La spiaggia di Portonovo nella riviera del Conero

Area Marina Protetta del Conero tra i numeri di scienza e politica

di Roberto Danovaro
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 23:26

Scienza e politica hanno una cosa in comune: devono tener conto dei numeri. Per la scienza i numeri sono tutto, mentre per la politica i numeri che contano sono quelli delle elezioni. Purtroppo, la similitudine tra scienza e politica finisce qui poiché mentre servono dati oggettivi per muovere ogni passo di una ricerca, il percorso della politica è soggettivo e frutto di processi anche emotivi o sociali.

Ma se il voto è il naturale terreno di confronto della politica, risulta difficile capire perché la commissione creata dal Comune di Ancona si sia espressa negativamente sulla proposta di referendum per l’istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero. Quando la politica ha paura di confrontarsi con l’opinione pubblica è sempre un segnale di debolezza. Da oltre 20 anni i buoni propositi della politica dorica svaniscono nelle pratiche della realpolitik.

Ricorrere al referendum sembrerebbe la strada più corretta e democratica per verificare se questi politici sono realmente portatori del volere dei cittadini. Il tentativo di impedirlo da parte della commissione del Comune di Ancona goffo e irragionevole come un azzeccagarbugli che cerca una scusa burocratica per negare un diritto sacrosanto. Il quesito proposto era molto semplice: caro cittadino vuoi fare un’area marina protetta al Conero?

Ma la commissione ha trovato la proposta ambigua. Secondo la commissione il quesito avrebbe dovuto chiarire anche le conseguenze negative, la perimetrazione dell’area. Come se al referendum contro il nucleare avessero chiesto ai promotori di spiegare le conseguenze della scelta sulla bolletta della luce e in quale città non si sarebbero dovute costruire centrali atomiche. Molti cittadini stanno assistendo increduli e scoraggiati a questo imbarazzante balletto.

È anche vero che il referendum sarebbe una sconfitta per il Comune di Ancona, sia per la maggioranza sia per l’opposizione, poiché costituirebbe la prova provata dell’incapacità del Comune di prendere una decisione seria e lungimirante su un argomento che sta a cuore ai cittadini. Al contempo, il silenzio di questi ultimi giorni e le dichiarazioni rilasciate dalla Sindaca Mancinelli suggeriscono che esiste ancora uno spazio per approfondire e prendere una decisione ragionevole.

Insomma, la Sindaca può ancora orientare in modo positivo la decisione per quello che è diventato il simbolo per il nostro territorio di entrare nel processo di Transizione Ecologica del Paese o restarne fuori.

Anche perché, nel tempo, sono state chiarite tutte le fake news generate sull’area protetta. Provo a ricordarne alcune: l’area marina protetta è stata definita come “un carrozzone politico”, “un mare senza niente di prezioso da proteggere”, “una scelta che farà male all’industria diportistica”. Niente di più falso: gli studi fatti dall’Università Politecnica delle Marche e dal Cnr dimostrano che tutte queste obiezioni sono completamente infondate. È vero il contrario semmai.

Inoltre, il recente incontro avuto tra Comune di Ancona e Ministero della Transizione Ecologica ha chiarito, per l’ennesima volta, il supporto anche economico che sarebbe fornito all’amministrazione comunale. Non arriverà un extraterrestre a scrivere il regolamento per la gestione dell’area protetta, sarà il Comune di Ancona a farlo, nessuno potrà impedire agli anconetani di godere del loro mare. Sarà lo stesso Comune di Ancona a decidere cosa si potrà e non si potrà fare all’interno dell’area marina protetta, come gestirla e cosa proteggere.

Tuttavia, per risolvere questa impasse servono determinazione, coraggio e visione. Le ragioni di urgenza ci sono, ci sono ritardi accumulati da tempo oltre a una crescente insofferenza da parte di molti cittadini. Se il Comune dirà di no all’area protetta del Conero credo che sarà smentito dai cittadini con un nuovo referendum (prima o poi un quesito referendario dovrà essere ammesso), se non prenderà posizione farà una figuraccia (non solo a livello locale) ma se al contrario deciderà di istituirla potrà vantarsi di quello che nessuno è riuscito a fare in vent’anni: creare un’area protetta che l’Italia ci invidierebbe, qualcosa da lasciare ai nostri figli e nipoti.

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