Reddito di cittadinanza, il governo fa partire la formazione: corsi obbligatori per non perdere l’aiuto

Per 47mila persone è stata già individuata un'attività formativa da svolgere

Reddito di cittadinanza, il governo fa partire la formazione: corsi obbligatori per non perdere l’aiuto
Reddito di cittadinanza, il governo fa partire la formazione: corsi obbligatori per non perdere l’aiuto
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Lunedì 20 Febbraio 2023, 09:59

Sono in tutto 161mila i percettori del reddito di cittadinanza che nell’ambito del programma Gol devono essere avviati verso i percorsi di aggiornamento o riqualificazione delle competenze, quindi oltre l’80% di quelli presi in carico finora. Per oltre 47mila è stata già individuata e concordata un’attività formativa da svolgere. 

LE RISORSE

Ma il ministero del Lavoro ha sottolineato che anche i restanti 120mila beneficiari potranno iniziare l’attività formativa nelle prossime settimane. Sono infatti stati aggiudicati, o sono comunque in fase di aggiudicazione, gli avvisi per l’attività di formazione che le Regioni hanno pubblicato a valere sulle risorse del programma Gol, precisano dal dicastero di via Veneto. Infine, il ministero guidato da Marina Calderone ha aggiunto che nelle prossime settimane verrà estesa l’attività obbligatoria a tutti gli interventi di inclusione lavorativa e di rafforzamento dell’occupabilità stabiliti dalla legge. Proseguirà inoltre il lavoro di monitoraggio con le Regioni per raggiungere i target previsti dal Pnrr in materia di occupazione, dando la precedenza ai beneficiari del reddito di cittadinanza nella presa in carico e nell’avvio alla formazione o a percorsi di occupabilità. 

I CORRETTIVI

Con l’ultima legge di Bilancio il governo Meloni ha introdotto una serie di correttivi che riguardano il reddito di cittadinanza, che vanno dall’obbligo di formazione per gli occupabili (devono seguire un corso di formazione di sei mesi) all’azzeramento del numero delle offerte di lavoro che è possibile rifiutare senza rischiare di perdere l’assegno (Draghi le aveva portate da tre a due mentre il nuovo esecutivo ha preferito darci un taglio netto). A ogni modo l’assegno non verrà più corrisposto a chi è in condizione di lavorare a partire da agosto: infatti la legge di Bilancio ha concesso solo altri sette mesi di vita al reddito di cittadinanza per gli occupabili. Dall’anno prossimo, poi, la prestazione di sostegno calata a terra dai grillini nel 2019 verrà rimpiazzata da un altro aiuto riservato ad anziani e fragili. 

IL COSTO

Il reddito di cittadinanza è costato poco meno di 8 miliardi di euro nel 2022, mentre l’anno prima ne ha assorbiti 8,3 circa.

A questo ritmo, tenuto conto anche dell’uscita degli occupabili dal sussidio programmata per l’estate, la misura quest’anno dovrebbe consumare più o meno sei miliardi di euro di risorse. Nel mese di dicembre gli assegni per i beneficiari del reddito di cittadinanza sono costati 606 milioni di euro (il reddito di cittadinanza è arrivato a pesare sulle casse dello Stato per 731 milioni di euro nel luglio del 2021, quando è stato raggiunto il picco di spesa per la misura dei pentastellati). 

I DATI

Dai dati Anpal aggiornati al 30 giugno del 2022, emerge che sono oltre 900mila i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro, di cui 660mila sono tenuti alla sottoscrizione del patto per la ricerca di un’occupazione. I percettori che risultavano presi in carico dai centri per l’impiego erano, sempre al 30 giugno dello scorso anno, circa 280mila, ovvero meno della metà di quelli tenuti a intraprendere questo processo. Oggi l’importo medio erogato per il reddito è pari a 580 euro.

LA PLATEA

La platea dei percettori del reddito e della pensione di cittadinanza è composta da 2,20 milioni di cittadini italiani, 201mila cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno dell’Unione europea, 84mila cittadini europei, 3.600 familiari delle precedenti categorie o titolari di protezione internazionale. 
Intanto la Commissione europea nei giorni scorsi ha deciso di avviare una procedura di infrazione contro l’Italia per il reddito di cittadinanza (sotto il faro è finito pure l’assegno unico per i figli avviato a marzo scorso), in quanto la misura discriminerebbe i non italiani. La distribuzione per aree geografiche delle persone raggiunte dalla prestazione vede al momento 425mila persone beneficiarie al Nord, 327mila al Centro e oltre 1,7 milioni al Sud e nelle isole. 

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