Statali, i sindacati: «Per il rinnovo
dei contratti servono 7 miliardi»

Statali, i sindacati: «Per il rinnovo dei contratti servono 7 miliardi»
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Martedì 16 Agosto 2016, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 16:13
ROMA - «Sappiamo tutti che il costo di un rinnovo triennale dei contratti si attesta, a regime, intorno ai 7 miliardi ed è quindi questa la cifra che il Governo deve mettere sul piatto della bilancia, diversamente sarebbe ragionare sul nulla. Che le risorse, a legislazione vigente, ci siano non è un mistero, lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo: agire sulla politica dei bonus, sulle consulenze esterne nella P.A., sulla reinternalizzazione dei servizi, sul sistema degli appalti e degli acquisti e restituire anche ai lavoratori il frutto del lavoro compiuto con la lotta all'evasione fiscale». Così in una nota il segretario generale della Uilpa Nicola Turco.

«Con tali azioni - aggiunge - raggiungere la cifra di 7 miliardi a regime sarebbe un gioco da ragazzi, consentendo anche la destinazione di ulteriori risorse ad interventi mirati a rendere più funzionale la Pubblica Amministrazione (reclutamento di nuovo personale, formazione e aggiornamento professionale dei dipendenti, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, potenziamento delle tecnologie, etc.)».

Le notizie sulla frenata del Pil - conclude - no «possano fare da apripista a nuove fumate nere sulla disponibilità delle risorse necessarie alla ripresa della contrattazione, perché ciò, è del tutto evidente, genererebbe una frattura insanabile, rendendo inevitabile l'apertura di un grave conflitto, che nessuno vuole in quanto dannoso per tutti, ad iniziare dalla funzionalità del servizio pubblico e dalle esigenze della collettività. È giunto il momento di cambiare la prospettiva in cui inquadrare il rinnovo contrattuale e, soprattutto, di riqualificare il lavoro pubblico, conferendogli il valore che gli spetta in quanto volano per lo sviluppo e la competitività del Paese».

La somma di 10.400 euro a lavoratore: a tanto ammonterebbe, secondo il Codacons, l'equo indennizzo a compensazione del mancato adeguamento del trattamento economico-stipendiale, per il periodo compreso tra il primo gennaio 2010 e il 30 luglio 2015. L'associazione dei consumatori annuncia infatti di aver presentato una class action davanti al Tar del Lazio, contro il blocco degli stipendi nel pubblico impiego, ricordando una sentenza (la n. 178 del 24 giugno 2015) della Corte Costituzionale sull'illegittimità del regime di blocco del rinnovo della contrattazione collettiva per il personale pubblico dipendente attuato con il DL n. 78/2010, conv. in Legge n. 122/2010.

Una class action da «oltre 33 miliardi da restituire a 3,2 milioni di lavoratori» dice il Codacons. «A distanza di oltre un anno dall'esecutività della sentenza della Corte, nulla è stato fatto e milioni di pubblici dipendenti attendono ancora il rinnovo del contratto», sottolinea l'associazione spiegando che il ricorso collettivo è «finalizzato a ottenere la condanna al risarcimento del danno subito da ciascun ricorrente per il periodo compreso tra il 30 luglio 2015 e tutt'oggi, e alla corresponsione di un equo indennizzo, a compensazione del sacrificio imposto ai ricorrenti per effetto del mancato adeguamento del trattamento economico-stipendiale, per il periodo compreso tra il 1 gennaio 2010 e il 30 luglio 2015, anche a titolo di arricchimento senza causa dell'amministrazione, per un totale complessivo di 10.400 euro a lavoratore».
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