Lunedì di corsa dal barbiere, ma niente sarà come prima

Lunedì di corsa dal barbiere, ma niente sarà come prima

di Giovanni Guidi Buffarini
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Sabato 16 Maggio 2020, 11:50
Ho fatto come Jim Carrey. Niente taglio della barba in quarantena. Solo qualche spuntata ai baffi onde evitare l’effetto tendina. Ora non so come stia messo lui, mi son stufato di seguire i progressi giornalmente postati online, potete controllarli sul suo profilo Twitter. Mi basta come sono conciato io. La foto che vedete qua sotto non ha più alcun rapporto col mio volto. Sembro un Babbo Natale fuori stagione e in incognito causa mascherina, trucco miserrimo. Oppure uno che abbia fatto un safari e si sia trapiantato sulla faccia la criniera d’un leone sale & pepe. Molto più sale che pepe, d’accordo. (In tempi normali, sostenevo con foga che me la facessi tingere bianca: maledetto lockdown, mi hai smascherato). In breve, ho il disperato bisogno d’un barbiere. Supplico: «Il mio regno per un barbiere». Facendo eco alle Signore della Ricrescita Impetuosa: c’è pieno di emule di Agnès Varda in giro, salvo che la gran regista Nouvelle Vague il caschetto bicolore lo portava apposta, vezzo d’artista. Da lunedì potremo porre rimedio alle acconciature Boris Johnson, alle pettinature col buco («m’è scappata la macchinetta»), alle barbe amazzoniche. Sono state rese note, avrete letto, le linee guida per le riapertura “in sicurezza” di barbieri e parrucchieri e pure centri estetici. Le linee guida nazionali e regionali, ché in Italia le regole, come minimo, si raddoppiano. Perlomeno, nel caso specifico, le linee guida Inail e le disposizioni marchigiane non confliggono violentemente. Ma differenze ce n’è e la categoria è spiazzata. Vediamo alcune di queste regole ai tempi del virus. Dal nostro punto di vista. Di clienti. «Le attività avverranno esclusivamente su prenotazione». E si pone il primo problema. Come prenotare per lunedì? Quando chiamare, nel caso in cui non sia attiva la prenotazione online? Come evitare il rischio di trovare occupato per ore o di esser messi in attesa, bombardati da musichetta molesta interminabile? Mi sa che, appena chiudo il pezzo, mi piazzo davanti al negozio e non mi schiodo, dovessi mettere radici. Dovrai pur passare, caro barbiere, per sanificare l’ambiente prima di riaprire. «In fase di prenotazione, il gestore informerà il cliente circa la necessità di osservare le misure di igiene personale (per esempio il lavaggio della barba) prima di recarsi al locale per il trattamento». Ok, qui nessun problema: c’è davvero qualcuno che di norma esce di casa con la barba lercia, magari adornata di tarzanelli di sugo? «Eliminare riviste e ogni altro oggetto che possa essere di utilizzo promiscuo nel locale». Bella botta per la stampa scandalistica (e anche per Quattroruote). Alzi la mano chi, in attesa del proprio turno, non ha mai dato una scorsa a Novella Vera o a Più Gente 2000. Per avere ragguagli su questioni fondamentali eppur spesso trascurate dati gli impegni di lavoro e altre quotidiane incombenze. La liaison di Albano con Romina e la Lecciso, le nuove imprese dei vecchi eroi del Grande Fratello. A volte, la lettura ti regalava rivelazioni sconvolgenti. Per decenni, ho creduto che Grecia Colmenares fosse una sorta di Max Headroom (se non capite di che sto parlando, chiedete a Google) o di Supertelegattone. Finché un giorno, proprio dal barbiere ho scoperto esser creatura in carne e ossa. Come tutti soggetta a invecchiamento, e tuttavia conservando intatta la pristina esuberanza tricologica. Rincasai rasato e illuminato, cambiato nel profondo. Vietate le riviste di gossip, e scoraggiato il pettegolezzo live, stante l’obbligo di «limitare il numero di persone presenti nel locale allo stretto necessario» e all’invito a parlarsi, dovendo proprio, «tramite lo specchio». (Perché non scrivere “attraverso lo specchio”? Avrebbe dato alla situazione un alone incantato carrolliano). Quante conversazioni memorabili ascoltate fra e una rasoiata e un colpo di forbici. «Hai saputo di quello? L’ha lasciato la moglie». «Ma quello chi? Settimio? È un pezzo che s’è diviso». «Non Settimio. Quello che passa sempre qui davanti col maglione blu». Un terzo soggetto: «Ottavio? Ma se è morto». “Macché Ottavio, ho detto quello». Non se ne venne a capo, e fu perfetto così. Per carpire altre perle del genere bisognerà attendere la sconfitta del virus.

*Opinionista e critico cinematografico
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