Comuni e Regioni potranno spiare nei conti correnti dei contribuenti. Ecco come e perché

Comuni e Regioni potranno spiare nei conti correnti dei contribuenti
Comuni e Regioni potranno spiare nei conti correnti dei contribuenti
di Umberto Mancini
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Sabato 12 Settembre 2020, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 06:57
Comuni e Regioni potranno entrare nei conti correnti dei cittadini. Sul segreto bancario cadono quindi gli ultimi veli perché dopo l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza, d’ora in avanti anche gli enti locali avranno libero accesso all’archivio dei rapporti finanziari. Una vera rivoluzione con effetti potenzialmente dirompenti per non dire pericolosi. E con il diritto alla privacy, tanto per citarne solo uno, a rischio violazione. 

Ovviamente la nuova incursione avrebbe lo scopo di rendere, almeno in via teorica, più efficiente la riscossione delle imposte e tasse di competenza. Appare invece come l’ennesima invasione di campo che sovrappone, tra l’altro, più competenze. Ad aprire la porta ai funzionari dei Comuni e a quelli regionali e provinciali è una norma del maxi-emendamento al Decreto semplificazioni, norma camuffata dietro rimandi e commi tanto da risultare difficilmente intellegibile ai più. E, come spesso accade con le materie fiscali, passata sotto silenzio. Di fatto però la nuova regola introdotta nel provvedimento consente l’accesso ad una poderosa banca dati senza prevedere però meccanismi di controllo e abilitazione per i funzionari degli enti locali che dovranno sbirciare nei conti. O almeno lasciando alla buona volontà degli enti locali di costruire da zero un qualche meccanismo di tutela e controllo della complessa procedura. 

La delicatezza delle informazioni relative ai rapporti di natura bancaria, ovvero su saldi e movimenti, aveva consigliato, almeno finora, un uso molto prudente di questo strumento anti-evasione, selezionando i soggetti abilitati ad accedere ai dati sensibili. La stessa Guardia di finanza non aveva un vero e proprio accesso diretto a tali informazioni, dovendo necessariamente ottenere il via libera dall’Agenzia delle entrate. Pochissimi poi e super tracciati gli alti funzionari in grado di aprire i files per vedere entrate e uscite mensili, investimenti finanziari, stipendi, libretti postali, incassi, e depositi. Tutele e meccanismi studiati ad ho per impedire violazioni pericolose ma che al momento non sono indicati da nessuna normativa specifica per gli enti locali. 

Nel decreto approvato dal governo è scritto nero su bianco all’articolo 17 bis che Comuni, province, regioni e, in generale tutti gli enti locali, per «semplificare» il processo di riscossione delle loro entrate potranno accedere non solo ai dati dell’anagrafe tributaria, ma anche a quelli estremamente sensibili, contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari. 

L’ingresso in massa degli enti locali rafforza il “Grande fratello fiscale” e dilata a dismisura il numero dei soggetti in possesso dei poteri di controllo. La norma se da un lato allarga ail campo d’intervento, dall’altra non affronta tutta una serie di problematiche relative ai controlli a monte. A partire, come si accennava, dalle necessarie autorizzazioni fino all’accesso ed alla tracciabilità dei singoli funzionari abilitati ad acquisire e ad estrapolare dai conti le informazioni di interesse per gli enti locali. 

Ma chi controllerà le procedure? Chi vigilerà sui funzionari comunali o regionali? Chi sarà responsabile dell’iter amministrativo e degli uffici che vanno a caccia di evasori fiscali? Tutte domande a cui bisognerà dare una rapida risposta per evitare possibili distorsioni e, sopratutto, garantire i diritti dei contribuenti.

La dilatazione dei soggetti che possono sbirciare ed acquisire informazioni sui rapporti bancari e finanziari degli italiani dovrebbe infatti prevedere l’adozione di misure di sicurezza ancora più rigide e stringenti a presidio di potenziali intrusioni non autorizzate. 

Per quanto riguarda il contenuto dell’archivio dei rapporti finanziari è bene ricordare che negli ultimi tempi è stato sempre più arricchito e implementato. Ed oggi, grazie alle costanti comunicazioni telematiche effettuate dalle banche, dalle Poste e più in generale da tutti gli intermediari finanziari, contiene una mole di dati enorme e dettagliata: dall’ammontare delle movimentazioni effettuate ai saldi iniziali, finali ed intermedi di ogni singolo rapporto bancario di ogni contribuente. Un Grande Fratello fiscale in grado di vigilare e supervisionare la nostra vita e che va regolamentato per impedire illeciti e violazioni.
 
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