Anzitutto, ai partiti premiati dalle urne spetterà rimettere mano al DEF di aprile, partendo dal quadro tendenziale (senza gli effetti di nuove riforme o misure) che presenterà Draghi alla fine del mese e con la nuova situazione "macro" e lo stato aggiornato dei conti pubblici che dovranno ovviamente tenere conto delle ricadute non solo dell'inflazione, ma anche del conflitto in Ucraina e della pandemia.
C'è da capire poi cosa succederà sul fronte pensioni visto che alla fine dell'anno si esaurirà Quota 102 e, in assenza di nuovi interventi, si ritornerà alla legge Fornero dal 2023, opzione che Salvini ha più volte tolto dal piatto.
Non priva di complicazioni anche la strategia sul piano vaccinazione, in vista dell'autunno con lo scenario possibile di un rialzo dei contagi, in scia alla variante Centaurus. Anche qui però i partiti vanno in ordine sparso. Non è mistero che il centrodestra sia intenzionato a imboccare una strada da quella percorsa dall'esecutivo negli ultimi mesi, mentre il Pd considera l'emergenza non ancora terminata e non ha nessuna intenzione di retrocedere dalla linea della prudenza.
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