Reddito di cittadinanza, nei guai i furbetti del Caf: a Roma 130 indagati per truffa

Una talpa negli uffici ha fatto ottenere illegalmente il sussidio. Il dipendente ora è accusato di falso: riempiva le certificazioni con dati inventati

Reddito di cittadinanza, nei guai i furbetti del Caf: a Roma 130 indagati per truffa
Reddito di cittadinanza, nei guai i furbetti del Caf: a Roma 130 indagati per truffa
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Domenica 12 Marzo 2023, 13:19

Ai clienti offriva un pacchetto completo: autocertificazione già compilata con dati inventati, dai documenti allegati agli indirizzi di residenza, dalle date di nascita fino ai numeri di telefono e, addirittura, il numero dei figli a carico. File precompilati che teneva nel cassetto della sua scrivania in ufficio, nel Caf di Largo Scapoli, periferia Est della Capitale, e che di volta in volta hanno permesso a più di 100 persone di ottenere abusivamente il reddito di cittadinanza. Ora, sia la talpa del Caf che i suoi clienti sono finiti sotto inchiesta: nel fascicolo si contano 130 indagati con le accuse di falso e indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato, che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni «chiunque renda o utilizzi dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere» e chi «ometta informazioni dovute». Mentre chi «omette di comunicare le variazioni del reddito o del patrimonio», «nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio» è punito con la reclusione da uno a 3 anni.

I FATTI
I fatti sono andati avanti dal 2019, anno di introduzione del reddito di cittadinanza, fino al 2021. L’inchiesta, del pubblico ministero Carlo Villani, è stata condotta dalla Guardia di finanza, che ha analizzato in modo minuzioso le varie pratiche presentate, trovando discrepanze macroscopiche non solo per quanto riguarda il reddito dichiarato, ma anche sui dati anagrafici comunicati. Il dipendente-talpa del Centro Autorizzati di Assistenza Fiscale di Largo Scapoli agiva in modo seriale ed era riuscito a creare un giro di clienti affezionati - soprattutto di origine romena, come lui, ma anche italiani - che funzionava grazie al passaparola.

Quando la voce si è sparsa, infatti, il Caf è stato letteralmente invaso da persone che volevano farsi aiutare dall’impiegato indagato.

LE PERQUISIZIONI
A incastrare l’uomo, oltre al fatto che i dati dichiarati, dopo una serie di controlli incrociati, fossero risultati palesemente falsi, anche le perquisizioni disposte dalla Procura a casa sua e anche in ufficio: i finanzieri hanno trovato i documenti precompilati, pronti per essere consegnati ai vari clienti, nelle quali veniva dichiarato il falso sulle loro disponibilità economiche, sul numero dei componenti della famiglia, sui contratti lavorativi e anche sulle pendenze e sui precedenti penali.

I “furbetti” del reddito di cittadinanza nella Capitale sono decisamente un esercito. Nel maggio dello scorso anno gli inquirenti avevano aperto più di mille fascicoli e ora il numero è praticamente triplicato. Tra le migliaia di indagati che hanno percepito indebitamente il sussidio statale ci sono anche delinquenti, alcuni addirittura condannati per mafia e per terrorismo. Dalle indagini è emerso di tutto: finti poveri che viaggiavano a bordo di auto di lusso, nullatenenti che facevano vacanze in barca in location da sogno, proprietari di più appartamenti, lavoratori in nero che hanno inventato le scuse più disparate per ottenere l’aiuto statale pur non avendone diritto. 
 

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