Restrizioni di Natale ma anche ristori immediati. Così ha dichiarato Giuseppe Conte durante la conferenza stampa in cui ha illustrato le nuove regole per i giorni delle festività. Nelle giornate festive e prefestive l'Italia sarà tutta zona rossa e questo comporterà la chiusura di bar e ristoranti h24 presso i quali sarà consentito solo l'asporto ma fino alle 22, ma anche di molti altri negozi.
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Una decisione che graverà sulle entrare di molte attività commerciali che proprio nel periodo natalizio registrano un boom di incassi.
In tutto ci sono 645 milioni a fondo perduto, come indicato dal premier Giuseppe Conte. Nello specifico per il 2020, ci sono 455 milioni, mentre gli altri 190 milioni saranno a disposizione solo nel 2021. Alle attività indicate andranno gli stessi soldi ricevuti con il decreto Rilancio di maggio, quindi si tratta di importi inferiori rispetto a quelli arrivati a partire dalla fine di ottobre con l'ultimo decreto.
Quali sono i requisiti per avere i ristori? Le attività dovranno avere la partita Iva attiva, mentre saranno escluse quelle che l’hanno aperta dopo il primo dicembre. I soldi arriveranno solo ai bar, ristoranti e pasticcerie che hanno già ricevuto gli aiuti previsti dal decreto Rilancio. Sarà l'Agenzia delle Entrate a erogare nuovi aiuti accreditandoli sui conti correnti già indicati, ma i tempi di erogazione non sono indicati.
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Non sono mancate le polemiche a riguardo. Per ora i Ristori riguarderanno solo alcune attività ma a rimanere chiusi saranno anche i negozi e i centri estetici che comunque non avranno alcun ristoro prima di gennaio. Una classe particolaremente colpita dal decreto è anche quella degli albergatori, come comunica Federalberghi. Questo tipo di attività potranno restare aperte nonostante i divieti sugli spostamenti, lo stop agli impianti sciistici e alle terme, oltre all’obbligo del cenone in camera ma l’introduzione dei giorni rossi e arancioni e il blocco della mobilità, potrebber rendere le aperture ancora più precarie.