L'accensione dell’albero in piazza Duomo a Milano

L’albero di Natale vero o finto? Meglio un abete di montagna

di Roberto Danovaro
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 09:30

È ora di preparare l’albero di Natale. In molti lo hanno fatto ieri, 8 dicembre, come da tradizione, ma moltissimi ancora non lo hanno fatto e magari devono comprarne uno. Siamo di fronte ad uno dei dilemmi del Natale: albero vero o albero finto? Normalmente, chi compra quello vero sceglie un abete rosso (Picea abies), diffuso soprattutto sulle Alpi orientali, ma può anche comprare un abete bianco (Abies alba) presente sia sulle Alpi sia sull’Appennino. Nella tradizione centro-europea l’albero di Natale è l’abete bianco mentre in Italia è più utilizzato l’abete rosso. L’alternativa è un albero finto, generalmente di plastica. Ogni anno si comprano circa quattro milioni di alberi di Natale. Quasi nove case su dieci ne posseggono uno o più di uno perché spesso all’albero di Natale principale si affianca qualche piccolo alberello di contorno. Almeno sette italiani su dieci comprano un albero artificiale. Ma qual è la scelta più ecologica? Sebbene in molti ritengano che gli alberi di plastica siano più ecologici, in quanto la loro scelta permetterebbe di salvare alberi veri da morte quasi certa, pensando così di contribuire alla salvaguardia delle foreste, la realtà è un’altra. È di gran lunga più ecologico e sostenibile acquistare alberi di Natale veri. Nessuna foresta viene danneggiata dall’acquisto di un abete rosso o bianco. Gli alberi vivi che compriamo sono coltivati con regole molto stringenti e sotto il controllo dei Carabinieri Forestali. Ne esistono di due tipi: con e senza radici. È evidente che solo quelli con le radici possono sopravvivere mentre quelli senza radici, detti “cimali”, ovvero le cime di alberi che sono stati tagliati in bosco per produrre legno, non possono sopravvivere. La cima dell’abete ha scarso valore come legno da mobili e viene generalmente lasciata a terra nei boschi. È da chiarire che i boschi possono essere tagliati solo per fare dei diradamenti, per rendere il bosco più sano e nel rispetto di severe norme su cui vigilano i Carabinieri Forestali. Sia che scegliamo un albero con radici o senza facciamo sempre una scelta più corretta rispetto a un albero artificiale perché se compriamo un cimale aiutiamo le foreste perché ricicliamo la loro biomassa che altrimenti sarebbe diventata pellet per le stufe.

Gli alberi con radici inoltre possono sopravvivere ed essere rimessi in natura o lasciati in vaso per essere riusati l’anno successivo. Ovviamente non vanno piantati nel proprio giardino se non si è in una zona a clima continentale. Certamente non ha senso piantarli in riva al mare dove crescono i pini marittimi da non confondere con gli abeti. Inoltre, gli abeti crescono molto e con le loro radici possono creare problemi alle strade o alle case. Ma occhio a non piantarli in aree in bosco naturale. Questa operazione richiede l’intervento di esperti per evitare problemi di inquinamento genetico o l’introduzione di patogeni che potrebbero attaccare gli alberi selvatici. Insomma, usare alberi di Natale veri ha un impatto ambientale limitato, sicuramente inferiore all’uso di alberi in plastica, e contribuisce all’economia di un settore economicamente e socialmente importante. Gli alberi veri hanno un’impronta ecologica più bassa rispetto a quelli artificiali. Quelli artificiali sono di Pvc o polietilene (plastiche molto dure e non biodegradabili), ovvero sono derivati dal petrolio. Un albero artificiale di due metri ha un’impronta ecologica pari a circa 40 chilogrammi di emissioni di gas serra di cui il 66% è dovuto all’uso di petrolio, il 25% alla sua lavorazione e il restante 9% al trasporto. Quindi meglio ancora se oltre a comprare alberi vivi, compriamo abeti italiani, perché in questo caso faremmo un acquisto quasi a chilometro zero. L’abete rosso natalizio viene prodotto sia in Toscana sia in Veneto e quindi anche il trasporto e il rilascio di CO2 è minimo. Se invece vengono importati da Danimarca, Germania o Finlandia il loro trasporto attraverso migliaia di chilometri causa il rilascio di una notevole quantità di anidride carbonica. Ma se consideriamo che quasi tutti gli alberi artificiali vengono dalla Cina, il bilancio resta sempre largamente a favore degli alberi vivi. La scelta più ecologica per il nostro albero di Natale, sia che finisca la sua vita in discarica o nella stufa, sia che venga piantato in giardino, è sempre quella di un vero abete.

* Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine

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