che definisce la figura dell’innovation manager e ne individua i requisiti per l’accreditamento. Il Pnrr mette a disposizione una quantità di risorse notevoli per la transizione digitale ma non è scontato che le imprese avranno la capacità di assorbirle; per chi vorrà farlo la figura dell’innovation manager risulterà fondamentale.

* Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coordinatore Fondazione Merloni

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