Si tratta – ha precisato Nomisma – del frutto di un movimento da parte di famiglie e imprese intrapreso mesi fa e che riesce ad arrivare solo ora a compimento, testimoniando una lungaggine procedurale alquanto rilevante. I cantieri già conclusi sono circa 40.000; entro la fine dell'anno ne arriveranno altri 160.000. La maggior parte delle persone che richiedono il Superbonus 110% intende usufruirne per la casa ove vive abitualmente (86% dei casi); in particolare a essere più interessati agli incentivi sono i proprietari di abitazione di grandi condomini con più di 8 appartamenti. Anche se ad oggi i dati ufficiali hanno evidenziato una prevalenza di opere in edifici unifamiliari, in prospettiva gli interventi nei condomini saranno preponderanti.
Con riferimento all'avvio dell'iter per accedere al Superbonus Nomisma identifica tre tipologie di utenti: "gli attendisti" (pari a 4.9 milioni di intervistati) che non hanno avviato nessuna iniziativa, "gli esploratori" (pari a 1.6 milioni) che sono in fase di delibera degli interventi, e "gli operativi" (2.9 milioni) che hanno deliberato gli interventi, ma sono in attesa della verifica dei requisiti di base, o hanno avviato i lavori o li hanno terminati.
"L'incertezza sulle tempistiche della proroga al 2023 sta generando preoccupazioni tra le famiglie, considerati i 160.000 interventi in arrivo stimati da qui a fine anno e l'ipotesi del Governo di prorogare gli interventi su unifamiliari e plurifamiliari solo alla fine del 2022 – ha dichiarato Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo di Nomisma – Permane tra le famiglie la percezione di un'eccessiva complessità della procedura e il timore che non si dimostri realmente a costo zero, riflettendosi anche sulla scelta, per l'84% degli interessati, di optare per un contraente unico, in grado di offrire un pacchetto chiavi in mano. È evidente come l'intenzione delle famiglie si scontri con un'offerta di mercato inadeguata, caratterizzata per il 90% da imprese con un fatturato inferiore al milione di euro".
Le famiglie italiane lamentano quindi una scarsa affidabilità delle imprese di costruzioni e il rischio di speculazioni sui prezzi praticati. Per il 65% degli intervistati le banche non finanziano sufficientemente le imprese di costruzioni e secondo il 55% il Superbonus non è a costo zero, ma richiede un esborso iniziale anche rilevante. L'indagine evidenzia anche un minore consenso sulla possibilità di calibrazione del Superbonus 110% sulla base del reddito.
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