Spid, niente addio (almeno per ora). Proroga di due anni e contributo da 40 milioni di euro

Lo stanziamento servirà anche a risolvere la questione posta dai soggetti privati che attualmente garantiscono lo Spid

Spid, niente addio (almeno per ora). Proroga di due anni e contributo da 40 milioni di euro
Spid, niente addio (almeno per ora). Proroga di due anni e contributo da 40 milioni di euro
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 12:06

Lo Spid resta, per ora. In questo senso si legge il contributo stanziato dal governo di 40 milioni di euro per una proroga biennale, che permetterà alla piattaforma di identità digitale di restare attiva anche nel 2024. Il provvedimento è stato incluso nel decreto Pnrr in discussione alla Commissione Bilancio al Senato «al fine di garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai soggetti gestori di Spid per la fornitura del servizio di identità digitale con nuove modalità operative imposte dalle misure del Pnrr». Il contributo dovrà servire «per il ristoro dei costi sostenuti per l'adeguamento delle infrastrutture tecnologiche alla crescente domanda da parte di utenti e service provider pubblici». Il riferimento è all'investimento 1.4.4 nell'ambito della missione 1 componente 1 del piano che richiede appunto il rafforzamento del sistema di identità digitale. Ma lo stanziamento servirà anche a risolvere la questione posta dai soggetti privati che attualmente garantiscono lo Spid: le convenzioni con il governo (già prorogate) sono in scadenza il prossimo 23 aprile. Il gestori lamentano l'insostenibilità finanziaria dell'attuale modello. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Butti, che ha la delega sulla materia, nei mesi scorsi aveva espresso la volontà di far confluire il sistema Spid in quello (pubblico) che passa per la Cie, la carta di identità elettronica. Questo processo però avrà prevedibilmente tempi lunghi e nel frattempo c'è l'esigenza di garantire continuità ai circa 34 milioni di Spid in circolazione.

Come potrebbe cambiare con la nuova carta d'identità elettronica

L'obiettivo del governo comunque è arrivare alla creazione di un’unica identità digitale gestita dallo Stato. Infatti sono state attivate due nuove funzioni che permettono l'utilizzo della sola C ie per accedere a funzioni per le quali prima invece era necessaria l'attivazione dello Spid. «A volte ci si innamora degli acronimi, anche dimenticandone il significato: Spid sta per sistema pubblico di identità digitale e nessuno ha mai pensato di fare a meno di un sistema pubblico di identità digitale», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione tecnologica, Alessio Butti, replicando in Aula alla Camera a una interpellanza di M5s a prima firma Chiara Appendino sullo Spid.

Butti ha comunque sottolineato la necessità di «dare luogo a un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale attraverso un unico strumento di accesso per i servizi della P.a. e sanitari». Un processo, ha evidenziato «non attuabile in tempi brevi con la necessità di interventi sul piano tecnico, amministrativo e giuridico» e che punta poi a convergere nell'European Digital Identity Wallet. «Nessuno spegne nulla - ha evidenziato in un altro passaggio - anche perché il successo di Cie e Spid rappresenta un patrimonio su cui costruire ogni soluzione per il futuro e questo stiamo facendo con il consenso tutti stakeholder. Nessuna sostituzione - ha concluso - ma una transizione verso un sistema unico che sappia valorizzare le esperienze acquisite con i cittadini. Nessun rischio, inoltre, di sperpero di risorse pubbliche ma la ferma volontà di ridurre le duplicazioni».

La Cie: le nuove funzioni

E questo sistema unico sarà possibile per ora grazie alla valorizzazione della Carta d'identità elettronica. Il 27 marzo il ministero degli Interni ha pubblicato delle novità sul sito cartaidentita.interno.gov.it: saranno sufficienti «le credenziali di livello 1 e 2, associate alla propria carta di identità elettronica, per accedere in modo più semplice e veloce ai servizi online della Pubblica amministrazione e a quelli dei privati dotati del pulsante "Entra con Cie"». Prima, infatti, per accedere ai servizi della Pa si poteva ricorrere solo al livello 3, quello che richiedeva la presenza di un lettore di smart card per il pc o di uno smartphone con tecnologia Nfc. Ora invece, spiega il Ministero, «tutti i cittadini in possesso di Cie possono accedere ai servizi online in pochi passi e da qualsiasi dispositivo, semplicemente attivando una coppia di credenziali, username e password. O, se richiesto dal servizio, un secondo fattore di autenticazione (codice temporaneo OTP, scansione QR code)». E se non si ha in mano la carta fisica, basterà digitare il codice Puk e il numero di serie della Cie consegnati dal comune in fase di richiesta della carta.

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