Termosifoni, ecco cosa cambia: si passa da 20 a 19 gradi, ma c’è il nodo controlli

Le misure volute dal governo si affidano soprattutto alla buona volontà dei cittadini. Più concreto invece il risparmio da parte di ministeri ed enti pubblici

Termosifoni, si passa da 20 a 19 gradi: ma c è il nodo controlli
Termosifoni, si passa da 20 a 19 gradi: ma c’è il nodo controlli
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 1 Settembre 2022, 23:52 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 11:12

Si fa presto a dire razionamenti. La stretta sui termosifoni investirà pubbliche amministrazioni, uffici e abitazioni private. Nei condomini con riscaldamento centralizzato toccherà agli amministratori assicurarsi che la temperatura rispetti le soglie fissate dal ministero della Transizione ecologia. Agli uomini e alle donne della Polizia locale il compito poi di effettuare controlli a campione, affinché la stretta non si riveli un flop. La riduzione di un grado della temperatura in case e uffici produrrà, secondo l’Enea, un risparmio dal 5 al 10% dei consumi energetici. Certo molto dipenderà dai comportamenti virtuosi dei cittadini chiamati a risparmiare per far calare la bolletta energetica.

1. Riscaldamento centralizzato, così il giro di vite

Termosifoni accesi per un’ora in meno a partire da ottobre e abbassati a 19 gradi per gli stabili con riscaldamento centralizzato.

Spetterà dunque agli amministratori degli edifici far rispettare la nuova soglia prevista dal piano messo a punto dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, chiamato a calare a terra una strategia (di guerra) per i razionamenti sul gas. Intanto Confedilizia ha sottolineato che negli stabili condominiali abitano oggi molte persone non abbienti, messe in crisi dai rincari sulle bollette di luce e gas e impossibilitate perciò a saldare le quote condominiali. Nel Mezzogiorno i morosi nei condomini raggiungerebbero quote del 70%. 

2. Negli uffici pubblici già in vigore norme anti sprechi

Sciarpe e plaid per gli statali a novembre: i razionamenti non risparmieranno gli uffici pubblici, con una riduzione della temperatura dei termosifoni di un grado. Ma in realtà nelle pubbliche amministrazioni l’operazione termostato aveva già preso il largo: questa estate i condizionatori negli uffici pubblici sono stati impostati a una temperatura non inferiore ai 27 gradi, con una tolleranza di due gradi. Previsti due gradi di tolleranza anche per i termosifoni in inverno. Nella Pa le norme anti-sprechi introdotte dal decreto Bollette scadono ad aprile del 2023. La stretta nella pubblica amministrazione dovrebbe far risparmiare fino a 4 miliardi di metri cubi di gas.

3. Alla polizia locale le verifiche a campione

La stretta ai termosifoni rischia di non produrre gli effetti sperati senza un’attività di vigilanza accurata. Ma a chi spetterà verificare che i termostati non superino i limiti previsti dal nuovo piano per i razionamenti del ministero della Transizione ecologica? Toccherà agli uomini e alle donne della Polizia locale verificare che le soglie fissate dal Mite vengano rispettate nelle case. Un’impresa al limite dell’impossibile, considerato l’elevatissimo numero di abitazioni da controllare. Ragion per cui questo inverno si procederà con ogni probabilità con controlli a campione. Insomma, i furbetti del termostato potrebbero avere vita facile.

4. Uffici privati monitorati come quelli statali

Pure negli uffici privati si lavorerà al fresco. Sotto controllo anche i termosifoni di avvocati, architetti e commercialisti. Insomma, i razionamenti colpiranno sia i dipendenti del settore pubblico che quelli del privato. Molte aziende già pensano di fare ricorso al lavoro agile per superare i prossimi mesi e dribblare alla fonte il problema dei razionamenti. Non solo. In questi giorni si è parlato molto anche dell’ipotesi di una chiusura anticipata per negozi e locali notturni. Una sorta di coprifuoco energetico, simile a quello che abbiamo sperimentato in pandemia.

 

5. Con gli impianti autonomi le scelte sono dei singoli

L’operazione termostato del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani almeno in un primo momento potrebbe non fare presa nelle case con riscaldamento autonomo, per esempio nelle villette. Evidente l’impossibilità di eseguire controlli porta a porta nelle abitazioni private senza riscaldamento centralizzato. Il governo però spinge affinché tutti facciano il possibile per aiutare il Paese a superare lo shock energetico. Arriveranno presto degli spot, su tv e radio, per sensibilizzare gli italiani e su quanto possa fare la differenza, in termini di metri cubi di gas, non fare docce interminabili o dimenticare la luce accesa.

6. Nelle scuole le aule saranno più fredde

In pandemia hanno fatto i conti con la Dad, adesso dovranno superare lo scoglio dei razionamenti sul gas e delle lezioni al gelo. Gli studenti si preparano ad affrontare un altro inverno difficile: anche nelle scuole infatti la temperatura dovrà rispettare il limite dei 19 gradi. Obiettivo, cercare di mettere in sicurezza le attività industriali e aiutarle a mantenere la produzione a livelli adeguati. Ma i presidi non nascondono la loro preoccupazione. Hanno fatto notare che andrebbero riorganizzate le attività scolastiche con nuovi orari. Per esempio ritardando l’orario di ingresso nelle scuole degli alunni. A causa dei razionamenti si è anche ipotizzato di ricorrere alla settimana corta.

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