Dichiarazione dei redditi precompilata, tutto quello che c'è da sapere (e controllare) prima di inviarla

Dichiarazione dei redditi precompilata, tutto quello che c'è da sapere (e controllare) prima di inviarla
Dichiarazione dei redditi precompilata, tutto quello che c'è da sapere (e controllare) prima di inviarla
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Lunedì 14 Giugno 2021, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 00:19

Tra Imu, Irpef e stop al blocco dell’invio delle cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate, la seconda parte del mese di giugno potrebbe diventare particolarmente impegnativa per molti contribuenti. Ecco quindi le date da tenere bene a mente. E gli accorgimenti da adottare per non sbagliare.

Errori nel 730, spese sanitarie a rischio: molte dichiarazioni dei redditi precompilate non registrano le detrazioni

16 giugno

ultima data utile per versare il primo acconto dell’Imu, l’imposta municipale sugli immobili.

Come è noto sono esentate le prime case. E quest’anno la rata è sospesa per gli immobili strumentali i cui possessori hanno subito un calo di fatturato di almeno il 30% nel 2020. Saranno chiamati ai versamenti oltre 25 milioni di proprietari e comproprietari di immobili diversi dall’abitazione principale. Dovranno versare l’Imu anche coloro che possiedono una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie): si applica , l’aliquota delle seconde case.

30 giugno

è la scadenza per il versamento del saldo e primo acconto per i contribuenti con 730 senza sostituto d’imposta o con modello Redditi. Dichiarazione Preompilata Già dal 10 maggio scorso accedendo con le proprie credenziali al sito delle Agenzie delle Entrate (oppure rivolgendosi per a Caf e commercialisti) è possibile visualizzare, scaricare ed eventualmente accettare e inviare (operazione consentita dal 19 maggio) la dichiarazione precompilata 2021 sia per chi presenta il modello 730 sia per chi presenta il modello Redditi. La dichiarazione può essere accettata senza modifiche o apportando delle variazioni (ad esempio detrazioni non considerate dall’Agenzia ma di cui abbiamo la documentazione necessaria). Attenzione, quindi, a controllare bene i dati della Precompilata. Il contribuente non è comunque obbligato a utilizzare la dichiarazione dei redditi precompilata. Può, infatti, presentarla con le modalità ordinarie.

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Cosa contiene la precompilata

Nella precompilata l’Agenzia delle Entrate ha inserito la maggior parte dei dati utilizzati per le dichiarazioni. Ci sono i dati del Cud (Certificazione Unica, consegnata al dipendente o pensionato dal datore di lavoro o ente pensionistico) quali ad esempio il reddito di lavoro dipendente o di pensione, le ritenute Irpef, le trattenute di addizionale regionale e comunale, i compensi di lavoro autonomo occasionale, i premi di risultato, i rimborsi di oneri erogati dal datore di lavoro e i dati dei familiari a carico. Sono indicati inoltre i compensi di lavoro autonomo occasionale, le provvigioni e i redditi diversi, i compensi corrisposti per l’attività libero professionale intramuraria svolta dal personale dipendente del Servizio sanitario nazionale certificati e indicati nella Certificazione Unica. Ci sono anche i dati relativi alle locazioni brevi (corrispettivi e ritenute) contenuti nella Certificazione unica - Locazioni brevi, inviata dagli intermediari immobiliari. Sono ancora indicati gli interessi passivi sui mutui, i premi di assicurazione sulla vita, causa morte e contro gli infortuni e i premi per assicurazioni aventi per oggetto il rischio di eventi calamitosi e i contributi previdenziali, che vengono comunicati all’Agenzia delle Entrate da banche, assicurazioni ed enti previdenziali. La precompilata contiene inoltre i vari contributi deducibili e/o detraibili versati a enti o casse con finalità assistenziali o a società di mutuo soccorso, i contributi versati per i lavoratori domestici, compresi i contributi previdenziali versati all’Inps tramite lo strumento del “Libretto di famiglia, le somme restituite all’Inps da parte del contribuente nell’anno d’imposta, ma assoggettate a tassazione, anche separata, in anni precedenti. Ci dovrebbero essere anche le pese sanitarie, ma a questo proposito è meglio fare attenzione: le nuove norme escludono quelle non tracciabili, quindi ad esempio pagate in contanti. Fanno eccezione le spese per i medicinali, i dispositivi medici e le prestazioni sanitarie rese da strutture pubbliche o private convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale che potranno continuare ad essere effettuate in contanti.In altre caselle troveremo eventuali spese veterinarie, spese universitarie, per la frequenza degli asilo nido, ecc. Sono già inseriti anche i bonifici riguardanti le spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio, per arredo degli immobili ristrutturati e per la riqualificazione energetica degli edifici, comunicati dalle banche e da Poste italiane. Se sono stati eseguiti lavori di ristrutturazione nel 2020 rientranti nella normativa del Superbonus, bisognerà controllare che siano state barrate le relative caselle e codici. Dovrebbe essere già inserita anche la detrazione pari al 20% del Bonus Vacanze spettante al proprio nucleo familiare (o al 20% dell’importo del soggiorno se questo è inferiore all’importo massimo dell’agevolazione riconosciuta). Si consiglia comunque sempre di controllare.

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Dati esclusi

Non vengono inserite in dichiarazione le informazioni che l’Agenzia ritiene incomplete o incoerenti. Può, per esempio, accadere che dall’Anagrafe tributaria risulti l’atto di acquisto di un fabbricato, di cui però l’Amministrazione finanziaria non conosce ancora la destinazione (concesso in comodato, tenuto a disposizione, ecc.); oppure, che gli interessi passivi per il mutuo comunicati dalla banca siano di importo superiore a quelli indicati nella dichiarazione dell’anno precedente (di norma, accade il contrario). I dati di questo tipo sono comunque riportati in un prospetto riepilogativo, in modo da poter essere verificati ed eventualmente inseriti in dichiarazione da parte del contribuente.

 

Le correzioni

E se si invia la dichiarazione e poi ci si rende conto che c’è un errore, magari una detrazione a cui si ha diritto e che non è stata inserita? Niente panico. Entro il 22 giugno il 730 già inviato può essere annullato tramite l’applicativo web dell’Agenzia. Se invece si riscontra l’errore dopo il 22 giugno si può presentare al CAF o al professionista un 730 integrativo; oppure si può presentare, tramite l’applicazione web, il modello Redditi correttivo entro il 30 novembre o il modello Redditi integrativo dopo il 30 novembre.

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Versamenti maggiorati

Se per i più svariati motivi non si è fatto in tempo a versare entro il 30 giugno il saldo e il primo acconto Irpef, si può utilizzare la possibilità, entro il 30 luglio, di versare il dovuto con la maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse.

 

La presentazione

Il 30 settembre è la data entro cui presentare il 730, direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate attraverso il modello 730 precompilato; oppure al proprio sostituto d’imposta; infine a un CAF o a un professionista abilitato.

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