Ricordare il valore della libertà: la Costituzione guida dei giovani

Ricordare il valore della libertà: la Costituzione guida dei giovani

di Sauro Longhi
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Lunedì 26 Aprile 2021, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 16:06

Ieri 25 Aprile si è festeggiata la Liberazione, la festa della Libertà riconquistata. Come disse, all’inizio della mia generazione nel 1955, Piero Calamandrei nel discorso introduttivo sulla Costituzione agli studenti di Milano: «La Libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai». La libertà deve essere alimentata, difesa con un impegno politico e sociale costante. La Costituzione ne sancisce il valore, ne individua i confini, ne condivide lo spirito, noi dobbiamo difenderne il valore impegnandoci per abbattere ogni ingiustizia sociale ed economica, ogni discriminazione, evitando così scelte populistiche o nazionalistiche, tanto di moda in questo periodo, che portano a rinunciare all’impegno politico demandando ad altri, magari con pieni poteri, le scelte politiche e sociali, privandosi così della libertà di farlo. Il 25 Aprile è la festa dei tanti che dopo anni di dittatura, di guerra, di deportazioni in campi di sterminio, ritrovano la libertà e fondano la democrazia. Limpido il messaggio del Presidente Sergio Mattarella «ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo italiano di liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta». Questi sono i valori che dobbiamo trasmettere alle giovani generazioni. Ragazze e ragazzi che 76 anni fa’ hanno combattuto e vinto una dura battaglia contro la dittatura per fondare un Paese democratico, inserito in un contesto europeo, e per donarci il più lungo periodo di pace e di crescita sociale e culturale oltre che economica. Senza l’impegno, spesso pagato con la morte, di queste ragazze e di questi ragazzi avremmo ancora in vigore le leggi razziali, una dittatura e l’annientamento di ogni libertà di pensiero, di espressione e l’assenza di una rappresentanza democratica liberamene eletta da tutti. Ricordiamolo, tutto questo hanno combattuto e vinto. Come sarebbe stato il nostro Paese senza il loro impegno? Questa limpida verità a volte viene negata, confusa, annebbiata da alcune persone che hanno responsabilità amministrative e politiche o, ancora più grave, responsabilità educative. Quest’anno è accaduto anche nella nostra Regione, con una lettera inviata a tutti gli Studenti dal Direttore dell’Ufficio Scolastico delle Marche, dove si omette di ricordare che fu una lotta contro l’autoritarismo, il confino, il carcere e la violenza come strumento di governo, negando di fatto quanto ricordato dal Presidente Mattarella nel suo discorso. Ai più giovani la storia va presentata nella sua coerenza e verità, senza interpretazioni o distorsioni, per evitare di riproporre gli stessi errori e orrori. Invito gli insegnanti, anche in questo periodo di didattica frammentata, di dedicare spazio per raccontare ai propri studenti la nostra recente storia, vissuta dai nostri genitori e nonni, perché solo dalla comprensione degli errori commessi si può evitare di commetterne altri.

Vanno usate parole e concetti semplici, magari prese dalla nostra Costituzione che custodisce lo spirito della Liberazione. Ad esempio l’art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche di condizioni personali e sociali…”. E ricordando in maniera semplice e diretta che senza il sacrificio di quelle ragazze e di quei ragazzi, tutto ciò non esisterebbe, avremo ancora distinzioni in base alla razza, alle opinioni politiche, alle condizioni sociali, spiegando loro che negli anni prima della Liberazione fu prima vietata la frequenza alla scuola e all’università a molti giovani Italiani solo perché di religione diversa e poi questi studenti furono deportati e sterminati. La Costituzione, per ogni insegnante, indipendentemente dalla materia di insegnamento, deve essere continua fonte di ispirazione, per la responsabilità che abbiamo nel formare i cittadini di domani. Ho sempre con me nel mio zaino una copia della Costituzione, e da Rettore, quando incontravo studentesse e studenti spesso introducevo il mio discorso con la lettura di un articolo della Costituzione. Quello da me più usato è l’art. 34: “La scuola è aperta a tutti… I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi…” La Scuola e più in generale l’Istruzione rappresentano ancora gli unici strumenti per garantire una crescita sociale, culturale ed economica a tutti, indipendentemente dal censo e dalle culture di appartenenza, anche se negli ultimi anni questa capacità, si è attenuata e per alcuni annullata. Come insegnanti abbiamo l’obbligo di contrastare tutto questo per dare a tutti le stesse opportunità e lasciare un segno concreto nelle giovani generazioni. La regione Marche per cultura e tradizioni è stata ed è una regione aperta, inclusiva, solidale e plurale, con esperienze diffuse di cooperazione e dove mai si perderà il significato ed il valore storico della Liberazione. Anche perché, come alcuni recenti studi sembrano confermare, la canzone Italiana più nota, la più conosciuta al mondo, la più tradotta in lingue diverse, è la canzone della Resistenza, Bella ciao, che sarebbe stata composta dai Partigiani che lottavano nel 1944 sul San Vicino, il monte di fronte alla mia finestra. È bello immaginare tante ragazze e tanti ragazzi andare in battaglia per conquistare la libertà cantando la canzone nata sulla nostra terra: “Una mattina mi son svegliato, oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!”.


*Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Facoltà di Ingegneria Università Politecnica delle Marche

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