Pensioni, M5S ora pensa a Quota 101: ecco le ipotesi

Pensioni, M5S ora pensa a Quota 101: ecco le ipotesi
Pensioni, M5S ora pensa a Quota 101: ecco le ipotesi
di Luca Cifoni
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Sabato 22 Febbraio 2020, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 13:19

«Per noi Quota 100 resta, è importante e ci teniamo a mantenerla in piedi. Si potrà eventualmente valutare se portarla a Quota 101, ma sono valutazioni preliminari». Così la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone si è espressa sul tema previdenziale ormai da mesi al centro della discussione. Per Dadone quel sistema di uscita anticipata è servito a superare la rigidità delle leggi precedenti, che a suo parere «ha bloccato l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, in particolare nella pubblica amministrazione». Quindi non sarebbe accettabile per il M5S (come invece vorrebbe almeno una parte del Pd) terminare in anticipo di un anno il periodo di applicazione: «Deve rimanere fermo il triennio di sperimentazione, che è utilissimo, poi, se ci saranno ulteriori valutazioni da fare, si faranno».

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LA RISPOSTA POLITICA
E le valutazioni il governo le dovrà fare proprio in queste settimane: dopo quattro incontri con i sindacati, a carattere interlocutorio, è previsto che il prossimo 13 marzo arrivi una risposta politica in particolare sul nodo più delicato, che è appunto quello del meccanismo flessibile che dovrà sostituire Quota 100 per evitare uno scalone troppo drastico per coloro che - magari di poco - non centrano i requisiti richiesti ovvero 62 anni di età e 38 di contributi. La quota 101 a cui ha fatto riferimento la ministra potrebbe essere una parte della soluzione, ma più probabilmente si potrebbe eventualmente arrivare a quota 102 ovvero 64 anni di età e 38 di contributi. Ma un doppio requisito del genere per quanto più severo di quello attuale potrebbe essere ancora troppo generoso.

L'idea intorno alla quale si ragiona al ministero dell'Economia prevede la possibilità di uscita a 64 anni (eventualmente anche con il requisito dei 38 anni di anzianità) ma con l'importo della pensione calcolato con il sistema contributivo: il che vuol dire a seconda delle carriere un taglio più o meno vistoso, che nei casi meno favorevoli potrebbe arrivare al 25-30 per cento. Questa soluzione garantirebbe l'equilibrio del bilancio pubblico nel medio-lungo periodo, perché i trattamenti più bassi compenserebbero gi anni di anticipo. Nell'immediato però potrebbe porsi un problema di cassa per il maggior numero di uscite dal mondo del lavoro.

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