Da piano vaccini a riforma pensioni, che succede dopo le elezioni?

Da piano vaccini a riforma pensioni, che succede dopo le elezioni?
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Venerdì 2 Settembre 2022, 10:00
(Teleborsa) - La crisi estiva della politica italiana che ha aperto allo scenario delle elezioni che si terranno il prossimo 25 settembre porta con sè più di una incognita: dal piano vaccini alla riforma delle pensioni, passando per il caro bollette, tutti dossier in cerca urgente di risposte. Tutt'altro che sullo sfondo il nodo sui tempi visto che ad oggi è impossibile stabilire con certezza quanti giorni serviranno per la formazione del nuovo esecutivo che raccoglie il testimone del Governo Draghi: si va 90 giorni prima del giuramento del "Conte 1" alla nascita del Berlusconi quater nel 2008 che si insidiò appena 25 giorni dopo l'esito delle elezioni.



Anzitutto, ai partiti premiati dalle urne spetterà rimettere mano al DEF di aprile,
partendo dal quadro tendenziale (senza gli effetti di nuove riforme o misure) che presenterà Draghi alla fine del mese e con la nuova situazione "macro" e lo stato aggiornato dei conti pubblici che dovranno ovviamente tenere conto delle ricadute non solo dell'inflazione, ma anche del conflitto in Ucraina e della pandemia.
Il 9 settembre
sono attese le decisioni del Consiglio europeo straordinario che lavora all'ipotesi di "price cap" sul gas, strada indicata proprio dal premier italiano. Al netto però di qualsiasi intervento a livello europeo, il nuovo esecutivo dovrà intervenire sul versante energia

C'è da capire poi cosa succederà sul fronte pension
i visto che alla fine dell'anno si esaurirà Quota 102 e, in assenza di nuovi interventi, si ritornerà alla legge Fornero dal 2023, opzione che Salvini ha più volte tolto dal piatto.

Non priva di complicazioni anche la strategia sul piano vaccinazione,
in vista dell'autunno con lo scenario possibile di un rialzo dei contagi, in scia alla variante Centaurus. Anche qui però i partiti vanno in ordine sparso. Non è mistero che il centrodestra sia intenzionato a imboccare una strada da quella percorsa dall'esecutivo negli ultimi mesi, mentre il Pd considera l'emergenza non ancora terminata e non ha nessuna intenzione di retrocedere dalla linea della prudenza.


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