Ecco Bike Point Sos: «un kit salva biciclette per ogni locale»

Ecco Bike Point Sos: «un kit salva biciclette per ogni locale»
Ecco Bike Point Sos: «un kit salva biciclette per ogni locale»
di Gianluca Murgia
4 Minuti di Lettura
Martedì 14 Gennaio 2020, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 12:32

PESARO - Cosa è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione. Il Bike Point Sos ideato e fondato dal pesarese Filippo Grandicelli, guida cicloturistica del rinomato Bike Hotel Belvedere di Riccione, è nato come “schiaffo” alla sfortuna” del pedalatore amatoriale e, dopo cinque anni, è un brand che ha trovato casa in 129 esercenti sparsi in giro per il mondo: dal bar del borgo di Sant’Angelo in Lizzola, il primo a crederci, sui colli pesaresi che hanno dato i natali all’inventore Giovanni Branca, fino al Coffee “La Ciclista” di Londra. «Ma il mio kit di primo soccorso si trova oggi anche in Canada, a Vancouver, Francia, Svizzera e presto Belgio e Germania» spiega Grandicelli elencando le bandierine fin qui piazzate e che, in Italia, vanno da Corvara in Badia a Latina concentrandosi a cavallo di Marche del nord e Romagna.

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La tendenza 
Greta Thunberg andava ancora alle elementari quando la start-up su due ruote di Grandicelli è stata concepita sulle strade care anche a Marco Pantani. Il nuovo ordine ambientalista, i fari accesi sul nostro spicchio di mondo da Lonely Planet, la crescente voglia di intendere il turismo come esperienza sostenibile, slow, salutare di cui il cicloturismo è calzante portabandiera, rappresentano oggi un favorevole puzzle unico: secondo i dati Isnart-Legambiente le presenze cicloturistiche rilevate nel 2018, in Italia, ammontano a 77,6 milioni pari all’8,4% dell’intero movimento turistico tricolore. Oltre 6 milioni di persone hanno trascorso all’interno dei nostri confini una o più notti di vacanza utilizzando la bicicletta registrando un +41% nel quinquennio 2013-2018. Il Pib (Prodotto interno bici) è salito a 7,6 miliardi di euro annui di ricavi. 

L’idea nata pedalando
«Cinque anni fa scendevo in bici per le curve della Repubblica di San Marino - racconta Grandicelli - quando a un certo punto un gruppo di ciclisti, a bordo strada, mi supplica di fermarmi. Avevano un copertone lacerato, non sapevano come proseguire. Erano tedeschi ma parlavano un buon inglese. Gli diedi una mano e gli indicai il negozio specializzato più vicino. Ma pedalando verso casa elaborai l’idea». E l’idea di partenza è stata la realizzazione di un kit che, al costo 170 euro, appoggiandosi a un grossista del settore, potesse comprendere una serie di attrezzi e strumenti necessari a intervenire sui più comuni guasti meccanici che possono capitare durante una uscita in bici, sia da corsa che mountain bike. L’idea successiva è stata quella di creare un vero e proprio network dedicato a cui affiliarsi: su www.bikepointsos.it, dove si trova la mappa degli esercenti convenzionati, attraverso la compilazione di un modulo è possibile chiedere informazioni, acquistare il kit ed entrare nella rete dei bike point esistenti. Ovvero bar, B&B, ristoranti, agriturismi o pensioni. «Locali sempre aperti in cui il kit possa essere utilizzato da chi ne ha bisogno - sottolinea Grandicelli - . Esercizi geolocalizzabili e riconoscibili, de visu, dal nostro “bollino giallo” con codice QR sul portone d’ingresso che contraddistingue il luogo idoneo a una sosta in bici o sui quali costruire veri e propri tour». Posti riconoscibili e familiari al ciclista che, oggi, anche grazie a questo, ha scoperto itinerari interni, lontani dalla costa, prima inesplorati proprio perché sa di poter trovare luoghi di accoglienza, attrezzati con un kit sinonimo di garanzia e professionalità, in cui poter anche fermarsi, mangiare e rifocillarsi. A breve nascerà una vera e propria società dedicata a questo network. 

«Ora servono investitori»
«L’idea originale, grazie alla mia attività di guida, era stata studiata per turisti stranieri, più avanti di noi nell’intuire il progetto: non a caso i più grandi complimenti sono arrivati da loro - fa notare Grandicelli - Ma tra Marche e Romagna negli ultimi anni ho verificato sul campo un cambiamento di mentalità anche tra i ciclisti italiani.

Ora, per compiere lo step successivo, allargando e completando il network “giallo” come il colore del logo che ci contraddistingue, inserendo nei punti gadget dedicati e prodotti mirati, servirebbero investitori interessati. Questo è business fidelizzato perché ti porta dentro al mondo dei cicloturisti, porta i gruppi a visitare posti mirati riscoprendo l’entroterra, destagionalizza e allunga il turismo visto che la stagione sulle due ruote va da aprile a ottobre». 

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