Pensioni, la minima sale a 600 euro. Fondi agli over 75. Tagliato il reddito di cittadinanza

Pensioni, la minima sale a 600 euro. Fondi agli over 75.
Pensioni, la minima sale a 600 euro. Fondi agli over 75.
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Sabato 17 Dicembre 2022, 10:25

Pensioni minime più alte e reddito di cittadinanza ulteriormente ridotto. Ad una manciata di ore dal suo approdo in Aula martedì, iniziano quantomeno a definirsi i contorni degli emendamenti alla Manovra. Nonostante la Commissione bilancio di Montecitorio non abbia ancora iniziato l’esame dei singoli provvedimenti (dovrebbe farlo domenica) e al Mef si stia ancora mettendo nero su bianco i testi definitivi delle modifiche, dalla maggioranza lasciano trapelare come sarebbero state trovate «risorse» e «accordi» su alcuni dei fronti più caldi: pensioni e reddito di cittadinanza appunto. Ma anche sulla cosiddetta decontribuzione Sud e su nuove assunzioni nelle forze di polizia. 


LE PENSIONI
Nel primo caso, al netto della brusca frenata dei giorni scorsi, è arrivato il via libera dei tecnici del Tesoro all’aumento delle pensioni minime degli over 75. Queste quindi a partire dal prossimo anno non passeranno ai 574 euro mensili definiti in Manovra, ma a 600 euro (anche se in maggioranza non si esclude del tutto un passaggio intermedio a 590 euro). Una misura ampiamente richiesta da Forza Italia e già rivendicata dalla capogruppo al Senato Licia Ronzulli.  Restando sul fronte previdenziale, se la bandiera leghista quota 103 non pare in discussione nonostante i dubbi a lungo termine della Commissione Ue, così come la proroga di Opzione donna nella forma attuale, l’esecutivo avrebbe anche provato a trovare la quadra per la reindicizzazione delle pensioni. Salvo scossoni dell’ultimo minuto però, alla fine pare essere stata sostanzialmente rigettata la proposta della Cisl (che avrebbe spaccato peraltro il fronte sindacale, rispetto alle più dure Cgil e Uil) che prevede a partire dal prossimo anno la rivalutazione al 100 per cento delle pensioni fino a cinque volte il minimo, una in più delle quattro previste dal testo attuale. 


Al contrario avrebbe ottenuto il via libera la mozione che prevede il taglio da 8 a 7 mesi del reddito di cittadinanza. Un ridimensionamento utile a recuperare i 200 milioni di risorse aggiuntive necessarie a finanziare l’aumento delle pensioni minime. Vinte quindi le resistenze della ministra del Lavoro Marina Calderone. 
In bilico fino all’ultimo sembra essere anche l’attesa norma sui pagamenti digitali. Stando a fonti parlamentari non è infatti stata ancora definita la soglia minima obbligatoria per i pos. Si balla ancora tra i 30 e i 40 euro. 
Tra gli emendamenti invece, garantiscono ai vertici dell’esecutivo, ci sarà la Decontribuzione Sud. L’agevolazione autorizzata lo scorso 6 dicembre dalla Commissione europea che prevede per tutto il 2023, con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente, un esonero contributivo del 30% in favore dei datori di lavoro privati con sede in una delle Regioni del Sud. Del resto dopo il benestare di Bruxelles era diventato evidente l’obiettivo dell’Esecutivo di rendere la misura strutturale, a beneficio degli under 35, al fine di creare nuovi posti di lavoro nelle zone del Sud Italia. E nel campo delle assunzioni, sarebbero state trovate le risorse anche per un «cospicuo» pacchetto di assunzioni, almeno mille, nelle forze di polizia. 
Dovrebbe entrare poi la misura per bloccare il payback per le imprese sanitarie anche se la sospensione dovrebbe essere di soli due mesi in attesa di un tavolo sulla questione.

Confermata, infine, la proroga quantomeno fino a marzo dello smart working per i lavoratori fragili e i genitori di under14.


LE OPPOSIZIONI
Una situazione ancora incerta contro cui si scagliano le opposizioni che, dopo aver partecipato oggi all’ufficio di presidenza in cui il governo gli fornito le prime indicazioni, hanno parlato di «confusione» e «stallo». Per i capigruppo di Pd e Avs, Ubaldo Pagano e Marco Grimaldi infatti è difficile sottoscrivere un’intesa sui tempi d’esame e sulla destinazione della dote per le modifiche parlamentari. Al tavolo, peraltro, ci sarebbe stato addirittura chi - viene riferito - avrebbe ipotizzato di inserire tutte le modifiche da finanziare con il cosiddetto tesoretto del Parlamento in un ordine del giorno. Proposta rinviata al mittente da tutti. «Stiamo solo perdendo tempo», allarga le braccia il capogruppo del Terzo Polo, Luigi Marattin. «Ogni giorno cambiano le carte in tavola», attacca anche Pagano. «Avete mai visto un fiume che non arriva al mare?», stempera però il sottosegretario Federico Freni.
 

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