Del Vecchio lascia un impero da quasi 80 miliardi: da Essilux a Generali le partite aperte

Il patrimonio personale arriva invece a 27,3 miliardi di dollari (quasi 26 miliardi di euro) secondo l’ultima fotografia della rivista Forbes

L'impero di Del Vecchio
L'impero di Del Vecchio
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Lunedì 27 Giugno 2022, 12:09 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 13:14

Da una piccola fabbrica nel Bellunese che sfornava montature di occhiali a un impero da quasi 80 miliardi di euro. Il patrimonio personale arriva invece a 27,3 miliardi di dollari (quasi 26 miliardi di euro) secondo l’ultima fotografia della rivista Forbes. Ma la storia di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica e patron della italo francese EssilorLuxottica (Essilux), scomparso a 87 anni, non è soltanto quella di un patrimonio che ha scalato la classifica dei più ricchi d’Italia arrivando al secondo posto (62esimo nel mondo). Del Vecchio lascia alla storia un gigante a livello mondiale, la più grande holding produttrice e venditrice mondiale di occhiali e lenti che conta oggi oltre 180mila dipendenti e oltre 9.000 negozi. Un lasciapassare d’oro per sbarcare nel mondo dell’alta finanza italiana come maggior azionista di Mediobanca, di cui ha raccolto una partecipazione del 20%, e soprattutto del principale tesoro di Piazzetta Cuccia, Generali Assicurazioni, dove ha raggiunto il 9,9%. Fin qui il suo portafoglio partecipazioni principali vale ad oggi in Borsa oltre 25 miliardi di euro compreso il 2% di Unicredit. Senza contare altri asset preziosi controllati dalla storica holding lussemburghese, Delfin, a partire dal 26% della francese Convivio, braccio immobiliare quotato a Milano e Parigi che di recente aveva puntato sugli hotel di lusso (per un valore di circa 1,5 miliardi di euro) accanto ad Aterno e alla Dfr Investment e alla Fondazione Leonardo Del Vecchio (che vale un altro miliardo di euro). Una dote personale rotonda che sfiora ad oggi i 30 miliardi, di cui ora non sarà facile definire il passaggio di testimone.

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 LA SUCCESSIONE

Il realtà la transizione era già stata studiata con cura dal patron di Luxottica insieme al suo storico avvocato Sergio Erede.

La governance della Delfin doveva essere in grado di proteggere l’azienda dagli equilibri incerti degli assetti familiari. Anche il management di fatto sarebbe già stato deciso, con tanto di rotta tracciata anche per il futuro. II sei figli di Del Vecchio (tra dalla prima moglie Luciana Nervo), uno dalla seconda moglie e attuale compagna e due dalla terza moglie) erediteranno infatti il 12,5% del capitale della finanziaria Delfin, e la moglie Nicoletta Zampillo il 25%. Ma lo statuto prevede già che ogni passaggio cruciale sia preso con l’accordo di tutti i rami della famiglia visto che è contemplata una maggioranza dell’88% della holding. Strada tracciata anche per Francesco Milleri, suo braccio destro, che oltre a succedere a Del Vecchio in Delfin, continuerà e essere il ceo di Essilux.

 

LA GOVERNANCE

L’anno scorso il cda di Delfin è stato infatti allargato a 5 membri: oltre a Del Vecchio ne fanno parte Mario Notari, Romolo Bardin, Aloyse May e Giovanni Giallombardo. Tocca al consiglio della cassaforte esprimere anche la govenrnace di EssilorLuxottica e delle altre pertecipate. Lo statuto di Delfin prevede che i 5 amministratori della holding lo siano a vita, nessuno della famiglia può sostituirli, a meno che essi non si dimettano spontaneamente. Il consiglio della finanziaria è autonomo dagli azionisti, pertanto può disporre degli investimenti e delle strategie senza passare dai soci, che invece intervengono solo per approvare il bilancio e la distribuzione del dividendo. Nel bilancio è inoltre previsto che una quota parte degli utili venga comunque destinata alla fondazione Leonardo Del Vecchio.

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