Tra astrologi e scrittori era quasi tutto previsto

Tra astrologi e scrittori era quasi tutto previsto

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 19 Giugno 2020, 10:35
Si chiama Abhigya Anand, ha 14 anni e una laurea in Microbiologia Ayurveduca, è indiano, parla un inglese fluente come potete verificare su YouTube, è stato premiato ai Global Child Prodigy Awards, sezione Astrologia. Se non lo avete mai sentito nominare e state pensando “Estiqquatsi”, sulla bocca stampato un sorrisetto ebete da aridi razionalisti, ricomponetevi subito. Perché il fluente astrologo prodigio Anand, lui sapeva. Sapeva del Coronavirus mentre noi, ignari razionalisti tronfi, ci si augurava «buon anno» facendo tintinnare i calici e chiedendo festanti supplementare dose d’inebriante nettare pizzichino. D’accordo, l’indianino già sapientissimo nella scienza astrologica, aveva profetato per l’anno in corso altre catastrofi assortite che al momento non si sono manifestate né sembrano intenzionate a farlo: una guerra fra India e Pakistan, per esempio. Non è un buon motivo per screditarlo. Di sicuro, è solo la giovane età a impedirgli di vedere con chiarezza il futuro tutto intero. A proposito della pandemia, garantisce che terminerà il 5 settembre, ergo non serve che gli scienziati si affannino tanto alla ricerca di cura e vaccino. Ma attenzione: dal 20 dicembre al marzo 2021, Abhigya sapientissimo et nell’idioma d’Albione fluentissimo annuncia che una ulteriore e più grave sciagura subentrerà. Di che natura? Troppe volete saperne, magari aggiornamenti seguiranno. Intanto prendete nota e cominciate a tremare. Torniamo all’oggi, torniamo al virus. Nelle ultime settimane stiamo assistendo a un fenomeno affascinante. Spuntano da ogni dove veggenti che il Sars-Cov-2 l’avevano presentito da quel dì, e peggio per noi che non ce li eravamo filati di striscio. Spuntano come funghi, davvero. Non sospettavamo d’essere circondati da tanti infallibili Tiresia. E guai a chi s’azzarda a obiettare che da anni i medici si aspettavano una pandemia: ogni tanto ne scoppia una, è la storia del mondo. E guai a chi si permette di notare che in certi testi ci puoi leggere di tutto ma proprio di tutto, i Tiresia essendo maestri del parlar fumoso, pardon del parlar coperto. Suvvia, ogni professione ha il suo gergo arduo da penetrare per i non iniziati. Le “convergenze” in politica possono essere “parallele”, e il caro Euclide s’attacchi. Tacciano del pari quelli che «ok, ma a sparar pronostici, pure ambigui forte, a getto continuo, devi proprio essere sfigato per non azzeccarne uno ogni tanto». Tacete, ve ne prego, lo dico per voi, non rendetevi ridicoli. Se i veggenti son logorroici non è per pararsi il sederino contando sul fatto che tutti ricordano la profezia azzeccata, nessuno le vagonate di profezie che la realtà s’è rifiutata di avverare. Ne sparano a ripetizione per altre ragioni. Non le conosco però so che esistono. Fra gli innumerevoli profeti dell’avvento del maledetto virus c’è la venerata americana Sylvia Browne. Sensitiva proveniente da famiglia di sensitivi, chiaro? Il volume “Profezie” è del 2012, la signora è mancata l’anno seguente. Vi si legge: “Intorno al 2020 una severa forma di polmonite girerà il mondo resistendo a tutti i trattamenti conosciuti”. Se ne andrà “improvvisamente” ma “si ripresenterà dieci anni dopo” (l’indianino prodigio su tal punto ancora non si è espresso). La non meno venerata bulgara Baba Yanga, anch’ella presentì i mortali colpi del virus. Disse inoltre che nel 2130 l’umanità vivrà sott’acqua: grazie agli alieni. Mentre nel 3005 scoppierà una guerra. Mondiale? Sottomarina? Boh, del resto, a occhio e croce, son faccende che non ci riguardano. Baba Yanga era più o meno analfabeta. Ottima cosa per un veggente. Se non ci prende, si può incolpare chi ha mal raccolto le sue sentenze. Poteva mancare la coronaprofezia di Nostradamus? Ovvio, no. Gli studiosi hanno individuato una quartina o due o tre. Potevano mancare i Maya? Di nuovo, no. Ma non a proposito del Covid-19. I Maya vengono chiamati in causa solo in relazione alla fine del mondo. Doveva essere il 20 dicembre 2012, ricordiamo tutti. Siamo ancora qui. Errore dei Maya? No, dei loro moderni interpreti. La nuova fine del mondo - notizia terribile, però non posso tacerla: deontologia - è fissata per dopodomani, 21 giugno. Addio, cari lettori. Fino alla settimana prossima.

*Opinionista e critico cinematografico
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