Baldassarri: "Un'opera
che ha un valore storico"

Baldassarri: "Un'opera che ha un valore storico"
di Luca Patrassi
5 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Gennaio 2015, 15:42 - Ultimo aggiornamento: 16:18

MACERATA - “E’ la più grande opera portata a termine nelle Marche con un solo progetto dai tempi dell’impero romano”.

Mario Baldassarri usa un’immagine colorita ma i fatti sono quelli visto che si parla del varo - oggi fino a Colfiorito, a maggio fino a Foligno - della superstrada Valdichienti. Due miliardi e rotti di euro e grande attenzione all’impatto ambientale fino all’utilizzo del “dune” per nascondere l’arteria nei tratti più importanti anche sotto il profilo archeologico. Mario Baldassarri è sicuramente l’uomo cui si deve l’opera visto che ha ideato il piano anche finanziario, lo ha sostenuto quando era al Governo ed ora lo vede al taglio del nastro.

E’ arrivata la strada dei sogni per i marchigiani?

Non era affatto un sogno ma un progetto concreto con il più grande investimento fatto nelle Marche negli ultimi duemila anni, in una singola opera non si sono mai messi due miliardi e 100 mila euro. Il problema, semmai, è per chi lo ha combattuto e ne ha ritardato i lavori. Mentre sull’Ancona-Perugia ci sono ritardi per le note vicende di chi ha vinto la gara sulla Valdichienti chi ha vinto la gara ha completato l’opera.

Costo a parte, quali sono i punti di forza dell’arteria?

Io l’ho vista, è bellissima, oltre ad essere utile per il territorio risponde a criteri all’avanguardia in Europa in tema di tutela dell’ambiente.

Abbiamo dovuto attendere il terremoto per scoprire che in quelle strade non passavano neanche le ambulanze.

Un piano innovativo anche dal punto di vista economico con le aree di “cattura valore”.

Quelle sono potenzialità che devono ancora essere utilizzate fino in fondo finchè la strada non c’è il privato non investe ma ora quel tipo di investimento diventa molto più concreto: non è una striscia di asfalto ma una arteria viva ai cui lati deve nascere la promozione del territorio. Oggi la prima apertura, il completamento sarà a giugno ma per chi ha aspettato trenta anni, attendere tre mesi in più non è un gran sacrificio.

Oggi il debutto, cosa ricorda della nascita del piano?

Il progetto l’ho inventato io, ne ho parlato nel 2001 con l’architetto Fabrizio Romozzi: avevo sempre vissuto il dilemma della vallata del Chienti o del Potenza con il Cornello, ricordo le discussioni con l’architetto Luigi Cristini ma l’asse Civitanova Foligno in parte c’era già. Allora mi accusarono di voler privilegiare la mia terra di nascita (Macerata) rispetto alla terra di elezione (Ancona) ed allora risposi al governatore Spacca: “Facciamo la Quadrilatero che consiste nella superstrada e nella pedemontana e così nacque il progetto e la parola Quadrilatero, il quarto lato è la terza corsia dell’autostrada che feci mettere nel progetto autostradale fino a Pedaso poi il comune di Porto San Giorgio ha fatto pasticci.

Cosa pensa invece che non funzioni?

Il punto nero è lo sbocco a Civitanova, è assurdo che la superstrada arriva e si ferma a un semaforo, il progetto prevedeva il cavalcavia che andava nella zona dei parcheggi e a questo il Comune di Civitanova si è opposto: la madre dei miopi è sempre incinta.

Il proverbio per la verità non è esattamente così ma rende comunque l’idea. Non solo Civitanova, lei ne ha pure per gli amministratori di Macerata.

Avremmo realizzato anche l’intervalliva di Macerata ma il sindaco Giorgio Meschini ce la fece togliere dicendo “Ce la facciamo noi con la Regione” ma non fecero nulla. Altre bocciature ma anche promossi. Ricordo l’ex presidente della Provincia di Macerata Sauro Pigliapoco, persona saggia che appoggiò il nostro progetto diversamente dal presidente successivo Silenzi.

Guardiamo al futuro, un’opera così non è solo un fatto viario.

Le infrastrutture ci sono ed offrono prospettive ai figli e ai nipoti, l’unica soddisfazione è vederla compiuta. Ho fatto delle rilevazioni storiche, come singolo progetto non c’è mai stato nulla di simile dall’impero romano ad oggi. Bisognava convincere i colleghi di Governo che il progetto Quadrilatero fosse un’opera di interesse nazionale e europeo, non è stato semplice ma ci siamo riusciti: la lotta politica affascinante è sulle proposte e non sulle poltrone.

Quali problemi infrastrutturali restano nelle Marche?

Di questi progetti bisognava farne quattro e invece tutto tace. Penso alla Fano-Grosseto Quadrilatero due, all’uscita dal porto di Ancona e all’arretramento della ferrovia da Montemarciano a Varano formando un lungomare di 20 km. La Valdichienti è stata fatta, le altre le ho presentate e proposte all’allora presidente delle Ferrovie Moretti e all’allora sindaco di Ancona Sturani. Poi si sono alternati governi di centrosinistra e di centrodestra ma non si è realizzato nulla.

Lei invece che vantaggio ha avuto?

Quando lanciai l’idea della società di scopo Quadrilatero l’esigenza fondamentale era quella di avere un presidente e un Cda di valore e indipendenti ed ebbi rimproveri anche dalla mia parte politica. Il presidente Gennaro Pieralisi e il vicepresidente Ermanno Pupo garantirono competenze ed equilibrio e non spartizione partitica: in più avevo un direttore tecnico che ci capisce del progetto come Fabrizio Romozzi. L’altro elemento è che il presidente Pieralisi aveva un compenso annuo di 15mila euro e Pupo di 10 mila euro: vale a dire servizio civile. Grande merito a chi ha gestito la Quadrilatero fin dall’inizio lanciando tutte le procedure e seguendo i vari iter.

© RIPRODUZIONE RISERVATA