L’insostenibile leggerezza (del nostro stile di vita)

L’insostenibile leggerezza (del nostro stile di vita)

di Roberto Danovaro
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Giovedì 20 Agosto 2020, 03:10
È arrivato anche quest’anno. In leggero ritardo (e questa è una buona notizia) ma è arrivato. Parliamo dell’Earth Overshoot Day 2020, il giorno del “sovrasfruttamento della Terra”. Si tratta del giorno dell’anno in cui l’umanità ha consumato più di tutto quello prodotto dal pianeta in un anno. Prima arriva questo fatidico giorno e peggio è, perché ci dice che da quel giorno cominciamo a erodere il nostro capitale naturale. Per fare un esempio concreto potremmo dire che l’Earth Overshoot Day è un po’ come il giorno del mese in cui abbiamo speso tutto lo stipendio del mese prima. Se accade a metà mese per andare avanti dovremo intaccare i nostri risparmi in banca. È proprio quello che succede al nostro Pianeta sottoposto a uno sfruttamento umano insostenibile. Nel 2019, l’Earth Overshoot Day è stato il 29 luglio. Purtroppo, dal 1970 ad oggi, ogni anno, questo nefasto appuntamento si presenta con qualche giorno di anticipo, perché aumenta la pressione che esercitiamo sulle risorse terrestri. L’ultimo anno in cui l’attività umana è stata complessivamente sostenibile per il pianeta è stato il 1972, anno in cui il 13 dicembre avevamo consumato ancora meno del 100% delle risorse prodotte quell’anno. Da allora osserviamo un progressivo peggioramento. L’umanità attualmente utilizza il 60-70% in più di quanto il pianeta riesce a produrre, e consumiamo risorse pari a 1,6-1,7 volte la capacità rigenerativa annuale della Terra. Per calcolare questo dato sono stati valutati i cambiamenti nelle emissioni di carbonio, nella raccolta di legna dalle foreste, nella domanda alimentare e di altri fattori che hanno un impatto sulla capacità globale del pianeta di produrre risorse biologiche rinnovabili ovvero sull’impronta ecologica. Il dato del 2019 era stato un duro colpo per gli esperti del settore. Non era mai così presto da quando negli anni ‘70 si è iniziato a calcolarlo. Si può stimare inoltre che procedendo di questo passo intorno al 2050 l’umanità consumerà il doppio di quanto la Terra produca in un anno. Ma la buona notizia è che quest’anno l’Earth Overshoot Day sarà invece il 22 agosto. Si tratta di un rimbalzo importante, un miglioramento significativo. L’impegno era di ritardare di 5 giorni all’anno questo appuntamento grazie a comportamenti più eco-sostenibili e, invece, in un solo anno, abbiamo ridotto del 9,3% l’impronta ecologica dell’umanità. È il risultato di un minore impatto in termini di emissioni di carbonio (ridotte del 14,5% rispetto al 2019) e di una minore impronta dei prodotti forestali (ridotti dell’8,4% rispetto al 2019). Insomma, si tratta di uno dei pochissimi benefici della pandemia da coronavirus che dimostra come sia possibile attuare rapidi cambiamenti nei modelli di consumo delle risorse naturali. Tuttavia, questa improvvisa e inaspettata riduzione dell’Impronta Ecologica non deve essere interpretata come un’inversione di tendenza intenzionale. L’attesa ripresa delle attività economiche appena certificata dai ministri delle finanze del G7 sta già recuperando parte del terreno perso in termini di consumo, e purtroppo sta accelerando l’impronta ecologica dell’Uomo sul Pianeta. Per essere chiari, a livello globale nel 2020 abbiamo registrato solo un rallentamento della sfrenata corsa ai consumi del Pianeta, non di una inversione di tendenza, poiché dal 23 agosto in poi intaccheremo ancora le riserve accumulate dal pianeta nei millenni. E in Italia? C’è veramente poco da stare allegri. Il 14 maggio è l’Overshoot Day italiano, ovvero il giorno in cui avremmo esaurito le risorse annuali sulla terra se tutti vivessero con lo stile di vita italiano. Questo dato conferma che in Italia abbiamo uno stile di vita completamente insostenibile. Per rendere l’idea, significa che per arrivare a fine anno mantenendo lo stile di vita italiano, occorrerebbero le risorse biologiche prodotte da circa 2,7 Terre. In effetti, consumiamo troppo e facciamo troppo poco sia per esserne consapevoli sia per invertire la tendenza. Non si tratta di rinunciare al benessere, ma di prendere misure semplici per non sprecare. Diminuire il consumo di energia con sistemi più efficienti, ridurre i trasporti consumando prodotti a km 0 e così via. Il 2020 rappresenta sicuramente un anno speciale, ci conferma che possiamo invertire la rotta se lo vogliamo. E possiamo farlo anche senza stravolgere il nostro stile di vita, ma serve una programmazione e la voglia di farlo.

*Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine
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