Decreto sostegno, ristori anche agli stagionali. Indennizzi medi tra 2 mila e 5 mila euro. Cartelle, invio in due anni

Decreto sostegno, ristori anche agli stagionali: indennizzi medi tra 2 mila e 5 mila euro. Cartelle, invio in due anni
Decreto sostegno, ristori anche agli stagionali: indennizzi medi tra 2 mila e 5 mila euro. Cartelle, invio in due anni
di Andrea Bassi e Francesco Bisozzi
6 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Marzo 2021, 21:41 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 13:18

Il provvedimento è pronto. E oggi il consiglio dei ministri lo approverà. Ma il tema della cancellazione delle cartelle esattoriali inserita nel «decreto sostegni» da 32 miliardi, è il primo vero scoglio politico che Mario Draghi dovrà affrontare. Nell’ultima bozza del governo, lo “stralcio” degli atti maturati tra il 2000 e il 2015 fino a 5 mila euro, è rimasto. Insieme all’ulteriore congelamento dell’invio degli atti fino al 30 aprile e alla “spalmatura” su 24 mesi della consegna una volta che gli invii riprenderanno. Il Pd, guidato dall’ex vice ministro Antonio Misiani, sta facendo un fuoco di sbarramento contro il “condono”, spinto invece da Movimento Cinque Stelle e Lega, ma sostenuto anche dall’Agenzia delle Entrate, che da tempo lamenta i limiti alla sua attività dalla presenza nei suoi magazzini di vecchie cartelle difficilmente riscuotibili. Probabile che il nodo sia sciolto oggi in consiglio dei ministri, magari con un compromesso.

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IL DECRETO

Nel decreto intanto, trovano conferma molte delle anticipazioni dei giorni scorsi.

Il capitolo più rilevante è quello dei ristori alle imprese. Il governo ha deciso di limare la percentuale della perdita di fatturato necessaria ad accedere agli aiuti. Potranno fare domanda tutte le imprese e le Partite Iva che hanno perso almeno il 30% (e non più il 33%) di ricavi nel 2020 rispetto al 2019. Cambia anche il calcolo dei ristori, ma il risultato è lo stesso. Ci saranno 5 fasce di ristori: per le attività che hanno un fatturato fino a 100mila euro all’anno si applicherà la percentuale del 60%. Da 100mila a 400mila euro la percentuale scenderà al 50%, al 40% per chi ha un fatturato compreso tra 400mila e 1 milione, al 30% da 1 milione a 5 milioni, al 20% per chi fattura tra 5 e 10 milioni all’anno. Ma ad essere rimborsata non sarà più la perdita di due mensilità, ma di una soltanto. L’indennizzo minimo sarà di mille euro, quello massimo di 150 mila euro. La media sarà di 3.700 euro. Per le imprese della prima fascia sarà di 2 mila euro, per quelle della seconda di 5 mila. Non molto. Ad ottenere i ristori saranno anche 400 mila lavoratori stagionali e dello spettacolo. Riceveranno un aiuto di 800 euro per tre mensilità, in tutto 2.400 euro. I primi pagamenti arriveranno tra l’8 e il 10 aprile. La domanda andrà fatta sul sito dell’Agenzia delle entrate.

 

IL PACCHETTO

Sostanzioso anche il pacchetto lavoro. La Cassa Covid sarà finanziata con 3,3 miliardi fino alla fine dell’anno. Il blocco dei licenziamenti, altro tema sul quale si è discusso molto nella maggioranza, ci sarà per tutti fino a giugno. Da giugno a fine anno, invece, ci sarà uno sblocco selettivo, con possibile accompagnamento con Cig Covid, per chi non dispone di protezioni consentendo così di varare la riforma degli ammortizzatori sociali. Confermato anche il rifinanziamento di un miliardo per il Reddito di cittadinanza. Parte dello stanziamento sarà usato per allungare i contratti dei Navigator fino a fine anno. Così come sarà rafforzato (entrerà anche l’affitto nella copertura), i reddito di emergenza tra 400 e 840 euro, che sarà finanziato per altri tre mesi. In arrivo, infine, 5 miliardi di euro per la campagna vaccinale anti covid e il rafforzamento delle cure. Le risorse andranno anche alla struttura del commissario e per le indennità dei medici di base per le vaccinazioni.

LE TESTIMONIANZE

L'agenzia di viaggio
«I sostegni sono
in ritardo, come
pago le bollette?»

Daniele Mazzi, 38 anni e un figlio in arrivo, titolare di un’agenzia di viaggio a Roma in via della Mercede, circa 40 mila euro di ristori riscossi finora, una cifra abbondantemente insufficiente a coprire la perdita di fatturato che ha registrato nel 2020 rispetto all’anno prima, superiore al 90 per cento. Per sopravvivere ha bisogno del decreto Sostegni, a patto che i soldi arrivino nei tempi previsti, cosa di cui dubita: «I ristori precedenti li ho ricevuti alla fine di gennaio. Intanto le spese mi hanno costretto all’angolo, ammontano a circa 300 mila euro annui tra bollette, stipendi e affitto dei locali».

L'albergatore
«Dallo Stato briciole
cresciuti solo i debiti»

Filippo Donati, albergatore di Ravenna, un hotel con 33 camere di cui 7 occupate, si è dovuto accontentare di 16 mila euro di ristori, ma per non chiudere (e pagare i debiti accumulati in quest’anno di pandemia) ha bisogno di almeno 25 mila euro. «Dalle mie parti si dice che in queste situazioni bisogna imparare a fare il brodo con le ossa, dal decreto Sostegni mi aspetto una piccola boccata di ossigeno. I precedenti ristori li ho spesi per i contributi delle personale, la manutenzione dell’ascensore, le bollette». «Anche da chiuso il mio hotel costa diecimila euro al mese tra vigilanza, utenze e altro. Non è facile resistere».

La wedding planner
«Siamo stati
dimenticati,
devo riaprire»

Maria Rita Ferrari, wedding planner con partita Iva e un codice Ateco per le pubbliche relazioni che l’ha esclusa dai precedenti ristori. Risultato? «Finora ho ricevuto solo i 600 euro per gli autonomi che lo Stato ha elargito la primavera scorsa. Ma ho perso l’80 per cento del mio fatturato a causa del Covid: l’ultimo matrimonio che ho organizzato risale allo scorso ottobre e gli invitati, per esigenze strettamente legate al distanziamento, erano solo 30. Il prossimo doveva essere a maggio, ma mi hanno già chiesto di rinviarlo». «I ristori da soli non bastano, per far ripartire il mio settore è necessario che ci consentano di riprendere a lavorare».

Il barista
«Fatturato giù del 90%
così non si va avanti»

Gianfranco Labib, 40 anni, proprietario di un bar a Roma a due passi da Castel Sant’Angelo e zero ristori ricevuti fin qui. Come mai? «Avevo dato in gestione il negozio, che ho ripreso in mano nell’ottobre del 2019, ragion per cui l’anno scorso i raffronti mensili anno su anno non hanno evidenziato cali di fatturato e non ho avuto aiuti. Rispetto al pre-Covid la mia attività fattura il 90 per cento in meno: con il decreto Sostegni, grazie al raffronto annuale, qualcosa riuscirò a prendere. Spero che bastino a pagare le bollette arretrate. Ma in questa fase servono anche misure per favorire l’accesso al credito».

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