Manovra, più deficit solo per investimenti: la mossa di Gualtieri

Manovra, più deficit solo per investimenti: la mossa di Gualtieri
di Andrea Bassi
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Giovedì 12 Settembre 2019, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 10:20


ROMA La carta da giocare per provare a chiedere più margini all'Europa sul deficit sarebbe stata individuata. Si tratterebbe del piano di investimenti pubblici ambientali, quel «Green New Deal» tratteggiato dall'accordo di governo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. L'intenzione sarebbe quella di chiedere di tenere fuori dal calcolo dell'indebitamento i fondi pubblici che l'Italia metterà al servizio della rivoluzione verde. Un piano al quale anche i Paesi nordici, i più ostili alla concessione di flessibilità sui conti, potrebbero avere difficoltà ad opporsi. Soprattutto perché si tratta della stessa direzione nella quale si sta muovendo la Germania della cancelliera Angela Merkel. Solo due giorni fa, in Parlamento, il ministro dell'economia tedesco, Olaf Sholz, ha annunciato un piano «keynesiano» per investimenti ambientali che oscillerà tra i 30 e i 50 miliardi di euro.

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Certo, è vero che la Germania non finanzierà con il deficit il suo programma, ma è altrettanto vero che potrebbe essere difficile negare a Roma ciò che fa Berlino. I tecnici del Partito Democratico hanno già pronto un progetto di investimenti fino a 50 miliardi di euro, utilizzando 126 miliardi di fondi fino al 2033 già presenti nel bilancio dello Stato. Si tratterebbe di avere spazio per spenderli scorporandoli dal deficit per recuperare lo spazio necessario a fare altro, in primis disinnescare le clausole dell'Iva. Che la strada sia questa lo ha lasciato intendere anche Antonio Misiani, responsabile economico dei Dem in procinto di affiancare Gualtieri al Tesoro. «Creare lavoro», ha detto ieri a Pescara, «è la priorità delle priorità, ma per far questo serve un rilancio degli investimenti. Ci sono tanti soldi stanziati per i finanziamenti pubblici, dobbiamo spenderli presto e bene e incentivare quelli dei privati a partire dall'economia verde».

I CONTATTI
Le trattative con Bruxelles sono già partite. Ieri Gualtieri ha sentito per telefono il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno. Una presa di contatto per incardinare sul sentiero giusto il negoziato con l'Europa anche in vista degli appuntamenti cruciali di domani e dopodomani a Helsinki per l'Eurogruppo e l'Ecofin. Una due giorni nella quale Gualtieri punta ad avere già una indicazione di massima su quale sarà il sentiero nel quale potrà muoversi per disegnare la prossima legge di Bilancio. Tanto è vero che nella due giorni finlandese avrà bilaterali con gli attuali guardiani dei conti, Valdis Dombrovskis (che manterrà l'incarico anche nella nuova Commissione) e Pierre Moscovici, oltre che con il suo omologo francese Bruno Le Maire. Il punto di partenza delle richieste italiane rimarrebbero i 12 miliardi di euro, il massimo della flessibilità possibile con le attuali regole. Questo porterebbe il deficit del prossimo anno verso il 2,3%, anche se secondo alcuni il vero punto di caduta potrebbe essere attorno al 2-2,1% (una decina di miliardi di euro di maggior deficit).

Il lavoro insomma, è appena iniziato. Ma nonostante la flessibilità europea, il compito di Gualtieri è tutt'altro che semplice. Resterebbero da trovare un'altra quindicina di miliardi di euro. Due giorni fa al ministero dell'Economia c'è stata una prima riunione allargata del neo ministro con gli staff e i capi dei dipartimenti per iniziare ad avviare il lavoro. I temi trattati sono stati molti. Più che altro sono stati illustrati i dossier lasciati dal predecessore Giovanni Tria. Tra le coperture alle quali si guarda c'è anche una revisione delle agevolazioni fiscali. Sul tavolo ci sono diverse simulazioni, come un taglio lineare dal 19% al 18% di tutte le detrazioni. Si tratta comunque di un tema delicato, anche perché i tagli si traducono automaticamente in maggiori tasse. In attesa dei nuovi piani dell'esecutivo, intanto le parti sociali chiedono di riaprire quel dialogo avviato in estate. I sindacati hanno scritto a Conte, chiedendo un incontro prima della stesura della finanziaria.

 

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