Le feste sono momenti in cui possiamo riposarci in compagnia di parenti, lasciarci andare a qualche eccesso culinario di cui presto ci pentiremo e vedere dei buoni film. È proprio durante queste vacanze natalizie che ho avuto modo di vedere un film che raccomando a tutti, appena uscito su Netflix, con Leonardo Di Caprio si chiama “Don’t look up”, “Non guardare in alto”. È una storia paradossale che ci racconta della stupidità e inettitudine umana nell’affrontare grandi crisi globali. Ovviamente, chi non l’ha ancora visto e non vuole che la trama sia almeno in parte spoilerata deve fermarsi qui nella lettura. Chi invece volesse dare un’interpretazione a questo film potrà senz’altro riconoscere nella sua straordinaria trama un racconto che è molto meno fantasioso di quanto sembri. In breve, la storia racconta di un enorme meteorite, grande quanto l’Everest, che appare in cielo come la cometa di Betlemme, e che sta per schiantarsi sulla Terra. Appena gli scienziati scoprono che da lì a sei mesi ci sarebbe stata la collisione del meteorite con la Terra, determinando effetti inauditi pari a oltre 1 miliardo di bombe atomiche in grado di cancellare la vita sulla Terra, corrono ad avvisare i politici per prendere decisioni urgenti. In questo caso, il presidente degli Stati Uniti sembra essere una versione femminile di Trump per come è dato modo di capire da atteggiamenti e slogan che inizialmente sembrano sottovalutare la portata del problema. Molto attuale la discussione sull’incertezza dell’evento: poiché le stime fatte dagli scienziati davano “solo” il 99% di probabilità di collisione, secondo la visione politica, non era pensabile dare per certo l’impatto. E dato che, da lì a poche settimane, ci sarebbero state le elezioni presidenziali di medio termine, sarebbe stato pericoloso affrontare il problema prima del voto. Ma poi, dato che i sondaggi davano il presidente uscente come perdente, si decise di affrontare questa minaccia globale per creare uno stato di emergenza e quindi di cavalcare la crisi. Non vado oltre per non raccontare il film che merita di essere visto ma ci sono delle importanti similarità con lo scenario politico attuale e non solo con quello degli Stati Uniti.
* Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine