Più vaccini che pasticche: cala la produzione e Pfizer taglia 60 posti di lavoro

Ascoli, più vaccini che pasticche: cala la produzione e Pfizer taglia 60 posti di lavoro
Ascoli, più vaccini che pasticche: cala la produzione e Pfizer taglia 60 posti di lavoro
di Mario Paci
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Dicembre 2020, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 10:51

ASCOLI - Si annuncia un Natale ancora più triste oltre al timore del Covid per sessanta operai in staff leasing occupati nello stabilimento Pfizer di Campolungo che stanno per perdere il posto di lavoro.

LEGGI ANCHE:

La multinazionale americana del farmaco, infatti, ha comunicato ai sindacati la volontà di procedere alla cessazione di sessanta contratti. 

Il calo

Ma come può essere che un’industria farmaceutica che sta macinando centinaia di milioni di dollari dopo la scoperta del vaccino anti Covid possa mandare a casa 60 operai dopo che per anni lo stabilimento di Campolungo è stato uno dei pochi ad assumere personale? Il motivo è presto detto: i vaccini vengono prodotti in fiale mentre ad Ascoli si producono pastiglie.

I rappresentanti della multinazionale hanno informato i sindacati che c’è stato un calo di volumi nella produzione rispetto al budget previsto per il 2020. Dovevano essere prodotti ad Ascoli oltre cento milioni di pezzi ma ne sono venuti a mancare purtroppo parecchi.

Il fatturato

Una mancanza di introiti per svariati milioni di dollari che comportano automaticamente un taglio delle spese e probabilmente anche dei turni. Attualmente alla Pfizer si lavora anche il sabato ma c’è il rischio che si possa tornare al vecchio 3x5 con una squadra di operai eliminata con un giorno in meno di lavoro. E il taglio del personale poteva essere ancora più drastico perchè la proprietà ha deciso di ridurre i costi solo per una parte. Bisogna inoltre aggiungere che da settembre nello stabilimento di Campolungo è cambiata anche la lavorazione che prevede anche la produzione di farmaci generici, meno remunerativi sul mercato, a seguito di acquisizioni internazionali di Pfizer. È curioso notare come la globalizzazione possa comportare movimenti di mercato così repentini . A maggio scorso, infatti, la Pfizer ha assunto a tempo indeterminato 23 operai che già lavoravano in fabbrica con contratto di staff leasing mentre a giugno il numero delle assunzioni era salito a sessanta. La Pfizer è una delle poche industrie dell’agglomerato di Campolungo che non ha mai interrotto la produzione a causa del Coronavirus ed è fondamentale per i livello occupazionali e l’indotto cittadino.. Nello stabilimento ascolano, infatti, oltre a vari farmaci di gamma alta per l’elevato livello di specializzazione, si produce anche un antivirale utilizzato per la terapia dei malati Covid. La decisione della multinazionale americana di incrementare l’organico era stato uno dei segnali incoraggianti e una bella risposta al sindacato che temeva proprio il mancato rinnovo del contratti a tempo. La Pfizer, con i suoi oltre settecento dipendenti, resta comunque l’industria con il maggiore numero di occupati di tutto l’agglomerato industriale di Campolungo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA