Superbonus, cosa farà Meloni? Dal 110% all'80% (o anche meno), ecco a cosa punta il nuovo governo

Superbonus, cosa farà Meloni? L'agevolazione resta, ma sarà meno "super": tutte le ipotesi in campo
Superbonus, cosa farà Meloni? L'agevolazione resta, ma sarà meno "super": tutte le ipotesi in campo
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Martedì 4 Ottobre 2022, 17:53 - Ultimo aggiornamento: 17:54

Una cosa è certa: se anche dovesse essere rinnovato non sarà più “super”. Quantomeno non nella dimensione attuale del 110%. Il 31 dicembre il superbonus per i lavori di efficientamento energetico o di adeguamento sismico delle abitazioni unifamiliari finirà di esistere. Era previsto già così. Rimarrà invece fino a tutto il 2023 per i lavori condominiali. Il premier in uscita, Draghi, aveva già detto che non lo avrebbe prorogato, visto il costo per le casse dello Stato della misura e viste anche le truffe che si è portata dietro. Cosa farà adesso il nuovo governo di centrodestra a guida Fratelli d’Italia? Ovviamente bisognerà attendere l’incarico al nuovo premier e la nomina dei ministri per avere qualche certezza in più. Ma da alcune indiscrezioni e dichiarazioni da parte di autorevoli esponenti di questa maggioranza, ci sono già delle ipotesi. Vediamole.

 

Un po’ meno super

Difficilmente l’agevolazione verrà abolita del tutto in un colpo solo: i contraccolpi per il settore delle costruzioni, che proprio con il superbonus ha rialzato la testa dopo la cirsi Covid, sarebbero enormi.

Si parla però di una riduzione dello sconto. Dal 110% potrebbe passare all’80% o anche meno. E potrebbe non essere concesso più a tutti allo stesso modo, ma con aliquote differenziate a seconda se l’immobile da ristrutturare è prima o seconda casa e a seconda del reddito. Il superbonus - ha detto recentemente Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, «era un provvedimento eccezionale, giusto, ora bisogna continuare a sostenere la crescita del comparto industriale, va continuata l’azione di sostegno all’edilizia». Secondo Tajani «si può lavorare alla riduzione del Superbonus dal 110% all’80%».

 

Agevolazione ridotta ma tempi più lunghi

Uno degli enormi problemi del superbonus 110% che sta togliendo il sonno a tante imprese edili e anche a tanti proprietari di immobili committenti, è legato alle scadenze da rispettare per non perdere l’agevolazione. Tempi stretti, considerate le richieste e la lunga impasse (ancora non definitivamente risolta) della cessione del credito. Ad esempio è appena scaduto il termine (30 settembre 2022) per il completamente del 30% dei lavori programmati. E adesso ci sarà la mannaia del 31 dicembre. Il nuovo superbonus dovrebbe superare tutto questo: si pensa infatti di renderlo strutturale o perlomeno di lunga durata, 20-30 anni. In questo contesto si inquadra la riduzione dello sconto con l’aliquota agevolata che passa dal 110% all’80%, come ha detto Tajani. Fonti di Fratelli d’Italia fanno filtrare che potrebbe essere anche più bassa: 60-70%. E diversificata in base al reddito del beneficiario o al tipo di immobile: più alta per la prima casa (non di lusso), più bassa per la seconda.

Cantieri aperti

Cosa accadrà a chi pur avendo passato la tagliola del 30% dei lavori fatti entro il 30 settembre scorso non riuscirà a completare i lavori entro fine anno? In questi casi potrebbero arrivare delle proroghe. Fonti della nuova maggioranza assicurano: saranno tutelate le situazioni aperte, in modo da non pregiudicare famiglie e imprese già impegnate. Fin quando però non sarà tutto scritto nero su bianco e approvato, è bene cercare di accelerare il più possibile la chiusura lavori.

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