Colf e badanti, da gennaio stipendi più alti: aumenti delle retribuzioni a carico delle famiglie superiori al 9%

Colf e badanti, da gennaio stipendi più alti: aumenti delle retribuzioni a carico delle famiglie superiori al 9%
Colf e badanti, da gennaio stipendi più alti: aumenti delle retribuzioni a carico delle famiglie superiori al 9%
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 16:51

Colf e badanti, aumento dello stipendio in vista da gennaio. La corsa dell'inflazione fa crescere in automatico anche le retribuzioni di chi si occupa dei lavori domestici.

Colf e badanti, l'adeguamento di stipendio

Da gennaio le famiglie che hanno un collaboratore e anche i pensionati più fragili, quelli non più autosufficienti, si troveranno ad affrontare un aumento dello stipendio minimo della colf o della badante di oltre il 9%, più precisamwente del 9,2%. È il risultato di una inflazione galoppante che a novembre (il mese su cui viene calcolato l'aggiornamento) ha toccato l'11,5% (indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, Foi, calcolato dall'Istat). Un aumento automatico che non sarà pareggiato da quello delle pensioni, che avranno un adeguamento limitato invece al 7,3% e dagli altri salari che non hanno adeguamenti automatici.

L'aumento dei minimi retributivi riguarda tutta la categoria, colf e badanti, come previsto dal contratto nazionale.

E peserà di più su chi conta su aiuti familiari conviventi, che lavorano le 54 ore previste dal contratto. Ma è evidente che la stangata lascerà il segno maggiormente sugli anziani più vulnerabili, che utilizzano diffusamente i minimi previsti dal contratto nazionale. «Speriamo di trovare un accordo sulla dilazione degli aumenti nell'anno», ha spiegato nei giorni scorsi al Messaggero Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, l'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. Non è in discussione l'aumento previsto da un contratto. Ma i tempi.

Il contratto colettivo che regola i rapporti di colf, badanti e baby sitter con le famiglie presso le quali lavorano prevede infatti un adeguamento annuale dei minimi retributivi in base all'inflazione rilevata dall'Istat nel mese di novembre di ogni anno. In particolare, il contratto prevede che sia una Commissione formata dalle parti datoriali e sindacali, convocata dal ministero del Lavoro, ad aggiornare le retribuzioni. Ma attenzione, in assenza di un accordo tra le parti entro il terzo incontro calendarizzato ogni 15 giorni, l'adeguamento scatta in automatico nella misura dell'80% dell'inflazione per le retribuzioni minime. Nel dettaglio quindi, in mancanza di accordi diversi, l'aumento sarà del 9,2% (l'80% di 11,5%) per le retribuzioni e del 100% dell'inflazione per i valori del vitto e dell'alloggio dei lavoratori.

Gli incontri

I primi due incontri al ministero sono già alle spalle e non si è trovata una intesa. Il prossimo tavolo è il 16 gennaio, sempre al ministero del Lavoro. Se entro quella data non si troverà un accordo, l'aumento scatterà in automatico da gennaio. E si parla di rincari su uno stipendio di una bandante di circa mille euro di un centinaio di euro al mese.

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