L'inflazione (+11,6%) frena a dicembre, ma carrello della spesa al 12,3%. Istat: «Dato annuale più alto dal 1985»

Inflazione, in Italia a dicembre rallenta all'11,6%. Carrello dello spesa su del +12,3%
Inflazione, in Italia a dicembre rallenta all'11,6%. Carrello dello spesa su del +12,3%
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Giovedì 5 Gennaio 2023, 15:17

Anche in Italia sembra essere iniziata la curva discendente dell'inflazione. Secondo le stime preliminari del mese di dicembre 2022 diffuse dall'Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile (+0,5% a novembre) e dell'11,6% su base annua (da +11,8% del mese precedente). «Nel 2022 i prezzi al consumo -osserva l'Istat- registrano una crescita in media d'anno di +8,1%, segnando l'aumento più ampio dal 1985 (quando fu a +9,2%).L' inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,1%, ben più ampia di quella osservata per il 2022,quando fu pari a +1,8%».

Il rallentamento su base tendenziale dell' inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, (che, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, passano da +67,6% di novembre a +64,7%), in particolare della componente non regolamentata (da +69,9% a +63,3%) e ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +11,4% a +9,5%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,8% a +6,0%); per contro, un sostegno alla dinamica dell' inflazione deriva dall'accelerazione dei prezzi degli Energetici regolamentati (da +57,9% a +70,3%), di quelli dei Beni alimentari lavorati (da +14,3% a +14,9%), di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,2%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,7%).

Nel mese di dicembre l'« inflazione di fondo», al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,6% a +5,8%, mentre quella al netto dei soli beni energetici sale da +6,1% a +6,2%.

L'aumento congiunturale dell'indice generale è dovuto, per lo più, - sottolinea l'Istat - alla crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati (+7,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,4% a causa di fattori stagionali), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1% anch'essi a causa di fattori stagionali), dei Beni alimentari lavorati (+0,8%) e degli Altri beni (+0,6%); gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,9%) e degli Alimentari non lavorati (-0,6%). In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e del 12,3% su base annua (da +12,6% di novembre). La variazione media annua del 2022 è pari a +8,7% (+1,9% nel 2021).

Federdistribuzione: «Tutelare i consumi»

«L'inflazione e l'incertezza continuano a caratterizzare l'attuale congiuntura economica, con un impatto significativo sui bilanci delle famiglie e sui consumi, soprattutto per quanto riguarda i volumi relativi al settore alimentare che registriamo in sensibile rallentamento», commenta Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione. «Un trend che proseguirà anche nella prima parte del 2023, con il rischio di compromettere la tenuta della domanda interna del Paese». «Le imprese della Distribuzione Moderna sono impegnate da oltre un anno a gradualizzare il trasferimento sui prezzi al consumo degli aumenti subiti in fase di acquisto, investendo risorse economiche e riducendo i propri margini per salvaguardare il potere d'acquisto degli italiani. Uno sforzo che non è più sostenibile dal nostro settore che in questi mesi ha dovuto anche fronteggiare i rincari energetici. Per scongiurare una possibile crisi dei consumi nei prossimi mesi è necessario che tutti gli attori della filiera agiscano con senso di responsabilità per limitare il più possibile la spirale della crescita dei prezzi, considerando anche che si registrano i primi segnali di rallentamento delle quotazioni delle materie prime e dei prodotti energetici» afferma Federdistribuzione

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