Pensione anticipata di tre anni e mezzo per chi gli uomini nati negli anni Settanta e quasi due anni e mezzo per le donne. Sono questi gli effetti di Quota 41 nel caso in cui scatti dal 1° gennaio 2024. I requisiti requisiti attuali (41 anni e 10 mesi per le lavoratrici, mentre un anno in più per i lavoratori) sarebbero sostituiti con un unico requisito di 41 anni di contribuzione.
A chi spetta Quota 41
I nati e le nate del 1958, che matureranno 41 anni di contributi nel 2024, potrebbero anticipare di un anno. Poi le successive generazioni, con una comune caratteristica: si tratterebbe di coloro che hanno iniziato a lavorare entro i 26 anni. Per chi ha iniziato a lavorare più tardi, tutto resterebbe uguale: Quota 41 offrirebbe una possibilità di pensionamento anticipato prevalentemente a lavoratori con una carriera lunga e stabile.
I vantaggi per le nuove generazioni
Per i nati negli anni Ottanta e Novanta, i benefici sarebbero notevoli. In particolare supererebbero i 4 ed i 5 anni di anticipo rispettivamente per i nati e le nate nel nuovo millennio.
Le conseguenze di andare in pensione prima
Chi lavora per meno anni, e percepisce un assegno previdenziale più a lungo, vuole dire che quest'ultimo sarà meno sostanzioso.
La sforbiciata all’assegno delle pensione
Maggiore è l’anticipo, maggiore è l’impatto sull’assegno pensionistico:fino al 9% per le donne e fino al 12% per gli uomini. Ogni lavoratore, come accaduto con le precedenti Quote, dovrebbe scegliere tra tempo di vita libero dal lavoro e valore dell’assegno pensionistico. Tutte le stime dipendono dal futuro aumento della speranza di vita. Quota 41 infatti darebbe con certezza una riduzione di 10 mesi per le lavoratrici e di un anno e 10 mesi per i lavoratori, ai quali si aggiungerebbero gli adeguamenti biennali per i requisiti anagrafici che verrebbero evitati: nelle simulazioni è stato considerato lo scenario Istat previsionale centrale. Con Quota 41 verrebbe meno l’ultima delle differenze di requisiti tra uomini e donne, che attualmente sta nell’anno in meno previsto per le lavoratrici dal requisito di pensione anticipata. Per i laureati, invece, il riscatto di laurea potrebbe diventare più interessante per raggiungere l’anzianità contributiva minima richiesta, sempre a patto di essersi laureati in corso e di aver iniziato presto l’attività lavorativa.
Quanto costa alle casse dello Stato?
Il costo per le casse dello Stato sarebbe tra i 6 ed i 9 miliardi di euro all’anno per i primi dieci anni, per un totale di 75 miliardi di euro. Una spesa poco sostenibile.
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