L’invocazione, guardando all’imminente elezione del prossimo Capo dello Stato, di un semi-presidenzialismo di fatto da parte di un ministro e uomo politico importante come Giancarlo Giorgetti rende bene l’idea della condizione in cui versa la politica italiana. Sotto Draghi, il nulla. Non che le parole del Ministro dello Sviluppo Economico sia particolarmente scandalose in sé, è noto quanto negli ultimi vent’anni il ruolo del Capo dello Stato si sia ampliato e abbia assunto un ruolo politico più decisivo. Molti già nell’era Napolitano parlarono di una qualche forma di presidenzialismo materiale che si era innestato sulla Costituzione formale. La presidenza della Repubblica scandisce la possibilità di ritorno alle urne o meno, può aiutare la formazione di maggioranze in Parlamento, nei momenti di crisi compone governi tecnici o ricerca capi di governo in grado di dominare un Parlamento riottoso ed inconsistente. Il Capo dello Stato rappresenta, soprattutto, il tramite del vincolo esterno della politica europea ed internazionale. Lo stesso Mattarella di fronte alla coalizione populista di Lega e Movimento 5 Stelle è stato determinante nella scelta e nel posizionamento dei ministri al fine di mantenere il governo del paese lontano dalle sirene no euro; così come è stato attore centrale prima nella formazione del governo Conte 2 tra Pd e Movimento 5 Stelle, con la scelta di non sciogliere le camere e cercare un’altra maggioranza in Parlamento, e poi nel garantire una continuità nella composizione del Consiglio dei Ministri quando si è passati al governo Draghi. In questa descrizione non c’è nulla che esorbiti dalla lettera scritta della Costituzione, ma tale capacità decisionale della Presidenza della Repubblica si espande perché sono deboli i partiti. Nella cosiddetta “prima repubblica” non c’era bisogno di questa funzione di supplenza. Oggi invece le formazioni politiche italiane sono estremamente deboli. Così precarie da aver scelto di auto-commissariarsi, accettando il governo Draghi, per non caricarsi sulle spalle la responsabilità del Pnrr.
*Docente di Storia delle Istituzioni Politiche Università Luiss Guido Carli
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