Prestiti garantiti dallo Stato, il tetto sale a 100 mila euro

Prestiti garantiti dallo Stato, il tetto sale a 100 mila euro
Prestiti garantiti dallo Stato, il tetto sale a 100 mila euro
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Giovedì 15 Aprile 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 11:27

Non ci saranno solo indennizzi legati alla perdita di fatturato nel «decreto imprese» che il governo approverà la prossima settimana. Un pacchetto consistente del provvedimento da 40 miliardi, sarà destinato al sostegno alla liquidità, replicando e potenziando misure già in vigore e che hanno dato un contributo determinante alla tenuta delle piccole e medie imprese. Saranno rifinanziati il Fondo centrale di garanzia gestito dal Mediocredito centrale, e il programma Garanzia Italia della Sace. I prestiti saranno potenziati. Attualmente quelli garantiti al 100 per cento dallo Stato, hanno un importo massimo di 30 mila euro. La soglia sarà fatta salire, dice chi sta lavorando al dossier, «almeno» fino a 100 mila euro. Ma chi ha già ottenuto i primi 30 mila euro, dovrà avviare una nuova pratica con le banche. Sarà, insomma, a tutti gli effetti un nuovo round di prestiti garantiti. 

Dovrebbe arrivare anche una proroga fino a fine anno (oggi scade il 30 giugno) per le domande. Resterebbe invece invariato il tempo di rimborso dei prestiti, che in questo caso è di 15 anni. Un allungamento delle scadenze, invece, dovrebbe arrivare per i finanziamenti coperti dal programma Garanzia Italia gestito dalla Sace. Per questi ultimi il rimborso oggi deve avvenire in 6 anni. Potrebbe essere portato a 15 come per i prestiti assicurati dal Fondo centrale di garanzia. Ieri del sostegno alla liquidità delle imprese si è discusso in un convegno organizzato dalla Svimez, al quale ha partecipato anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Attraverso le misure a sostegno della liquidità delle imprese, ha spiegato il direttore generale della Svimez, Luca Bianchi, «abbiamo arginato la fragilità delle aziende nel cuore della tempesta, ma poi la fragilità la ritroveremo.

Dobbiamo provare a costruire le condizioni per rafforzare la struttura finanziaria delle imprese». Ieri Confindustria ha proposto uno sgravio del 70 per cento per gli aumenti di capitale necessari ad operare questo rafforzamento. 

Il decreto imprese, poi, stanzierà poco più di 20 miliardi per i nuovi “sostegni” alle attività in difficoltà. L’indennizzo, sempre parametrato alla perdita di fatturato, non riguarderà più una sola mensilità, ma due. Anche se il ministro Giorgetti sta spingendo per utilizzare il meccanismo del fatturato solo come un anticipo, garantendo invece una copertura delle perdite effettive di bilancio una volta che i rendiconti saranno approvati. Si lavora, insomma, su più fronti. Come sull’introduzione di una copertura dei costi fissi, dagli affitti all’Imu. Quest’ultimo intervento potrebbe essere anticipato con un emendamento al decreto sostegni già in Parlamento. Il governo infatti, potrebbe portare la dote per le modifiche riservata alle Camere, dagli attuali 550 milioni fino a 1 miliardo di euro. 

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Queste risorse verrebbero utilizzate per l’abbattimento dei costi fissi, che andrebbe in direzione di un intervento sull’Imu con lo stop alla seconda rata (per i commercianti si tratterebbe anche della prima) con un onere di 380-400 milioni; lo stop fino a dicembre del canone unico di occupazione del suolo pubblico che avrebbe un costo di 160 milioni; un aumento del taglio del canone Rai per gli esercizi commerciali e turistici chiusi con un costo di 50 milioni, che salirebbe a 55 milioni ricomprendendo anche il Terzo settore; la proroga del credito d’imposta sugli affitti nel settore del turismo, che varrebbe 100 milioni (l’intervento complessivo su tutte le attività commerciali ammonterebbe ad un miliardo e se ne ragiona per il nuovo decreto imprese); infine un intervento di abbattimento dei costi delle bollette con un onere di 50 milioni. 

L’approvazione dello scostamento di bilancio da 40 miliardi (che potrebbe salire a 43) prevista per ieri, invece, è slittata ad oggi. Il consiglio dei ministri dovrebbe approvare in contemporanea sia il deficit extra che il Documento di economia e finanza con le nuove stime macroeconomiche. 

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