Se il reddito di cittadinanza fosse un aereo, allora sul suo pannello di comando adesso vedremmo accese tutte le spie di allarme possibili e immaginabili. Luce rossa per i costi della misura, sempre più esorbitanti e insostenibili. Per i mancati inserimenti lavorativi dei percettori dell'aiuto. Per i furbetti che dribblano i controlli troppo lenti e alla fine si portano via una bella fetta di soldi pubblici. Per i centri dell'impiego che non funzionano, i navigator che non hanno funzionato, gli strali degli imprenditori del turismo che quest'anno hanno faticato a trovare manodopera a sufficienza anche perché chi riceve il reddito di cittadinanza a volte preferisce il salotto all'occupazione. Insomma, non stupisce che le forze di centrodestra ora chiedano di riportare nell'hangar il reddito di cittadinanza per sottoporlo a un check up completo.
I COSTI
Finora la prestazione di sostegno è costata la bellezza di 25,2 miliardi di euro, una finanziaria.
LAVORO DIFFICILE
Non proprio numeri che odorano di successo, anzi tutt'altro. Diversi fattori pesano sui mancati inserimenti lavorativi del reddito. La maggior parte dei percettori, per esempio, non ha mai lavorato e dunque risulta difficilmente occupabile. Nel 2021 l'Anpal ha rilevato che il 70 per cento dei beneficiari occupabili in realtà non aveva avuto nemmeno un contratto alle dipendenze o parasubordinato nei 36 mesi precedenti. Il 72,6 per cento delle persone che ricevono l'aiuto ha conseguito al massimo un titolo di istruzione secondaria inferiore. La quota percentuale di coloro che accedono al beneficio e sono in possesso di un titolo di istruzione terziaria era pari alla fine del 2021 al 2,6 per cento dell'utenza complessiva.
I navigator avrebbero dovuto contribuire a riqualificare questo esercito di persone attivabili solo sulla carta, ma il fallimento è stato fragoroso. In difficoltà fin dall'inizio i centri per l'impiego, dove questa estate mancava ancora la metà degli 11mila operatori che le Regioni sono state chiamate ad assumere per rinforzare queste strutture. Altro capitolo dolente: quello relativo ai furbetti del reddito di cittadinanza. I controlli sono stati inaspriti dal governo a dicembre. Tuttavia, le verifiche incrociate Inps-Giustizia per stanare i beneficiari che incassano l'aiuto pur avendo alle spalle condanne incompatibili con l'erogazione del sussidio, hanno preso il largo dopo Pasqua, giusto per dirne una. Il governo Draghi ha anche ridotto a una le proposte di lavoro che è possibile respingere senza perdere l'assegno, però poi è emerso che le offerte non vengono tracciate e quindi solo in rari casi è possibile tenere il conto dei rifiuti.
CHI LO RICEVE
La platea dei percettori del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza è composta da 2,2 milioni di cittadini italiani, 221mila cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno Ue e 88mila cittadini europei. La distribuzione per aree geografiche vede 449mila beneficiari al Nord, 341mila al Centro e 1,72 milioni al Sud e nelle isole. Nel corso dei primi otto mesi dell'anno, le revoche hanno riguardato oltre 42mila nuclei e le decadenze sono state 221mila. I nuclei con presenza di minori all'interno della platea dei beneficiari sono quasi 368mila, mentre quelli con disabili superano quota 200mila.