Il ruolo degli imprenditori quando la crisi sarà finita

Il ruolo degli imprenditori quando la crisi sarà finita

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 1 Aprile 2020, 10:55
Il termine imprenditore è normalmente riferito al proprietario e gestore di un’impresa, soprattutto una piccola e media impresa. In questo modo si individuano due delle funzioni costituenti l’attività imprenditoriale, quella del rischio del capitale e quella del coordinamento delle risorse necessarie a svolgere un’attività d’impresa (che in inglese è indicato con il termine management). Queste due funzioni, seppure parte dell’attività imprenditoriale non ne costituiscono gli elementi caratterizzanti. Si può rischiare il capitale da investitori senza svolgere alcun ruolo in impresa. E anche nel caso del management si tratta di un’attività che può essere delegata a chi ha specifiche competenze ed esperienza nella gestione d’impresa. Ciò che investitori e manager non fanno, e che costituisce l’essenza della funzione imprenditoriale, è quello di dotare l’impresa di visione e leadership. La visione è necessaria per interpretare l’ambiente, intuirne i cambiamenti e individuarne le opportunità; la leadership è fondamentale per motivare la squadra verso la direzione individuata, anche quando appare difficile e incerta nei risultati. Ai manager è affidata la gestione operativa, più o meno complessa; alla visione e alla leadership è affidato il cambiamento. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di imprenditori leader. Imprenditori che sappiano guardare attraverso e oltre questa crisi per capire non solo come affrontare il momento dell’emergenza ma anche come far ripartire le imprese quando l’emergenza sarà passata. E avremmo bisogno di imprenditori non solo nelle imprese ma in tutte le organizzazioni, a partire dagli enti e dalle istituzioni pubbliche. Tutti ripetiamo che dopo questa crisi il mondo non sarà come prima, ma l’entità e la direzione dei cambiamenti non sono dati. Dipenderanno dalle scelte che individualmente e collettivamente prenderemo. In queste scelte il ruolo di leadership degli imprenditori sarà fondamentale. Il dato più vistoso è l’accelerazione nei processi di digitalizzazione indotti dalla necessità e dall’emergenza. Molte imprese e imprenditori stanno già sfruttando le nuove opportunità che si sono aperte, ad esempio nell’ambito delle vendite on line o dello smart working. La vera sfida, però, si aprirà all’uscita dalla situazione di emergenza. I cambiamenti più evidenti riguarderanno non solo i comportamenti dei consumatori ma anche l’organizzazione delle imprese. Lo‘smart working ha contribuito a rendere evidente che il valore del lavoro, in particolare quello intellettuale, dipende dalla motivazione, dall’entusiasmo e dal grado di condivisione di valori e obiettivi. E’ quello che con termine inglese viene definito empowerment; l’empowerment consiste nel creare le condizioni affinché chi lavora in un’organizzazione dia il meglio di sé per raggiungere gli obiettivi condivisi, valorizzando in tal modo la sua attività e quella dell’intera squadra. Queste condizioni non dipendono dal luogo in cui si lavora o dalla quantità delle ore mentre sono fortemente condizionate dalla visione e dalla leadership imprenditoriale. Passata l’emergenza gli imprenditori avranno una straordinaria occasione per ripensare l’organizzazione delle proprie imprese, ridefinirne le strategie e renderle più pronte a cogliere le nuove opportunità. Sarà anche una straordinaria occasione per l’emersione di nuovi talenti imprenditoriali che vorranno cimentarsi sulle grandi sfide ambientali e sociali che avremo davanti nei prossimi decenni. C’è da sperare che queste opportunità saranno colte anche dagli enti e dalle istituzioni pubbliche, più vischiose ai cambiamenti proprio per lo scarso spazio che in essi viene riservato alla leadership imprenditoriale. Le prospettive del dopo crisi dipenderanno in modo cruciale non solo dall’entità della manovra di spesa pubblica ma anche dalla diffusione della propensione imprenditoriale e dalla qualità della visione e della leadership che sapranno esprimere gli imprenditori, vecchi e nuovi. Le Marche, come noto, hanno basato buona parte del proprio successo economico proprio sulla diffusione della propensione imprenditoriale. Sarà l’elemento di forza della regione anche nella ripresa dopo la crisi.

*Docente di Economia dell’Università Politecnica delle Marche
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