Guerra Ucraina-Russia, bollette: sostegni europei per famiglie e imprese. Tetto ai prezzi e tagli Iva

Verso una regia Ue sulle compensazioni per gli effetti delle sanzioni e del caro energia

Guerra Ucraina-Russia, bollette: sostegni europei per famiglie e imprese. Tetto ai prezzi e tagli Iva
Guerra Ucraina-Russia, bollette: sostegni europei per famiglie e imprese. Tetto ai prezzi e tagli Iva
di Roberta Amoruso e Luca Cifoni
4 Minuti di Lettura
Martedì 1 Marzo 2022, 22:11


I prezzi di petrolio e gas puntano ancora verso l’alto sull’onda della guerra in Ucraina. E in Europa si fa strada la convinzione che l’emergenza vada affrontata a livello continentale. Una svolta a cui ha fatto riferimento anche Mario Draghi nelle sue comunicazioni al Parlamento.

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Bollette, sostegni europei per famiglie e imprese

«La guerra avrà conseguenze sul prezzo dell’energia, che dovremo affrontare con nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie» ha detto il premier, aggiungendo subito dopo «è opportuno che l’Unione le agevoli, per evitare contraccolpi eccessivi sulla ripresa».

Dunque il governo è costretto a guardare avanti, proprio mentre sta per essere pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto energia messo a punto ormai oltre dieci giorni fa. Quel provvedimento contiene gli interventi per il secondo trimestre dell’anno, ma a differenza di quanto si riteneva fino a poco tempo fa la tensione sulle forniture è destinata a durare ancora a lungo. E potrebbe diventare drammatica soprattutto se l’Italia, come altri Paesi, dovesse essere costretta a rinunciare al gas russo.


Ecco quindi l’idea di un coordinamento europeo, che riguarda sia il tema delle aziende danneggiate dalle sanzioni sia in senso più ampio quello dell’effetto dei prezzi sull’economia. Si pone innanzitutto un problema di aiuti di Stato (l’attuale regime temporaneo è destinato a scadere alla fine di giugno) soprattutto se i vari Paesi si muoveranno in modo disordinato. Ma è anche possibile un’iniziativa più ampia, alimentata da fondi comunitari.

LE RICHIESTE

Lo ha chiesto esplicitamente la Grecia, che pensa a un “Fondo di solidarietà”, che potrebbe concedere agli Stati membri prestiti a condizioni molto favorevoli. Insomma una sorta di replica del modello Pnrr. Sullo sfondo c’è il pressing di alcuni Paesi per un’ulteriore sospensione delle regole del Patto di Stabilità e crescita, che tornerebbero in vigore nel 2023 dopo l’emergenza Covid. Ieri intanto ad Amsterdam i contratti future sul gas hanno fatto segnare un prezzo superiore ai 120 euro al MWh (+20%), mentre il petrolio resta ben al di sopra dei 100 dollari al barile. Tanto che i 31 paesi membri del board dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) hanno deciso di immettere sul mercato 60 milioni di barili di petrolio dalle loro scorte di emergenza per provare a calmierare la situazione. Nella stessa giornata l’inquietudine si è fatta setire sulle Borse, con Milano che è stata la peggiore in Europa (-4,1%) e Wall Street in calo.

LE PREOCCUPAZIONI


La principale preoccupazione di Draghi rimane la perdita di potere di acquisto delle famiglie, ma anche per la perdita di competitività delle nostre imprese che può bruciare la crescita. Anche per questo è intervenuto da luglio scorso con oltre 16 miliardi per attenuare gli effetti del caro-bollette che soltanto tra ottobre scorso e fine marzo è costato gli italiani circa 42 miliardi secondo le stime dell’Arera, più o meno il costo dell’intero 2020. Ora la guerra apre scenari nuovi. Le scorte per ora ci sono, ma in caso di stop delle forniture russe il metano potrebbe salire velocemente oltre quota 200 euro. Prezzi da allarme rosso, visto che il valore medio sugli hub europei è stato di 48 euro per megawattora nel 2021, contro i circa 10 euro del 2020. Le tensioni in Ucraina potrebbero costare all’industria altri 14 miliardi in più nel 2022, dice Confindustria (fino a 51 miliardi), contro gli 8 dell’intero 2019. Questo vuol dire che è già insufficiente il pacchetto di aiuti varato dal governo il 18 febbraio scorso per tamponare gli aumenti attesi da aprile a giugno.

TAGLIO IVA

Dei quasi 6 miliardi messi in campo, circa la metà sono destinati all’industria tra azzeramento degli oneri di sistema, credito di imposta e taglio dell’Iva sul gas. Dovrebbe poi scattare il meccanismo di tariffe «eque» e calmierate sul metano. Ma ora il governo potrebbe accelerare sul piano già allo studio: l’introduzione di tariffe calmierate per le imprese anche sull’elettricità, con un pacchetto dedicato di terawattora. Potrebbe poi far scattare il taglio delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta. E valutare anche un’estensione del taglio dell’Iva. Tutti capitoli da discutere anche in Europa, al pari di uno stop delle aste C02, che pesano sulle imprese e fanno volare i prezzi. Infine, può essere improvvisamente necessario aumentare la remunerazione del servizio di interrompibilità del gas per acciaierie, cartiere o fonderie, disposte a fermare la loro produzione per evitare una crisi energetica nel Paese. Un taglio ai consumi non è da escludere.
 

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