Superbonus edilizi, che cosa cambierà nelle procedure e nella cessione del credito Chi vedrà confermato il 110%?

Superbonus edilizi, che cosa cambierà nelle procedure e nella cessione del credito Chi vedrà confermato il 110%?
Superbonus edilizi, che cosa cambierà nelle procedure e nella cessione del credito Chi vedrà confermato il 110%?
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Sabato 29 Ottobre 2022, 15:59

Bonus edilizi: grande attesa per ciò che farà il nuovo Governo. Tra chi ha già i cantieri aperti, e magari bloccati per la difficoltà di cedere i crediti, e chi attende di aprirli, le incertezze sono tante e si mischiano alle incertezze nel reperire i materiali e le attrezzature per allestire gli stessi cantieri. Senza dimenticare che le norme in materia hanno già registrato un ventina di cambiamenti: un vailamme per tecnici, utenti e imprese.

Tutto è legato alla Legge di Bilancio e alla necessità, intanto, di rifinanziare i bonus di cui ha diritto chi è in regola con le procedure.

E poi c'è la dichiarata volontà di ricalibrare tutti questi strumenti per evitare storture e abusi. 

Di certo dal 1° gennaio 2023 addio a bonus facciate e bonus barriere architettoniche: il superbonus sarà utilizzabile fino al termine del 2023 solo per i condomini e anche per le case popolari, sia pure con limitazioni. Dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 l'aliquota scenderà al 70%. Alla fine del 2024 scadranno pure ecobonus, sismabonus ordinari e bonus ristrutturazione, arredi e giardini.

Per il rifinziamento serviranno almeno 23 miliardi, la differenza fra i 33,3 previsti e i 56,3 impegnati, per di più limitandosi ai superbonus risparmia energia senza considerare quelli per le migliorie antisismiche.  

Ripartirà davvero la cessione del credito? E le Poste continueranno a essere l'oasi di chi si è avventurato fra bonus e regole?  Asseverazioni e controlli, sia pure aggiunti in corsa dal Governo Draghi di fronte all'emergere di abusi che hanno però di fatto penalizzato anche chi era già in regola, di certo non diminuiranno, ma la cessioni dovrebbe essere snellita. Peccato che nel frattempo - e ogni giorno lo scenario peggiora - gli istituti bancari abbiamo alzato la loro quota di guadagno. Il credito fiscale concesso è sceso - se parliamo del 110% - dal 105% al 100% e ora è precipitato a  94%. E non tutti possono permettersi di portare tutto l'importo in detrazione per non subire questi tagli.

 

Verrà ascoltata l'Ance l’associazione nazionale dei costruttori edili, che ha chiesto di allungare la scadenza di qualche mese? Difficile: il nuovo Governo vuole intanto ridurre l'aliquota all'80% per riportare i preventivi a prezzi frutto di confronti e concorrenza che, con i costi tutti a carico dello Stato, erano finiti in cavalleria. Anche Draghi, del resto, la pensava così.

E come ridurre la complessità delle procedure? Chiaro che con il 110 i proprietari di appartramenti nei condomìni erano tutti d'accordo (non tiravano fuori in euro) e miglioravano l'efficienza energetica del palazzo. Se invece ci sarà da mettere le mani nelle tasca le discussioni nelle assemblee si accenderanno. C'è anche una via standard all'ecobonus (75%) con meno scalini burocratici e detrazioni diluite in 10 anni e non più in 4.

E chi ha già iniziato i lavori magari adeguandosi (e non era facile) a tutte le nuove regole volute dal penultimo Governo? La tutela, in questi casi, dovrebbe essere garantita. Difficile poi la questione, annunciata, di vincolare i bonus al reddito o alla classe degli immobili, ovvero quelli di lusso. Se ne può parlare nelle case monofamiliari indipendenti, ma nei condomini la questione diventerebbe assai complicata da applicare. 

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