Nuova Irpef, quanto risparmio sulle tasse per le famiglie: le simulazioni con le 3 ipotesi di aliquote

Gli scenari secondo tre diverse tipologie di reddito (dipendente, pensionato e autonomo) e quattro diverse soglie reddituali (20mila euro, 35mila, 50mila e 60mila)

Nuova Irpef, quanto risparmio sulle tasse per le famiglie: le simulazioni con le 3 ipotesi di aliquote
Nuova Irpef, quanto risparmio sulle tasse per le famiglie: le simulazioni con le 3 ipotesi di aliquote
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Domenica 19 Marzo 2023, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 09:48

Tasse e nuova Irpef. I redditi più bassi, quelli da 20mila euro, possono subire una perdita pari a 150 euro oppure arrivare a risparmiare fino a 100 euro. Mentre per le fasce alte, da 50 e 60mila euro, il beneficio va da un minimo di 260 euro fino ad un massimo di 1.150 euro. È lo scenario che potrebbe prendere corpo con i nuovi scaglioni Irpef previsti dalla riforma fiscale.

 

Aliquote, come cambiano

Attualmente le aliquote Irpef sono quattro: il 23% ai redditi fino a 15 mila euro; il 25% per chi dichiara fino a 28 mila euro; poi si passa al 35% fino a 50 mila euro e infine il 43% per chi ha un reddito superiore a 50 mila euro.

Ma quali sono le ipotesi in campo per la riforma. Sono tre. La prima ipotesi prevede un’aliquota al 23% per redditi fino a 15 mila euro. Il secondo scenario prevede il 23% fino a 28mila, il 33% fino a 50mila e il 43% oltre 50mila. Una terza ipotesi indica il 23% fino a 28mila, 35% fino a 50mila e 43% oltre 50mila.

Ipotesi 1

La Fondazione nazionale commercialisti ha fatto alcune simulazioni relative all'Irpef netta per tre diverse tipologie di reddito (dipendente, pensionato e autonomo) e quattro diverse soglie reddituali (20mila euro, 35mila, 50mila e 60mila), ipotizzando i tre scenari e mettendoli a confronto con la situazione attuale. Una prima ipotesi, più costosa, con l'abbassamento di sette punti della terza aliquota (23% fino a 15mila euro; 28% fino a 50mila; 43% oltre 50mila), si tradurrebbe addirittura in una perdita, pari a 150 euro, per un reddito da 20mila euro; si avrebbe invece un risparmio per gli altri scaglioni, ma con forti differenze: appena 100 euro per chi dichiara 35mila euro e addirittura 1.150 euro per i redditi più alti.

Ipotesi 2

In un secondo scenario meno costoso (23% fino a 28mila; 33% fino a 50mila e 43% oltre 50mila) si avrebbe un guadagno per tutti, dai 100 euro per un reddito da 20mila euro ai 400 euro per chi dichiara 35mila euro, fino ai 700 euro dei redditi più alti.

Ipotesi 3

Una terza ipotesi, ancora meno costosa (23% fino a 28mila, 35% fino a 50mila e 43% oltre 50mila), garantirebbe 100 euro di risparmio per la fascia più bassa e 260 euro per tutti gli altri redditi oltre 28mila euro. In generale, sintetizza la Fondazione nazionale commercialisti, «le modifiche ipotizzate comportano guadagni in valore assoluto maggiori per i redditi più alti per via della struttura progressiva dell' Irpef a scaglioni, ma in termini relativi, i guadagni sono maggiori per le fasce più basse». In ogni caso l'effetto finale, puntualizza la Fondazione, «dipenderà dalle modifiche eventualmente apportate alla no tax area e al sistema delle detrazioni e delle altre spese deducibili che potranno incidere in maniera significativa anche sui redditi più elevati a seconda delle scelte operate».

 

Le simulazioni

Con una retribuzione annua di 16 mila euro ci sarebbe un vantaggio molto modesto, appena 20 euro, che salirebbe a 100 a quota 20 mila, a 180 a quota 24 mila e a 260 a 28 mila. Sarebbe proprio questo il livello in cui scatta il risparmio percentuale massimo, pari al 5,5 per cento dell’imposta dovuta con le regole di quest’anno (senza contare le addizionali). Per un reddito di 30 mila euro la stessa cifra assoluta vale uno sconto del 4,6% e per uno di 40 mila euro l’anno del 2,6%. Se poi anche l’aliquota applicata tra 28 mila e 50 mila euro scendesse di due punti, dal 35 al 33 per cento, allora per chi supera questa soglia si aggiungerebbe un ulteriore beneficio crescente: sommato ai 260 euro arriverebbe a 500 euro con un reddito di 40 mila euro l’anno e a 700 per uno di 50 mila. Di nuovo, il risparmio si “cristallizzerebbe” per chi guadagna di più. Ma questo secondo “modulo” della riforma è più incerto e potrebbe slittare nel tempo; la possibilità di concretizzarlo dipenderà anche dalle risorse finanziarie che il governo avrà a disposizione.

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