Reddito di cittadinanza, saltano i primi assegni: via ai controlli dell'Inps, ecco a chi verrà revocato subito

Prima di erogare l'assegno, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, verrà compiuta una verifica mensile

Reddito di cittadinanza, saltano i primi assegni: via ai controlli dell'Inps, ecco a chi verrà revocato subito
Reddito di cittadinanza, saltano i primi assegni: via ai controlli dell'Inps, ecco a chi verrà revocato subito
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Venerdì 27 Gennaio 2023, 08:49

Saltano i primi assegni del reddito di cittadinanza. Che fossero in arrivo tempi duri per i beneficiari era chiaro già dagli ultimi mesi del 2022, ma solo negli ultimi giorni si vedono i primi effetti della stretta del governo Meloni. Perché l'obiettivo dell'esecutivo è chiaro: sospenderlo subito a chi (dopo la riforma) non rientra tra i beneficiari, fino all'abolizione completa del sussidio nel 2024. Il 20 gennaio, a tal proposito, è stato siglato sulla base delle nuove direttive, il Protocollo operativo che permette un controllo automatico mensile. Inps e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria vigileranno su chi non ne ha più diritto, sospendendo il reddito di cittadinanza già da questo mese. Prima di erogare l'assegno, nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, verrà compiuta una verifica mensile. Qualora il richiedente non ne avesse i diritti, l'Inps disporrà la revoca mmediata e il recupero della prestazione indebita. I primi controlli riguarderanno i casi di omessa dichiarazione.

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Reddito di cittadinanza perso o ridotto, i casi

Ma quali sono i casi in cui il reddito viene revocato? 

- Se non si effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;

- Se non si sottoscrive il Patto per il lavoro ovvero il Patto per l’inclusione sociale;

- Se non si partecipa, in assenza di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;non aderisce ai progetti utili alla collettività, nel caso in cui il comune di residenza li abbia istituiti;

- Se non si accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue oppure, in caso di rinnovo, non si accetta la prima offerta di lavoro congrua;

- Se non si comunica l’eventuale variazione della condizione occupazionale oppure effettua comunicazioni mendaci producendo un beneficio economico del Reddito di cittadinanza maggiore;

- Se non si presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;

- Qualora si venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato.

Così cambia il reddito di cittadinanza nel 2023

La misura più discussa degli ultimi mesi e anche della nuova legislatura non è stata abolita, ma è decisamente cambiata. La novità più importante è che l'assegno sarà erogato per 7 mesi e non per 8.

In più negli ultimi giorni è saltato il riferimento all'offerta cosiddetta «congrua». La prima proposta potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità, ma se non accettata porterà al termine della percezione del reddito di cittadinanza.  

Un'altra novità sul Reddito di cittadinanza è che a decorrere dal 1 gennaio 2023 l'erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell'obbligo. Quindi un ventenne senza diploma che non lavora (e rientra quindi nella categoria dei Neet), dovrà per forza tornare a studiare per avere il reddito. Potrà frequentare corsi di formazione o comunque corsi funzionali all'adempimento dell'obbligo scolastico per poter usufruire del sussidio.  

Salta l'offerta congrua. Possibili problemi per i residenti al Sud

Detto dell'offerta congrua, riferimento saltato nell'ultima versione della Manovra, il problema con ogni probabilità riguarderà i residenti al Sud. Perché è lì che le offerte scarseggiano mentre al Nord è più alto il numero delle aziende e quindi delle offerte di lavoro. In questo modo, chi si trova nella fascia 18-59 anni e percepisce il reddito di cittadinanza, si troverà costretto ad accettare qualsiasi offerta, a prescindere dalla posizione del luogo di lavoro. Un esempio: un quarantenne residente in Calabria dovrà percorrere chilometri per andare a lavorare. Fino ad ora per essere considerate «congrue» le offerte riguardavano posti di lavoro entro 80 chilometri dal domicilio del beneficiario, raggiungibili in 100 minuti con mezzi di trasporto pubblici. Il sottosegretario al Lavoro Durigon ha spiegato che il criterio della territorialità resterà nel 2023. «Una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli». Ultimo caso: ad un disoccupato over 60, il reddito resterà anche per tutto il 2023. Ma sarà l'ultimo anno. Allo stesso modo riceveranno il sussidio anche i non occupabili e chi ha minori a carico.

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