In una crisi senza precedenti al turismo non basta resistere

In una crisi senza precedenti al turismo non basta resistere

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 11:15
Il turismo è fra i settori più colpiti dalla pandemia di Covid-19 e dalle conseguenti restrizioni alla mobilità e alla socialità. Gli alti e bassi, stagionali e congiunturali, sono una caratteristica strutturale di questo settore. La crisi attuale è, però, senza precedenti sia per l’entità della riduzione dell’attività sia per il fatto che tale riduzione non è livellata nel tempo ma frutto di una brusca interruzione che rischia di durare alcuni mesi. Né la ripresa della normalità consentirà di recuperare l’attività persa. In queste condizioni l’imperativo immediato è quello di evitare la chiusura delle imprese e la conseguente perdita di lavoro e competenze. Su questo obiettivo vanno concentrate le risorse e le attenzioni, sia degli imprenditori sia dei decisori pubblici. Commetteremo però un grave errore se occupassimo questo tempo solo pensando a resistere in attesa del ritorno alla normalità. E’ probabile, infatti, che la normalità, una volta riconquistata, si presenti molto diversa dalla situazione fin qui conosciuta. Il settore del turismo è da tempo sottoposto a grandi cambiamenti rispetto ai quali il nostro paese e le nostre imprese avevano accumulato ritardi già prima della crisi. Questi cambiamenti sono indotti dalla sovrapposizione di due rivoluzioni: la rivoluzione digitale e la rivoluzione ambientale. La prima è trainata dall’eccezionale accelerazione nello sviluppo e nella pervasività delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione; la seconda è indotta dalla necessità di ridurre l’impatto delle attività umane sul nostro pianeta. Il settore turistico è investito in misura considerevole da entrambe anche se molte delle nostre imprese, in particolare le più piccole, non sembrano averne piena consapevolezza. Il turismo è un’attività ad alto impatto ambientale. Quest’aspetto è particolarmente evidente nei luoghi oggetti del turismo di massa, costretti in qualche caso a introdurre restrizioni all’accesso per contenere i danni ambientali e lo stravolgimento del preesistente tessuto sociale e culturale. Anche la digitalizzazione sta investendo in modo rilevante il settore. Non si tratta solo delle prenotazioni on line. I prodotti turistici sono sempre più complessi e prevedono la collaborazione fra una vasta platea di operatori all’interno dello stesso territorio al fine di offrire prodotti e servizi in grado di adattarsi in modo flessibile agli interessi e ai gusti individuali, sempre più esigenti e sofisticati. E debbono essere al contempo sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. Per ottenere questo risultato occorre un diffuso e massiccio utilizzo delle nuove tecnologie e una notevole capacità di collaborazione fra diversi operatori, pubblici e privati; appartenenti a diversi settori e non solo alla filiera del turismo. Il nostro sistema di offerta, tradizionalmente molto frammentato, è in forte ritardo su entrambi i fronti: della rivoluzione digitale e di quella ambientale. Nell’urgenza del momento occorre innanzitutto sostenere le imprese esistenti. Bisogna però essere coscienti che per molte di loro non ci sarà spazio nei nuovi scenari. A meno che non sapranno cambiare e adattarsi. Nel breve periodo non può che prevalere la necessità della resistenza. Ma la crisi deve essere anche l’occasione per favorire e accelerare i cambiamenti. Non farlo, sarebbe disastroso. Di fronte alle rivoluzioni occorre attrezzarsi velocemente e al meglio per fronteggiare i nuovi scenari piuttosto che tentare di resistere. E’ opinione condivisa che questa crisi sarà un potente acceleratore delle tendenze al cambiamento già in atto. In queste condizioni sopravviveranno gli imprenditori che prima di altri prenderanno coscienza di questi cambiamenti e agiranno di conseguenza. La forzata interruzione dall’attività operativa può essere l’occasione per prestare attenzione agli orizzonti di lungo periodo. Come aveva intuito il grande economista Von Mises, gli imprenditori di successo si distinguono dagli altri per il fatto di non essere guidati da ciò che è stato o è ma dal fatto di attrezzarsi in vista del futuro. Il futuro del turismo sarà con tutta probabilità molto diverso da quello che abbiamo fin qui conosciuto.

*Docente di Economia dell’Università Politecnica delle Marche
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