Scuola, un anno per trasferire i prof
Supplenze vicino casa rinviando il ruolo

Scuola, un anno per trasferire i prof Supplenze vicino casa rinviando il ruolo
di Lorena Loiacono
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Giovedì 20 Agosto 2015, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 11:42
ROMA - L’anno scolastico della svolta, quello che avrebbe dovuto vedere il debutto della riforma della scuola targata Renzi-Giannini, in realtà sarà solo un anno di tregua. Almeno per tutti quei precari che, alle assunzioni proposte dal governo Renzi, hanno detto no. Tra loro ci sono sia l’esercito del gran rifiuto, che resta barricato nelle graduatorie ad esaurimento in attesa di tempi migliori, sia quella schiera di docenti che resteranno supplenti per un anno nonostante l’immissione in ruolo. Grazie alla possibilità, prevista dal Miur, di consentire ai neoassunti di accettare incarichi di supplenza fino al 30 giugno. Ancora per un anno. Per loro, quindi, si posticipa tutto a settembre 2016. Proprio come accade per l’avvio degli albi territoriali e della cosiddetta chiamata diretta dei presidi, rimandati a settembre del prossimo anno. Dunque la riforma parte a metà. Un anno di riflessione, quello alle porte, per capire dove andrà la scuola. A tendere una mano ai docenti, è stata la ministra Stefania Giannini che in merito alle supplenze sull’organico di fatto ha chiesto espressamente agli uffici scolastici territoriali di effettuare le nomine entro l’8 settembre. Si tratta degli incarichi di docenza fino al termine delle lezioni.



Una sorta di compromesso tra le parti che sta dando i suoi frutti e che da qualcuno viene però interpretato come una cessione alle pressioni dei sindacati: i docenti infatti non dovranno rinunciare all’assunzione prevista dalle fasi B e C ma non dovranno neanche affrontare subito i trasferimenti. Tra le motivazioni che hanno spinto tanti precari a non accettare l’assunzione, infatti, c’è proprio la possibilità di vedersi offrire una cattedra lontano da casa, anche fuori dalla regione in cui per anni hanno insegnato non senza progettare la propria vita e mettendo su famiglia. Si resta in attesa: è la stessa necessità espressa dai circa 30mila precari che, “boicottando” la riforma, non hanno presentato la domanda per far parte delle fasi B e C del piano straordinario di assunzioni. Loro saranno solo supplenti, sempre che ci sia un incarico disponibile nella provincia di appartenenza, e il ruolo arriverà con lo scorrimento negli anni a venire. Salvo nuovi stravolgimenti.



L’ATTESA

Aspettano quindi l’incarico di supplenza, come ogni anno, nelle scuole della provincia di cui fanno parte. La valigia quindi può attendere, almeno per un altro anno, poi si vedrà. Ma questa tregua in realtà non soddisfa i sindacati che, comunque, portano avanti la loro battaglia pensando già ad uno sciopero in vista dell’autunno che si preannuncia rovente. «Siamo convinti che il potenziamento degli organici – denuncia Domenico Pantaleo della Flc Cgil – non sarà altro che un tappabuchi, con cui coprire le supplenze che resteranno scoperte. Le graduatorie infatti non verranno esaurite: ci sono ancora i 30mila iscritti, che non vogliono l’assunzione, e gli oltre 20mila della scuola dell’infanzia che pur avendo presentato regolare domanda non saranno assunti fino a che non sarà pronto il piano per il settore che riguarda la fascia 0-6 anni. Ci sono inoltre tutti coloro che stanno presentando i ricorsi per rientrare nelle graduatorie. L ’11 settembre ci sarà un incontro le tra le rappresentanze sindacali al teatro Quirino di Roma, per organizzare un piano di lotta e mobilitazione e per difendere i diritti di tutti i docenti. Ne uscirà un piano di mobilitazioni unitario».



GLI STUDENTI

E gli insegnati, in questo percorso, saranno affiancati dagli studenti: «La mobilitazione ci vede uniti – assicura Danilo Lampis dell’Unione degli studenti – per il 23 settembre lanceremo la notte bianca della scuola con occupazioni pomeridiane negli istituti mentre il 9 ottobre invaderemo le piazze con cortei in tutta Italia e blocchi nelle città. Una protesta contro l’austerità e la mancanza di democrazia, coinvolgendo tutte le scuole e le università. Vogliamo contestare i comitati di valutazione e gli organi collegiali così come saranno riformati, bloccando l’ingresso dei privati nelle scuole e promuovendo assemblee permanenti anche con la collaborazione dei genitori».
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