Reddito di cittadinanza, pronte 130mila disdette ma per rinunciare bisogna pagare

Reddito di cittadinanza, pronte 130mila disdette ma per rinunciare bisogna pagare
Reddito di cittadinanza, pronte 130mila disdette ma per rinunciare bisogna pagare
di Francesco Bisozzi Luca Cifoni
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Mercoledì 15 Maggio 2019, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 11:04

Si pagherà per rinunciare al reddito di cittadinanza. Già perché chi disdirà il sussidio dovrà restituire in blocco quanto percepito con la card. È quanto trapela dai Caf, in attesa che venga resa nota la procedura per poter richiedere lo stop dei bonifici e quindi uscire dalla platea dei beneficiari. La fuga riguarda una platea potenziale che può arrivare a 130mila persone. Sull'entità degli importi da ridare indietro e le relative modalità dovrebbe fare maggiore chiarezza una circolare dell'Inps in arrivo nei prossimi giorni, in cui verranno affrontati anche altri aspetti ancora poco limpidi, a incominciare dai tempi che saranno necessari per elaborare le rinunce.

Le domande di disdetta dovranno espletare una serie di passaggi che richiederanno settimane, se non mesi, prima che le card vengano bloccate. A quanto emerso finora, le mensilità già incassate andranno restituite in un'unica soluzione, proprio come avvenuto in passato quando è stato chiesto a una parte dei beneficiari degli 80 euro di Matteo Renzi di restituire il bonus per mancanza di requisiti.
 





Per permettere ai beneficiari delusi di rinunciare al reddito di cittadinanza è necessario aprire un nuovo canale telematico attraverso cui far passare le richieste dei pentiti. Dopodiché le domande andranno trasmesse all'Inps, a cui spetterà elaborare i rifiuti e rendere operativo lo stop. Oggi a voler fare un passo indietro sono soprattutto i cittadini che hanno ricevuto somme al di sotto dei 100 euro e che non sono più disposti a sobbarcarsi gli obblighi lavorativi che la misura contempla: entro luglio oltre 300 mila beneficiari dovranno siglare un patto per il lavoro, stima l'Ufficio parlamentare di bilancio. Ma a giudicare delle posizioni accumulate finora dai Caf sparsi in tutta Italia anche chi ha ottenuto somme inferiori a 300 euro si starebbe interrogando sul da farsi. I bassi importi erogati a molti rendono infatti il sussidio poco competitivo rispetto al lavoro nero. E visto che per i furbetti sono previsti fino a sei anni di carcere, a quanto pare c'è chi preferisce liberarsi da questo vincolo per tornare alla vita di prima senza correre particolari rischi. Sono circa 60 mila i nuclei che hanno ottenuto in questi giorni somme minori di 100 euro: il grosso delle defezioni si concentrerà in questa fascia di utenti. Considerati i tempi tecnici necessari per elaborare le domande di rinuncia, chi vorrà disdire il sussidio quest'estate si ritroverà a dover restituire almeno tre mensilità: se non è una penale, poco ci manca.

La multa nei casi peggiori potrebbe arrivare a valere attorno ai 300 euro. Ma nel gruppo dei pentiti potrebbero confluire come detto anche i percettori di somme comprese tra 100 e 300 euro. Nel loro caso però gli importi da ridare indietro saranno inevitabilmente più elevati. Per esempio, chi deciderà di rinunciare al sostegno pur intascando ogni mese un assegno di 300 euro si potrebbe ritrovare a dover restituire allo Stato quasi mille euro. Nel complesso sono circa 130 mila le famiglie che hanno ricevuto importi tra 40 e 300 euro, dunque molto distanti dai 780 euro promessi. Il 13% dei nuclei che hanno presentato domanda per il reddito di cittadinanza a marzo ha incassato tra 40 e 100 euro questo mese, circa 40 mila famiglie hanno ottenuto tra i 100 e i 200 euro mentre altre 30 mila (il 7,2% sul totale degli attuali aventi diritto) hanno ritirato una card con un plafond di spesa che oscilla tra 200 e 300 euro.

LE TAPPE
Dai Caf fanno sapere però che a voler disdire il sussidio non sono solo i beneficiari con obblighi lavorativi sulle cui tessere sono state accreditate somme decisamente al di sotto delle aspettative. Alcune pratiche sono state congelate anche solo per un email o un numero di telefono errato: i centri di assistenza fiscale tuttavia non dispongono di canali telematici tramite cui comunicare all'Inps integrazioni di questo tipo. Così per risolvere l'impasse c'è chi sta pensando di ricominciare tutto da capo, ma per poterlo fare deve prima provvedere ad annullare la domanda originale. Per chi rinuncerà al reddito di cittadinanza tuttavia non è escluso che dovrà passare un certo periodo prima che possa presentare di nuovo la richiesta per il sussidio. Nel frattempo, le istanze presentate per accedere al beneficio hanno superato il milione. Alla luce di un tasso di rifiuto del 75%, si stima che il prossimo mese la platea dei sussidiati arriverà a inglobare 750 mila famiglie contro le attuali 500 mila.

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